Giacomo Vaciago : Ecco perchè non ho votato
Tra il 45% per cento di aventi diritto al voto che hanno preferito non scegliere il sindaco di Piacenza c'è anche un ex-sindaco di Piacenza, che in realtà è un "semi-non votante".
«Nel primo turno ho dato la mia preferenza a Solenghi - spiega Giacomo Vaciago - l'ho fatto come testimonianza, ovviamente non perché pensassi che avrebbe vinto. Mentre al ballottaggio non sono andato. Come mai? Perché erano in corsa due candidati identici e quindi inutili».
Parole dure, che l'ex-primo cittadino e consigliere comunale nell'ultimo quinquennio spiega così: «La Piacenza che serve ai piacentini non l'ha in mente nè Dosi nè Paparo, quindi che preferenza sarebbe stata? Io qui non ho più figli o nipoti, ma al futuro di questa città ci tengo. Quando ero sindaco con la squadra di calcio eravamo in "A", oggi siamo in terza serie, temo che questa caduta libera non abbia interessato solo il calcio».
L'esattezza della sua "equazione", Vaciago la ricava anche dalla campagna elettorale. «Non è stata assolutamente proiettata sul futuro - dice - ma si è risolta in una sorta di "pagella" a Reggi. Dosi sostiene che è stato bravo, Paparo che ha commesso degli errori: E conseguentemente uno diceva "continuerò quello che ha fatto Reggi" e l'altro "non ripeterò gli errori di Reggi". ma che modo di ragionare è? Litigare sul passato è un ottimo modo per non occuparsi del futuro. E questa città oggi un futuro non ce l'ha. Lo slogan di Dosi diceva "i milgiori anni sono davanti a anoi", magari per lui, non certo per Piacenza. Da anni vado ripetendo che il nostro meglio cresce altrove: i nostri laureati al peggio fanno i pendolari su Milano, al meglio vanno all'estero. Guardiamo la natalità: tracciando la curva delle nascite possiamo già oggi stabilire la data esatta in cui Piacenza non esisterà più. Occorre guardare al futuro e nessuno di questi due candidati lo faceva. Ci si guarda alle spalle, un po' come si fa per Berlusconi, ma il passato è storia e quando mi chiedono di dare un voto a Reggi io rispondo che non sono uno storico».
Una scelta simile a quella dell'economista arriva dall'avvocato Umberto Fantigrossi, che ha votato al primo turno, ma ha scelto di astenersi al ballottaggio. E il sentimento è di chi fa i conti anche a fatica con una dimensione nuova («avendo votato sempre negli ultimi venti anni»). E allora perché questa scelta? Per marcare una delusione. «Volevo segnare una distanza da entrambi i candidati di cui nessuno, a mio parere, rappresenta quella volontà di cambiamento che sentivo di voler soddisfare». Al ballottaggio Dosi per Fantigrossi rappresentava «la continuità rispetto a due amministrazioni precedenti» e Paparo la «continuità rispetto alla Provincia». E poi una ammissione: «Mi sarei trovato più volentieri a votare a Parma» dove ha prevalso il candidato del Movimento 5 Stelle. E come spiegare la generale disaffezione alle urne su scala nazionale? Per Fantigrossi la crisi profonda delle istituzioni non ha soluzioni di prospettiva a breve: «C'è un governo tecnico che scontenta molti, qualcuno ha parlato di sospensione della democrazia e all'orizzonte le forze politiche che dovevano organizzarsi rapidamente si prendono del tempo, ma questo tempo è scaduto» si dice convinto Fantigrossi.
mir LIBERTA' del 23/05/2012
---------------Commento di Filiberto Putzu : Come si rileva dalla scheda correlata (di fianco a destra, sotto alla foto), in occasione del faccia a faccia dei 2 candidati in Piazza Cavalli avevo espresso la mia opinione. La riporto nuovamente qui : "Solite domandine.... Non si è parlato della Piacenza futura, di quale visione (diversa ?? tra le due proposte amministrative) abbiamo per la nostra città. Sono mancati gli argomenti importanti : l'economia e l'università.... il recupero delle aree militari... come qualificare la nostra offerta (economica, ambientale e di qualità della vita) nei confronti delle altre realtà territoriali limitrofe... Questa è Piacenza ?? "
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