Mi dispiace solo di una cosa: di non essere partito prima con la campagna elettorale, perché con qualche settimana in più si poteva fare meglio. Ma altri rimpianti non ne ho».
È sereno Andrea Paparo, nel giorno che lo vede sconfitto al ballottaggio.
La vittoria ha molti padri, ma la sconfitta è sempre orfana: e allora il candidato del centrodestra risale il Corso a piedi in bella solitudine, accompagnato solo dall'addetto stampa.
Non si può non pensare che - avesse portato a termine la sua "missione impossibile" - quella stessa camminata sotto la pioggia si sarebbe svolta tra due ali di folla plaudente, con pioggia sì, ma di petali di rosa. E magari con parata di politici del centrodestra e della Lega che invece adesso faticano a materializzarsi mentre Paparo si avvicina a Palazzo Mercanti. Lo aspettano telecamere, taccuini e in municipio un sindaco neo-eletto cui stringere la mano, come fair play comanda e ha comandato per tutta la campagna elettorale.
Programma rispettato: accettazione del risultato del voto, stretta di mano con l'avversario davanti ai flash, un "in bocca al lupo" per chi amministrerà la città.
E adesso? «Adesso sono stanco - spiega Paparo - perché ho veramente fatto tutto quello che c'era da fare, senza tirarmi indietro. È stata una campagna anomala, difficile, corsa tutta all'inseguimento, con una macchina organizzativa più "leggera" rispetto a quella del mio avversario».
Ha perso con il maggiore distacco registrato a Piacenza da quando ci sono i ballottaggi. Sconfitta o supersconfitta? «Il risultato mi pare molto influenzato dall'astensionismo che ha riguardato più l'elettorato di centrodestra che quello del centrosinistra. Alla fine credo che il fattore decisivo sia stata proprio la capacità delle minoranze organizzate di mobilitare gli elettori rispetto a un'area più "fluida" come la mia. Il centrodestra in tutta Italia ha preso botte tremende: considero un risultato miracoloso già aver raggiunto il ballottaggio, almeno tenendo la partita aperta fino alla fine».
Ha cercato di accentuare il profilo di candidato civico, cercando di "sfumare" l'appartenenza al Pdl, evitando con cura che qualche big del partito nazionale venisse qui a sostenerla. Ma la soddisfano i risultati delle liste civiche che la appoggiavano? «Se si sommano i voti di quelle liste si arriva all'8 per cento, che insieme al 2 per cento raccolto da me in prima persona dà un 10 per cento: la considero un'ottima base da cui partire per il futuro. Poi penso a quella enorme zona grigia di chi non è andato a votare: il nostro obiettivo da domani è convincere gli astenuti a tornare alle urne e a votare per il nostro progetto».
Già, il futuro. Che cosa vuole fare da grande? Il leader del centrodestra a Piacenza? Non mi dia la solita risposta da calciatore: "deciderà il mister"... «È chiaro che il centrodestra italiano sta cercando una nuova identità: è una galassia, come accade anche a sinistra, che si sta scomponendo e si ricomporrà con un nuovo disegno. Tutti si stanno chiedendo come sarà domani: non lo sa nessuno, nemmeno io. Però credo di avere le caratteristiche per poter guidare una futura coalizione moderata a Piacenza».
Rimane in Provincia e dovrebbe fare il capogruppo del centrodestra in Comune: due poltrone non sono troppe? «No, è il mio modo di onorare il voto degli elettori che mi hanno chiamato a coprire questo doppio ruolo. Diciamo che mi dimetterei dalla Provincia se tutti quelli che hanno doppi incarichi facessero lo stesso».
Da domani inizia il lavoro di opposizione. Anche qui evitiamo le frasi fatte sulla opposizione che sarà sempre "intransigente e rigorosa"... «No, faremo un'opposizione di controllo e costruttiva. Nel senso che non guarderò all'appartenenza delle proposte: se un'idea è buona, mi basterà per votarla».
È stata una campagna elettorale all'insegna del fair play, senza strepiti né schizzi di fango. Ma lei, che partiva da sfidante, non è pentito di non essere andato di più all'arrembaggio? «Credo che in politica non ci si debba snaturare: io sono fatto così. Preferisco non strillare. È stata una campagna elettorale corretta, fatta sui contenuti e pensando al futuro della nostra bellissima città. Mi sta bene così».
Maurizio Pilotti maurizio. pilotti@liberta. it LIBERTA' 22/05/2012
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