Da lunedì sera trovare libero il telefono cellulare di Andrea Paparo è una vera e propria impresa. Il candidato sindaco di Popolo della libertà. Sveglia e Piacenza Viva, al ballottaggio con Paolo Dosi (centrosinistra), è stato letteralmente "assalito" dall'affetto dei sostenitori. "Ho ricevuto centinaia e centinaia di telefonate, sms, e-mail, messaggi sui social network - spiega - tantissime persone che si sono congratulate, che mi hanno augurato in bocca al lupo e soprattutto che come me credono nella vittoria. Pur in una campagna elettorale che è stata volutamente sobria, ogni giorno che passa l'entusiasmo cresce. Noi sì che siamo veramente carichi a molla, non coloro che avevano impostato tutta la campagna sulla possibilità di vincere subito. E' andata diversamente - aggiunge - e loro hanno finito tutte le cartucce: tutto il sistema di interessi, nascosto dietro al volto umano di Dosi, lo hanno incassato al primo turno, mentre noi abbiamo il caricatore pieno di idee e progetti che siamo sicuri potranno interpretare la voglia di cambiamento espressa alle urne dai piacentini".
Andrea Paparo come si immagina i prossimi giorni? "Intensi e pieni di impegni: vorrò incontrare più persone possibile, ancora maggiori di quante viste finora. E spero ci sia la possibilità di confrontarmi più volte con il mio avversario, in modo che possano uscire le differenze personali e programmatiche".
Quali sono le più rilevanti? "Si misurano due modelli di città differenti. Quello del centrosinistra è legato alle grandi opere, alla spesa pubblica, alla pressione fiscale alta e a un Comune "invadente", mentre l'amministrazione che ho in mente io prendeà atto del mondo che è cambiato, metterà al centro le persone, terrà bassa la pressione fiscale e penserà all'economia, al lavoro e alle famiglie".
Ha detto che non proporrà a nessuno di apparentarsi. Ma qualche proposta è già arrivata? "Io non andrò a cercare nessuno e, forse perché è chiara la mia idea, non ho ricevuto avances. Sono io che mi offro, non ai partiti, ma agli elettori. E credo che anche questo debba iniziare a essere un segnale, perché è il rapporto diretto con i cittadini che farà la differenza".
I punti di scarto sono 16: come si recuperano? "Il ballottaggio è una partita a sé, non lo si può analizzare basandosi sul primo turno, è l'idea di una vecchia politica che sta morendo. Si rimonta dicendo ai cittadini che ci sono due persone che dovranno prendersi responsabilità e decisioni fondamentali per il futuro della nostra comunità, spetta a loro scegliere quella che ispira maggiore fiducia. Io credo giusto confrontarci, sempre con il fair play che ci ha contraddistinto fino ad ora, ma le proposte dovranno emergere chiaramente".
Ottimista? "Assolutamente sì, vincere è possibile. Anche perché il primo turno un messaggio molto netto lo ha lanciato: due terzi dei piacentini si sono espressi scegliendo di non confermare la fiducia all'amministrazione uscente e mostrando una chiara volontà di cambiamento. Noi rappresentiamo l'alternativa, la scelta giusta anche per chi non è andato a votare domenica e lunedì scorsi".
Michele Rancati LIBERTA' 09/05/2012
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