|
Pantelleria festeggia il passito
|
|
È un’occasione da non perdere per chi ama il mare, il buon bere e vuole rimettersi in foma per meglio affrontare l’inverno.
L’appuntamento è a Pantelleria, l’isola più "africana" d’Italia, dal 13 al 16 ottobre, data del Passito Fest, grande rassegna enogastronomica delle produzioni tipiche dell’Isola, a partire dal passito, il vino conosciuto in tutto il mondo, risultato di una terra vulcanica generosa e del lavoro instancabile e sapiente dei contadini e delle donne pantesche.
La kermesse è ricca di eventi: oltre alla mostra-mercato in piazza Cavour dalle 18, dove assaggiare anche i capperi e altri aromi dell’isola, ci sono incontri (si parlerà di Agricoltura Eroica lunedì 15 alle 16.30 all’hotel Suvaki), laboratori del gusto organizzati da Slow Food-condotta di Trapani e momenti culturali, come il Marsala Film Festival.
Per tre serate – sabato, domenica e lunedì alle 21.30– al circolo Ogigia, in centro città, saranno proiettati cortometraggi, che mettono in luce tematiche sociali, beni paesaggistici e culturali dell’intera provincia di Trapani.
Martedì 16 si svolgerà la festa di San Fortunato, patrono dell’isola e il Passito Fest chiuderà i battenti con la regata delle tipiche lance pantesche (alle 15 nelle acque antistanti il porto), cui seguirà la processione a mare del Santo (alle 17).
Ma non finisce qui.
Ci sarà, per chi lo desidera, la possibilità di visitare le cantine dell’isola come Donnafugata (tel. 0923.915649) in contrada Khamma, 13 ettari di vigneti e una struttura inaugurata circa un anno fa, dove su prenotazione è possibile degustare il passito Ben Ryé e il moscato Kabir.
Oppure in contrada Karuscia, la Cantina Minardi (tel. 0923.911160) e in località Monastero l’Agricola Valenza (tel. 0923.916466).
E poi ci sono le bellezze della Perla Nera del Mediterraneo, così è chiamata quest’isola di origine vulcanica, perfetta per una minivacanza fuori stagione.
Con le sorgenti di acque calde sulfuree e fanghi con proprietà terapeutiche, come il lago Specchio di Venere, le sorgenti termali della Cala Gadir, la Balata dei Turchi con l'antichissima cava di ossidiana, Nicà, dove le acque arrivano quasi a 100 gradi e ancora, Scauri, l'approdo romano e la grotta termale di Sateria.
Sulla costa orientale si trovano le baie più belle, come Cala Levante con l’Arco dell’Elefante, gigantesca scultura naturale, il Faraglione di Punta Tracino e Cala Tramontana.
Raggiungendo Sibà si entra nel Parco Naturale della Montagna Grande, il cuore verde dell’isola con fitti boschi di pini e conifere e antichi sentieri a ragnatela.
Dalla sommità si ammira un panorama incredibile sul Canale di Sicilia e sulla costa africana, spettacolare al tramonto.
E per dormire si scelgono gli affascinanti dammusi (tipiche costruzioni locali) del Zubebi Resort (tel. 0923.913653) o del Santa Teresa (tel. 0923.916389).
È più vicina all’Africa (37 miglia marine) che alla Sicilia (47).
Anche per questo i panteschi si sentono assai poco siciliani.
Lo stesso nome dell’isola, che Truman Capote definì «di una bellezza agghiacciante», si dice derivi dall’arabo bint al-rion, che vuol dire «figlia del vento», elemento che a Pantelleria assai di rado marca visita.
Isola poco mondana, rifugio di vip schivi, quelli che non vanno in Costa Smeralda a mettersi in mostra.
Ci venivano Aldous Huxley e Henri Cartier-Bresson.
Adesso ci vengono Sting, Madonna, Armani.
Ma non per presenziare a party esclusivi e pubblicizzare nuovi flirt sui rotocalchi pettegoli.
Ha fatto eccezione, in questo senso, Fabio Capello, proprio qui immortalato in un brindisi fedifrago, inequivocabile prova del suo flirt col Real Madrid, prima di avere avviato le pratiche di divorzio dalla Juventus.
Un’eccezione (di stile) che conferma la regola.
I vip panteschi di adozione, normalmente, arrivano, si rinchiudono nei loro dammusi – cubi in pietra vulcanica con tetto a cupola e muri spessi anche due metri mimetizzati nel verde delle piante grasse, nel fucsia delle buganvillee, nel giallognolo delle agavi – e ospitano solo amici intimi, quando proprio hanno voglia di ospitare qualcuno.
Davanti, un mare blu scuro e profondo, eden liquido per i sub, ricco di vita, reperti e relitti.
Tutto attorno i muretti a secco terrazzano le coltivazioni di uva, zibibbo e capperi che contadini abili e puntigliosi spremono da un terreno arido, lottando perennemente contro il vento impietoso, dal quale da tempo hanno imparato a difendersi.
La costa rocciosa concede pochi approdi alle navi.
Nessun sollievo spiaggioso su cui piantare ombrelloni.
Una spettacolare orgia di strapiombi, invece: grotte, scogliere, calette sorprendentemente dolci, ma raggiungibili solo via mare nei rari giorni di bonaccia.
E, a terra, solo dammusi sparsi qua e là, di varie dimensioni e lignaggio, magari con interni da copertina di AD, ma comunque mai troppo appariscenti all’esterno.
Una rara armonia ambientale, spontanea, perché non c’è mai stato un piano che la progettasse.
Roberto Duiz, 29/6/2006
|
pubblicazione: 13/10/2007
galleria immagini (photo gallery) di VIAGGIARE Bel paese: "Pantelleria festeggia il passito", fotografie prese in di VIAGGIARE Bel paese; Soggetto: "Pantelleria festeggia il passito"
visite totali: 8.066
visite oggi: 2
visite ieri: 0
media visite giorno: 1,36
|
|
 |
|
 |
|
|