Entro il 28 febbraio si conoscerà il destino del padiglione ospedaliero di Fiorenzuola giudicato non idoneo staticamente dalle perizie istituzionali.
Prima possibilità: demolirlo, per rifare un padiglione ex novo, magari vicino a quello inaugurato appena nel 2009. Oppure rimettere in sesto il vecchio ospedale oggi chiuso e sigillato, svuotato a metà dicembre, dove c'erano comparto operatorio, pediatria, ostetricia, radiologia, otorino, chirurgia, ortopedia, pronto soccorso.
L'edificio "vecchio" (costruito in tre fasi dagli anni '60 ai '90) si trova sotto osservazione per analisi sismiche e statiche da un paio d'anni, ovvero dal 28 marzo 2011. Ad allora risale l'incarico dato dall'Ausl piacentina alla ditta fiorentina Sicuring che consegnò poi la relazione nel marzo dell'anno scorso, evidenziando le prime criticità sismiche e statiche (citiamo da fonti Ausl).
A circa un anno dalla relazione, e dopo ulteriori approfondimenti tecnici che hanno coinvolto anche organismi politici come il Comitato di Distretto, si dovrebbe ora arrivare a scegliere l'opzione di demolizione o ristrutturazione. Una volta scelta l'opzione, a metà marzo, ci sarà la sottoscrizione del protocollo di intesa in Conferenza territoriale socio sanitaria (Ctss) con l'assessore regionale Carlo Lusenti, per «avere la certezza del ritorno dei reparti a Fiorenzuola e soprattutto - dice il presidente della Ctss Massimo Trespidi - la certezza sui finanziamenti» (una dozzina di milioni di euro).
È la sintesi di quanto concluso ieri nella riunione di tutti i sindaci piacentini ritrovatisi in Provincia.
L'ultima volta che si era parlato qui dell'ospedale di Fiorenziola era nel mese di agosto. Per la verità ieri quando se ne è trattato (dopo la questione del 118) solo i sindaci del distretto di Levante (Valdarda-Valnure) erano rimasti in aula. Lo ha fatto notare l'unico outsider, il sindaco di Castelsangiovanni Carlo Capelli.
Attorno alle 14, in chiusura, Trespidi ha comunicato le due date per decisione e firma del protocollo, tirando le fila di una seduta dove non sono mancate voci critiche e la presenza - silente, ma significativa - degli attivisti del Comitato cittadino No alla chiusura dell'ospedale, riconoscibili dalle t-shirt che dicono no al ridimensionamento della sanità in Valdarda. I tecnici e i volontari del Comitato hanno compiuto il gesto di protesta di uscire dall'aula mentre parlava il sindaco Giovanni Compiani, che ha poi lasciato la parola al direttore generale Ausl Andrea Bianchi.
E' stato quest'ultimo a rendere noto che l'Ausl («in autonomia, visto che l'ufficio di presidenza non era stato convocato») ha incaricato un tecnico - l'ingegner Stefano Rossi - di valutare se è più conveniente demolire il vecchio ospedale e farne uno nuovo, oppure rimettere in sicurezza il vecchio. La delibera di incarico a Rossi (2.500 euro l'incarico più Iva e contributi) si intitola "Presidio ospedaliero della Valdarda. Verifica della convenienza tra i possibili interventi di riorganizzazione strutturale del corpo di fabbrica non idoneo". Tempo per fare la valutazione: 15 giorni.
«Visto che a me comunicazione della delibera di incarico è arrivata il 4 febbraio - ha detto Trespidi - allora entro fine mese il Distretto deve aver preso la decisione in merito alle opzioni, tenendo presente questo tecnico. Porterà la sua decisione in Conferenza socio sanitaria a fine febbraio. A metà marzo, qui in Provincia, il sottoscritto firmerà l'accordo con Lusenti, che dovrà mettere nero su bianco i finanziamenti, perché ora come ora, checché se ne dica, i soldi non ci sono. Ci sono solo i 2 milioni (attesi da anni e legati ad una vecchia finanziaria del 2008, poi sbloccata, ndr) ma per il resto non c'è nessun capitolo di bilancio che reca il nome ospedale di Fiorenzuola».
Donata Meneghelli LIBERTA' 15/02/2014
|