In conseguenza di un'incauto atto amministrativo (la nomina contemporanea di 3 consiglieri comunali ad assessori), la Giunta Reggi, in occasione dell'ultimo Consiglio Comunale, non è riuscita a raggiungere il numero legale per approvare i vari provvedimenti. A questo hanno contribuito anche le dimissioni di un quarto consigliere, ed il dissenso di un quinto consigliere. Per raggiungere il numero legale è necessario avere almeno 21 voti (il Consiglio Comunale è costituito dal sindaco e da 40 consiglieri). Oggi la maggioranza ipotizza il raggiungimento del numero legale con "un'escamotage giuridico" (maggioranza a 19), nei confronti del quale il Ministero degli Interni (interpellato nei giorni scorsi) ha espresso parere negativo.
da Libertà del 1/10/2004 Oggi il consiglio comunale, Poli allo scontro. Guerra sul quorum. Agogliati al centrosinistra: ricorso al Tar se vi riunite in meno di 21. Giornata convulsa ieri nel “palazzo”. La vigilia dell'odierno (ore 17) consiglio comunale ha visto un intenso gioco di tatticismi, con l'opposizione ad affilare le armi per una battaglia che potrebbe finire per disputarsi nelle aule di tribunali chiamati a decidere della sopravvivenza o meno dell'amministrazione, e la maggioranza intenta ad attrezzarsi al meglio sul versante giuridico per respingere l'assalto. In mezzo Levoni (gruppo misto), la cui presenza in aula toglierebbe da ogni impaccio il centrosinistra, ma che con una lettera ai colleghi consiglieri ha fatto sapere che sarà assai improbabile vederlo oggi all'appello data l'aperta polemica col sindaco Reggi per «gravissime allusioni» che questi avrebbe rivolto al suo indirizzo. L'impaccio con cui ha a che fare la maggioranza è noto. Risale a lunedì scorso, quando la seduta che doveva vedere l'insediamento in aula dei quattro nuovi consiglieri chiamati a prendere il posto dei dimissionari Squeri, Dosi, Carini e Vaciago, ha sbattuto sullo scoglio del numero legale. La coalizione di governo, forte in quel momento solo dello stretto necessario per il quorum, ossia 21 voti (su 41), è scesa al di sotto per il combinato tra l'assenza di Levoni e l'uscita dall'aula dell'opposizione. Perciò, con 20 presenti soltanto, seduta che salta senza che si sia potuto insediare i subentranti. Visto che Levoni non pare proprio disposto a far rientrare il suo dissenso (salvo un chiarimento con il sindaco ritenuto però improbabile) e che l'opposizione è arroccata sull'Aventino, la maggioranza ha cercato nelle pieghe delle normative una soluzione per riuscire a tenere regolarmente un consiglio anche rimanendo in 20. E lo ha trovato, sostiene, in una seconda convocazione del consiglio, in forma d'urgenza, con lo stesso ordine del giorno di lunedì scorso, che è la seduta in programma oggi pomeriggio. In questo modo, è la tesi, il quorum si abbasserà e per procedere alle quattro surroghe non ci sarà bisogno né di Levoni né della minoranza. Su quanto scenda il numero legale delle seconde convocazioni (previste dallo statuto comunale ma non regolamentate espressamente ai fini della validità) le interpretazioni divergono anche nella maggioranza (che però entro le 17 di oggi si darà una linea unitaria): c'è chi sostiene 19, ossia il 50% del consiglio considerandolo oggi composto di soli 37 membri (41 meno i 4 dimissionari), chi 4. Ma c'è pure un'altra tesi suffragata da un regolamento del ministero dell'Interno, e cioè che alla seduta di surroga possano partecipare gli stessi consiglieri subentranti, in omaggio al principio della prioritaria ricostituzione del plenum del consiglio prima di deliberare su qualsiasi argomento. Ma al Ministero dell'Interno guarda anche l'opposizione che sul punto ha idee di tutt'altro genere. Il senatore Agogliati (Forza Italia) ha posto al Viminale un quesito sulla vicenda e la risposta, arrivata ieri a tambur battente, ha informato il parlamentare, non dà scampo alla maggioranza: il quorum delle seconde convocazioni nel Comune di Piacenza è identico a quello delle prime, ossia 21 presenze. Così ha riferito Agogliati, senza peraltro voler diffondere, per «ragioni di riservatezza», il testo del parere ministeriale. Oggi ne darà comunicazione al prefetto, ha spiegato avvertendo poi la maggioranza che se riunirà il consiglio con un quorum inferiore «l'opposizione farà ricorso al Tar». E se verrà accolto elezioni anticipate garantite.
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