Discussione in Consiglio Comunale.
LIBERTA' del 10/12/2002 : E' stato il concetto di famiglia l'argomento centrale della seduta di ieri del consiglio comunale che ha visto l'esame del nuovo regolamento per l'assegnazione degli alloggi di Edilizia residenziale pubblica (Erp), ossia le case popolari. Un regolamento il cui varo era atteso visto che il precedente era in vigore da parecchio e cominciava a sentire il peso degli anni e di una società che nel frattempo ha cambiato sensibilmente connotati; ma soprattutto in considerazione della legge regionale approvata nell'agosto del 2001, ma rimasta finora senza le disposizione di attuazione demandate a ciascun Comune. Insomma, una «situazione bloccata», ha fatto presente l'assessore ai servizi sociali, Leonardo Mazzoli, che «da più di tre anni» ha impedito l'emanazione di un bando di assegnazione di case popolario di fronte a una domanda crescente. A scaldare l'aula è stato il concetto di famiglia, si diceva, alla luce del fatto che il regolamento, nel definire gli aventi diritto al concorso alle assegnazioni Erp, non fa distinzioni tra le famiglie tradizionalmente intese (coniugi e figli, ascendenti, discendenti, collaterali e affini), le convivenze more uxorio (stabile convivenza instaurata da almeno due anni prima della data di presentazione della domanda) e i nuclei di persone (stabile convivenza finalizzata alla reciproca assistenza morale e materiale, instaurata da almeno due anni prima della data di presentazione della domanda). Via libera, in buona sostanza, alle coppie di fatto e alle unioni tra omossesuali, equiparate in tutto e per tutto alle famiglie con tanto di certificazione matrimoniale. Un punto su cui l'opposizione ha dato battaglia (anche se con toni, tutto sommato, moderati), nonostante dalla maggioranza abbiano fatto presente che nel regolamento nulla di diverso si poteva prevedere essendo la legge regionale a disegnare nel dettaglio il concetto di “nucleo familiare avente diritto”. Non che le minoranze non abbiano tenuto conto del vincolo legislativo, ma hanno comunque ritenuto che una qualche maglia si potesse aprire consentendo al regolamento di fissare punteggi di attribuzione differenti a seconda della tipologia di nucleo familiare. Nell'ottica, hanno spiegato in molti della Casa delle libertà, non tanto di penalizzare qualcuno quanto di «valorizzare» qualcos'altro, e cioè il concetto di “famiglia tradizionale”. Per questo Filiberto Putzu (Piacenza Nostra), ha presentato un emendamento con punteggi a scalare per famiglie (15 punti), convivenze more uxorio (10) e nuclei di persone (5). Emendamento arricchito da un'aggiunta di Luigi Salice (Forza Italia) tesa a equiparare alle famiglie, in termini di punteggio, le convivenze di fatto qualora vi siano presenti dei figli. E' sul sub-emendamento di Salice che si è registrata la spaccatura tra maggioranza (contraria) e opposizione (favorevole) che si è poi riprodotta, a parti inverse, alla votazione finale che ha dato il via libera al regolamento (con l'unica astensione di Carlo Mazza, del gruppo misto). All'opposizione che sosteneva l'opportunità di differenziazioni tra le tipologie dei nuclei fiamiliari (pena il risultato di «azzerare la famiglia equiparata», ha avvertito Putzu), centrosinistra e Rifondazione comunista hanno replicato censurando il tentativo di introdurre disposizioni in contrasto sia con la legge regionale sia con le distinzioni di carattere soggettivo su cui invece poggia il regolamento licenziato dalla giunta (v. articolo sopra). Da rilevare la sottolineatura, «da cattolico», di Paolo Dosi (Margherita), che pur riconoscendo le ragioni di una legislazione regionale che «ha recepito una condizione (quella delle coppie di fatto, ndr) sempre più diffusa e con cui dobbiamo fare i conti», si è anche domandato «i motivi che hanno favorito l'indebolimento della famiglia “tradizionale”», ossia «il luogo naturale di crescita di ogni individuo». Ci sono responsabilità politiche collettive, ha denunciato, invitando l'amministrazione a un'azione politica a favore soprattutto delle giovani coppie. Gustavo Roccella
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