Non si placa la rabbia dei pendolari. «Purtroppo ogni giorno vengono alla luce ulteriori peggioramenti introdotti dal nuovo orario ferroviario - spiegano i portavoce della sempre più “agguerrita” Associazione piacentina - l'ultimo che abbiamo scoperto riguarda il numero di carrozze di alcuni treni interregionali che passano periodicamente da 13 a 12 con ovvie ripercussioni su viaggiatori». Secondo i pendolari «le ferrovie hanno unilateralmente preso questa decisione in barba al contratto di servizio stipulato con la Regione Emilia» ed essi chiedono pertanto «che la Regione si attivi per ripristinare immediatamente le condizioni previste dal contratto di servizio». «Anche molti treni Regionali della linea Piacenza-Milano (in carico alla Regione Lombardia) - si legge nel sito dell'Associazione - hanno avuto drasticamente ridotto il numero di posti disponibili tanto che partono sistematicamente con molti passeggeri in piedi». E non è tutto. «Da informazioni ufficiose - si legge ancora - sembra che le ferrovie lombarde abbiano destinato alla linea per Piacenza il materiale più scadente». «Ovviamente - aggiungono i nostri pendolari - la motivazione sarebbe che i piacentini non possono protestare dato che Piacenza in Lombardia non conta nulla». Chi viaggia, soprattutto sulla tratta Piacenza-Milano (e ritorno) lamenta inoltre «pesanti ritardi decisamente superiori a quelli dei mesi scorsi. Tutto questo nonostante l'aumento cospicuo dei tempi di percorrenza di alcuni treni. La situazione sta diventando molto pesante, auspichiamo al più presto una decisa marcia indietro delle ferrovie» «Sulla tratta per Milano - afferma Gino Luigi Acerbi, che parte del direttivo dell'Associazione - avevamo chiesto “accorciamenti” dei tempi di percorrenza ed invece, con il nuovo orario, sono stati ulteriormente allungati passando da 50 minuti a 58/60 e addirittura 65 minuti». Il timore dei pendolari è che dietro questi “allungamenti” dei tempi di percorrenza, via sia il timore, da parte di Trenitalia (le ex Fs), di incorrere nelle multe già inflitte all'ente dalla Regione Lombardia e che anche l'Emilia Romagna minaccia di applicare in caso di reiterati ritardi e disservizi. «Le lettere che abbiamo ricevuto (e che, in parte, pubblichiamo nelle schede a margine ndr.) mostrano l'estremo malcontento dei pendolari nei confronti degli allungamenti dei tempi di percorrenza introdotti con il nuovo orario ferroviario». «L'unico motivo per cui Trenitalia si permette di trattare noi pendolari a pesci in faccia - osserva nel sito dell'Associazione un piacentino che ogni giorno prende il treno per lavoro - è la mancanza di concorrenza e la mancanza di alternative. Se ci fosse un mercato veramente concorrenziale Trenitalia avrebbe già chiuso i battenti. Ma i pendolari - aggiunge - sono una realtà sociale che le istituzioni non possono ignorare. I soldi per pagare gli abbonamenti escono dai nostri portafogli e non sono rimborsati (salvo alcune eccezioni) dai datori di lavoro. A fine anno, oltre alle ore di vita perse in viaggio, abbiamo in tasca meno soldi che potremmo usare per pagare una vacanza, un regalo ai figli, ai compagni, o solo per mangiare o pagare l'affitto senza l'ansia del conto in rosso. Il pendolare non va in vacanza la mattina: va al lavoro o va a studiare in un luogo che gli offre qualcosa che a casa sua non trova. Potrebbe, Piacenza, offrire lo stesso lavoro e/o lo stesso stipendio, o la stessa scuola/università a tutti i suoi cittadini pendolari? No, non potrebbe, non in tempi rapidi. Le istituzioni piacentine e quelle dell'Emilia Romagna non possono ignorare la realtà della nostra città di confine. Abbiamo gli stessi diritti di chi lavora sotto casa, così come noi rispettiamo il dovere di pagare le tasse». E intanto dal 22 gennaio più di 89.000 abbonati Trenitalia potranno richiedere il bonus recandosi nelle biglietterie e nei punti vendita presenti sul territorio. Sono infatti 15 le direttrici della Lombardia - compresa quella per Piacenza-Bologna - che in novembre hanno superato l'indice di affidabilità del servizio del 6,25%. Su www.trasporti.regione.lombardia.it sono disponibili i dati relativi all'indice di affidabilità registrato dalle singole direttrici in novembre. Il bonus, ricorda la Regione, è il riconoscimento da parte della Regione Lombardia ai pendolari di una forma di indennizzo in caso di mancato rispetto da parte di Trenitalia o di Ferrovie Nord Milano dello standard minimo di puntualità dei treni.
16/01/2004 4.46.04
[Segnala questa pagina]
|