Il direttivo di Forza Italia
La prima sede ufficiale per l'analisi del voto e della sconfitta.
Sotto la presidenza del commissario Antonio Agogliati, Forza Italia ha riunito ieri sera il proprio direttivo dopo le polemiche che hanno scosso la coalizione di centrodestra con i rinfacci tra lo staff dell'ex candidato Dario Squeri ed esponenti "azzurri".
Il leit motiv emerso dagli interventi è, a quanto si è appreso, che l'elettorato di centrodestra non ha riconosciuto come azzeccata la scelta della candidatura Squeri.
Una valutazione fatta con tutti i riguardi del caso, senza buttare la croce addosso a Squeri a cui sarebbe stato riconosciuto di essersi impegnato al massimo nella campagna elettorale. Agogliati risulta tra l'altro avere ricordato i dati del sondaggio commissionato in dicembre in seno al centrodestra in cui Squeri sarebbe uscito come l'opzione più promettente tra le varie ipotesi messe a confronto. Della sua lettura del voto era stato Massimo Trespidi, riconfermato capogruppo in Comune, a dare un'anticipazione intervistato da Telelibertà prima del direttivo.
«Sia Forza Italia sia gli altri partiti del centrodestra sia il candidato-sindaco si sono spesi in campagna elettorale in modo sincero», ha considerato. Ingeneroso però incolpare candidati "azzurri" o di An, come invece hanno fatto Piacenza Libera e la Lega, di aver cercato i voti disgiunti a discapito della coalizione: «Il voto disgiunto è un'entità marginale che non può avere influito sul voto finale. Il candidato sindaco era quello più possibile in quella fase, quello che metteva d'accordo l'intera coalizione, tutti lo hanno accettato, la Lega tra l'altro facendo presente che solo con Squeri ci sarebbe stata fin dal primo turno, per cui mettendo insieme tutti i tasselli è venuto fuori il suo nome».
Secondo Trespidi la spiegazione della sconfitta va cercata nell'assenteismo alle urne, nel fatto cioè di non essere riusciti a replicare l'alta partecipazione al voto delle politiche del 2006 quando con l'87% di affluenza il centrodestra a Piacenza superò il 52%: «Stavolta è andato a votare solo il 77% e ci siamo fermati come coalizione al 48% (Squeri al 44%, ndr)», perciò «quando gli elettori di centrodestra non vanno a votare, il centrodestra deve interrogarsi sul perché non ci sono andati. Probabilmente questo candidato non è stato percepito come uno su cui tutto l'elettorato potenziale di centrodestra si sentiva rappresentato, ma questa è un'analisi che riguarda tutta la coalizione, non qualcuno soltanto».
Al direttivo di ieri si è deciso di convocare un'assemble degli iscritti della città per rimotivare la base. Mentre sul contrasto tra Agogliati e il coordinatore regionale Bettamio e quello nazionale Bondi riguardo al ruolo di Squeri come capo o meno dell'opposizione in consiglio comunale, ci sono stati in questi giorni incontri che farebbero considerare chiuso l'incidente.
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