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Non rinunceremo al "ponte bis" sul Po
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Ponti in consiglio provinciale. Quello crollato in aprile dalla cui ricostruzione sono state escluse le aziende piacentine; il "terzo" futuribile ponte sul Po che si vorrebbe sviluppato a Ovest della città collegando Rottofreno e Guardamiglio (infrastruttura per la viabilità ordinaria), i problemi di quello in ferro a Castelvetro e ancora il viadotto sul Trebbia a San Nicolò nella fase di avvio della costruzione «seppure difficoltosa». Il filo conduttore della schermaglia politica in consiglio provinciale ieri ha riguardato i ponti esistenti e non. Dapprima l'esclusione della cordata piacentina per la ricostruzione del viadotto crollato nell'aprile scorso. Con due posizioni distinte sull'argomento. Da un lato l'opposizione critica sull'esito della gara: «Chiederei ad Anas come mai i due progetti sono stati valutati con un punteggio uno triplo dell'altro» ha segnalato Marco Bergonzi (Pd) e con Gianluigi Boiardi che ha parlato di «Flop del sistema piacentino. Ce lo siamo meritato perché, in cinque mesi, non s'è fatto nulla» portando come contraltare e ad «esempio positivo» l'appalto della Cr-Mn con l'associazione temporanea d'impresa che fu tentata e che prevalse dopo un ricorso sulla base dell'esame delle carte. «La Provincia in quell'occasione recitò un ruolo», ha segnalato invitando l'Amministrazione provinciale «Ad andare a vedere le carte e verificare nel dettaglio quel bando». Accuse di inattività che ha dato fuoco alle polveri. Con Patrizia Barbieri che ha attaccato Boiardi «Questa giunta è in attività da tre mesi, mi verrebbe da chiederle cosa ha fatto lei in 5 anni» ha esordito riferendosi in particolare alla questione del ponte di Castelvetro. «Innumerevoli volte abbiamo chiesto interventi per alleggerire il traffico che lo percorre» Sottolineatura che ha richiamato anche Francesco Marcotti (Pdl). «Comunque riguardo alla programmazione infrastrutturale - ha concluso poi Barbieri - la Provincia sta lavorando per individuare le soluzioni e saranno soluzioni d'interesse per tutti».
Riguardo alla mancata aggiudicazione dell'appalto alle ditte piacentine, di segno diverso gli interventi dei consiglieri di maggioranza. Con Tommaso Foti che ha messo i puntini sulle "i". In sostanza ha segnalato che l'aver deciso il rifacimento del vecchio ponte, non significa rinunciare alla prospettiva di avere un altro ponte per la viabilità ordinaria. Il ponte bis insomma. Foti ha contestato le accuse alla politica che su questa vicenda «Ha fatto il massimo». «Non sta a noi entrare nel merito dell'appalto chi ritiene di essere stata danneggiato ha una strada percorribile: il ricorso». Ha quindi criticato l'ipotesi di ricarcimento danni se fatta ora, potrebbe avere un senso una volta chiusa l'inchiesta. Con una tale decisione - ha poi aggiunto - si rischia di costituire un precedente».
Sull'argomento l'assessore Sergio Bursi dispiaciuto che l'appalto non sia andato alle aziende piacentine, ma la scelta «di un progetto migliore per me è sinonimo di garanzia. Non ci dimentichiamo che un ponte è crollato. E l'economia piacentina non ne sarà penalizzata le aziende venete che lavoreranno nel cantiere non si porteranno la sabbia da San Donà di Piave». Argomentazioni, quelle di Boiardi non condivisibili per Luigi Francesconi (Pdl) «Perché una ditta a 300 chilometri da noi non avrebbe titolo per lavorare? Se non ricordo male durante il suo mandato ha affidato appalti ad aziende di Catania». Tutto diverso una volta che sarà applicato il federalismo fiscale secondo il capogruppo di Lega Nord Stefano Cavalli che ha fatto leva sulla necessità di unire le forze sui progetti importanti. In conclusione, il presidente Massimo Trespidi: «E' mia intenzione verificare quanto accaduto sul ponte del Po - ha esordito - ma nessuno pensi che la politica faccia quello che non le spetta. Non compete alla politica stabilire chi vince i bandi: le gare rientrano nelle regole del libero mercato. Chi critica la politica in questa circostanza indebolisce il sistema territoriale che, in più occasioni, si dice di voler rafforzare». Antonella Lenti Libertà del 13/10/2009
«Progettiamo il collegamento con la Lombardia a Ovest della città» Consenso all'idea, ma «non fattibile per ora» piacenza - Ipotesi di ponte bis innescata da una mozione presentata dal capogruppo della Lega Nord Stefano Cavalli (unanimità nel voto) che modifica in corso d'opera la mozione dopo le proteste di Boiardi perché nel testo si faceva riferimento esclusivamente al lavoro svolto dai soli parlamentari del centrodestra. Su questo documento si è quindi innestato un emendamento presentato da Giulio Maserati (Pd) nel quale si proponeva "l'opzione Ovest" per il nuovo ponte futuribile. Maserati ha citato uno studio su vasta scala del Comune di Piacenza: ha progettato una variante del sistema autostradale che interessa il territorio del comune di Rottofreno e Calendasco. Si prevede in sostanza un collegamento tra il futuro casello di Rottofreno-Santimento con quello di Piacenza Nord in Lombardia a Guardamiglio e da qui verso Cremona. Sostanzialmente accordo su questa proposta che imposterebbe un nuovo sistema infrastrutturale, tuttavia non praticabile al momento in quanto - è stato richiamato durante il dibattito (numerosi gli intervenuti) - gli strumenti di programmazione parlano esplicitamente di una possibilità di ponte bis verso Est. E per cambiare prospettiva e ottenere un risultato, è necessario, prima di qualsiasi altro atto far esprimere gli enti interessati. Le Regioni, Emilia e Lombardia e le amministrazioni coinvolte. Intanto vecchio ponte e l'ipotesi del nuovo si sono intrecciati nel confronto in aula. Due facce di una stessa medaglia con una preoccupazione: mantenere alta l'attenzione affiché l'investimento che oggi si fa con il rifacimento del ponte crollato non sia comprensivo anche di una nuova, moderna infrastruttura. a. le.
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pubblicazione: 13/10/2009
aggiornamento: 24/10/2009
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