di EMILIO BOLZONI
Egregio Dottor schiavi, leggo su Libertà il suo commento alla lettera che le avevo inviato alcuni mesi fa in riferimento al suo intervento alla trasmissione "Provincia Ultima Fermata". Nella mia lettera c'erano alcuni spunti oggi datati, come l'allargamento della nostra provincia a quella di Parma. L'analisi è però ancora attuale anche se, purtroppo, la dobbiamo inserire in un panorama nazionale che ha subito un ulteriore peggioramento (non ne avevamo bisogno!).
Conosciamo le grandi difficoltà a reperire credito. La pubblica amministrazione ha ulteriormente allungato i termini di pagamento. La politica si è rifugiata nell'ordinaria amministrazione in attesa delle elezioni.
Sappiamo che la disoccupazione è aumentata arrivando all'11,1% ultimo dato Istat disponibile, come sono aumentate le aziende in sofferenza.
Anche in questa situazione però, analizzando un campione ampiamente rappresentativo delle aziende manifatturiere appartenenti alla nostra associazione (il campione non ha mai compreso le aziende edili, includendo invece quelle produttrici di materiale per l'edilizia) troviamo dati che confermano la tenuta del manifatturiero piacentino.
Nella lettera precedente avevo commentato un 1,16% di crescita degli occupati confrontando il primo semestre 2012 con il primo semestre 2011, nonostante una situazione di mercato difficilissima.
Oggi, in una situazione ancora peggiore, confrontando il secondo semestre 2012 con il secondo semestre 2011 troviamo di nuovo una crescita degli occupati del 1,33%. E' impressionante il fatto che, di nuovo, sia stato possibile mettere un + davanti al dato statistico.
E' da rilevare anche, guardando la provincia di Piacenza nel complesso e non solamente i nostri associati, che lavoriamo in una regione dove troviamo (ultimo dato Istat disponibile) una disoccupazione del 6,43%, enormemente migliore del dato nazionale, con la nostra provincia che storicamente registra un dato di circa mezzo punto percentuale migliore del dato regionale.
E' questo che mi fa dire che il tessuto industriale di questa città dimostra ancora una volta di essere vivo, e aggressivo quanto basta.
Sappiamo che solo noi manifatturieri e esportatori possiamo andare a prendere la crescita dove oggi è, spesso molto lontano da casa e, esportando i nostri prodotti, portarla nella nostra città.
I dati dicono che "nonostante tutto" lo stiamo facendo con qualche risultato che ci conforta, ma per garantire la crescita non possiamo far conto solo sulle aziende che possono o sanno esportare. Chi è legato ai consumi interni è fortemente penalizzato. Serve quindi uno scatto profondo che sappia coinvolgere tutti i settori dell'economia.
Piacenza deve guardare con coraggio, ma anche con progettualità, ad alcune grandi occasioni che ci sono molto vicine come Expo 2015 e le prospettive culturali, industriali, turistiche e infrastrutturali come il collegamento con Milano che ad Expo possono essere collegate. Piacenza ce la può fare, noi piacentini, tutti assieme, possiamo farcela.
Emilio Bolzoni Presidente Confindustria Piacenza
da LIBERTA' del 22/02/2013
LA LETTERA DI SCHIAVI
Gentile dottor Bolzoni, Condivido le sue riflessioni e anche l'auspicio che riguarda Piacenza e l'intero Paese: in questo momento dobbiamo tirare fuori il meglio di noi. La crisi che stiamo vivendo è terribile, ma fintanto che ci saranno persone positive, imprenditori e cittadini capaci di rimboccarsi le maniche, sono convinto che potremo farcela. Le mie osservazioni sulla città erano dettate dal sentimento e dalla delusione di chi vede spegnersi le luci che un tempo brillavano legittimando un grande orgoglio. Il problema oggi non è la caduta (che le cifre dell'occupazione e dell'economia smentiscono) ma la capacità di rialzarsi, e trovare una visione, un progetto da realizzare con l'aiuto di tutti. La linea ferroviaria veloce con Milano è uno di questi, come la valorizzazione degli straordinari beni ambientali del nostro territorio e la nascita di un polo universitario da esporre come modello per i giovani. Piacenza è una capitale smart che può legare, meglio di altre, il sapere tecnico e industriale con la qualità della vita. Serve una rinascita culturale e il mio auspicio fatto attraverso Libertà, quasi una provocazione, andava in questo senso. I piacentini volano basso, si dice, ma questo non impedisce di puntare in alto. Libertà, il giornale che sento come una casa, ha mostrato un sussulto d'orgoglio per i suoi 130 anni e ha riunito tutti in una grande famiglia. Avanti così, ce la faremo. giangiacomo schiavi
da LIBERTA' del 18/02/2013
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