Il campo ai piedi del Farnese è la palestra all'aperto di oltre duemila studenti piacentini
La Mole del Vignola alle spalle, l'ovale verde del "Daturi" davanti: nel mezzo, precisamente in quella lingua di terra già nel vallo che separa il campo d'atletica dal giardino di Palazzo Farnese, dovrebbe venirci un parcheggio per 440-500 auto, a stretto servizio del Centro Storico. Ma questa soluzione, ancora tutta da costruire, non piace agli insegnanti di educazione fisica che accompagnano i ragazzi a far attività all'aperto in primavera e talvolta anche in inverno. Sono oltre duemila gli studenti abituali utilizzatori del "Daturi. A servirsi del "Daturi" sono la Media Faustini, il liceo Classico Gioia, l'Istituto Tecnico Romagnosi e il liceo privato San Benedetto, tra i pochi in Italia ad indirizzo sportivo. L'impianto viene usato anche d'inverno, con uno spirito di autogestione tra le scuole. Si potrebbe aprire lo spazio alla città, già oggi c'è chi vi organizzata iniziative extrascolastiche, come rugby o mountain bike, per i ragazzi del quartiere. "Ci sembra inconcepibile l'idea del parcheggio a fianco dell'attività sportiva per i ragazzi" s'infervora Angelo Cino. "Un posto così persino in un Paese sperduto dell'Africa lo manterrebbero tale e quale, lo esalterebbe, invece Piacenza lo snatura". "E' la filosofia di fondo che non funziona, qui c'è già una struttura da rendere efficiente, ma invece di rimodernarla per darle più spazio, ci si mettono macchine, senza pensare agli studenti che ci gravitano intorno. E' d'accordo Luciana Mascandola, che insegna al "Romagnosi": "Questo spazio è vitale nelle mezze stagioni, si arriva in pochi minuti ed è uno sfogo importante. Qui, fin dai tempi del Farnese c'erano i famosi giardini di palazzo, qui doveva esserci un'oasi di pace, di libertà e di acqua. Questa operazione del parcheggio per noi significa stravolgere un'idea storica e uno dei pochissimi spazi verdi del centro". Annuisce anche un'altra insegnante del "Gioia", Daniela Guazzi. "Questa è l'unica oasi che che dà il modo ai ragazzi di fare un po' di educazione fisica, in mancanza di strutture".
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