Vision 2020
Piacenza anno 2020, ovvero una città dove le auto sono sparite dal centro, dove gli spazi verdi si sono riappropriati della loro centralità, i luoghi cittadini dell'arte sono spalancati per iniziative di forte richiamo culturale, ed i giovani non alimentano più un'estenuante "fuga di cervelli" verso Milano o all'estero, trovando sul territorio un posto di lavoro: utopia o realtà prossima ventura?
A rifare i connotati alla Piacenza che verrà (meglio, che dovrebbe venire) sono i suoi giovani, quelli che nel 2020 avranno appena superato la boa dei 30 anni, la futura classe dirigente piacentina. Nella vasta platea del convegno di ieri alla Cattolica sono lì da spettatori, per il momento, studenti di diverse scuole piacentine, Gioia, Cassinari, Colombini.
Su quali talenti dovrà puntare Piacenza per il suo futuro? «La tutela dell'ambiente urbano - indica Andrea Bellini , 17 anni - e la presenza di spazi verdi nella città, perché gli attuali sono insufficienti». «Serviranno - ritiene Luca Perdoni , 16 anni - luoghi di aggregazione per le nuove generazioni, in quanto i bar o le discoteche di oggi non bastano. Meglio sarebbe - sostiene l'adolescente - rendere fruibili ai ragazzi spazi da gestire in autonomia». «Aggiungerei pure - interviene Lorenzo Basile, 17 anni - il potenziamento delle infrastrutture sportive». «E, per il futuro - allunga la lista Giulia Viganò , 17 anni - punterei a che la città ed in particolare i giovani potessero contare su nuovi luoghi e giornate dedicati agli eventi musicali, il panorama attuale è ancora scarso». «Perché - suggerisce Sara Gioia , 18 anni - non aprire alla città il campo Daturi? Servirebbe ad attività sportive e ricreative». E perché, rilancia Maria Grazia Porcari , 18 anni, non far incontrare i piacentini con gli abitanti di altre città? «Sarebbe una grande occasione di confronto e di partecipazione, per realizzare nuove iniziative a favore di Piacenza che non venissero soltanto da politici ed amministratori», è convinta la studentessa, mentre Ilaria Ferrarese , per la Piacenza 2020, vorrebbe chiedere «più opportunità lavorative per il futuro professionale dei suoi giovani».
Le strade invase di automobili, il traffico congestionato delle ore di punta, le polveri sottili che quotidianamente attentano ai polmoni dei piacentini: il tema dell'inquinamento, tra i ragazzi della Piacenza 2005, desta più di una preoccupazione. «Nel 2020 - si augura Matteo Gabba , 16 anni - Piacenza dovrebbe avere chiuso completamente il centro alle auto». Ipotesi affascinante, ma debole, forse, sotto il profilo della sua attuazione. «Ma la mobilità urbana - ribatte Elisa Magistrati , 16 anni - dovrebbe puntare più di oggi su un efficace miglioramento della rete di trasporto pubblico, che oggi è insufficiente rispetto ai bisogni», e dello stesso avviso è Alice Bongiorni . «Io penso - fa presente Valeria Fantigrossi , coetanea di Elisa - ad una Piacenza completamente pedonalizzata, dove circolare in libertà e dove i mezzi pubblici fanno dimenticare a casa l'auto». «E perché - interviene Elena Calatroni 18 anni - non scommettere anche sulla cultura? Altre città già lo fanno, mostre come quella di Brescia su Van Gogh e Gaugin qui non si fanno, eppure, se fossero realizzate a Palazzo Farnese o alla Ricci Oddi, rilancerebbero il turismo culturale di Piacenza».
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