L'esercito dice sì al Politecnico. Passo avanti per la "cittadella museale" a nord
Nelle vicende delle dismissioni dei beni militari un piccolo passo può avere un valore simbolico enorme. Ecco l'ultimo: l'Esercito nei giorni scorsi ha detto "sì" alla richiesta del Politecnico di Piacenza di poter accedere a mappe, sezioni, cartografie della Caserma Nicolai di piazza Cittadella, del cui trasferimento all'Artale in via Emilia Pavese si è già parlato come di ipotesi praticabile, mettendo l'accento sugli spazi preziosissimi che si libererebbero.
E' un'apertura eccezionale. A voler essere ardimentosi nell'interpretarla, siamo di fronte al primo, simbolico gesto, verso il ritorno ad un uso civico di queste architetture e di questi spazi.
Il presidio del Pontieri, aperto al pubblico solo il IV Novembre, festa delle Forze Armate, racchiude un prezioso complesso storico, un vero tesoro d'arte, firmato dal bramantesco Alessio Tramello e ricostruito tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento. Sei chiostri, oggi invisibili alla cittadinanza, fanno da corona alla Chiesa di San Sisto, ma nessuno può accedervi, in quanto sono inclusi nell'area militare, nessuno li ha mai potuti studiare, le uniche carte disponibili risalgono al Settecento e appartengono all'Archivio di Stato di Parma.
Per la prima volta, l'Esercito - di solito molto geloso delle informazioni logistiche che riguardano zone difensive - accetta di mettere a disposizione nel dettaglio la "fotografia" di quanto c'è all'interno.
Non è una cosa comune, spiega l'architetto Marcello Spigaroli, docente del Politecnico, autore di tanti studi sul comparto nord della città per promuovere una cittadella museale e della cultura che guardi verso il Po. Spigaroli, per ottenere questo risultato, si è mosso insieme all'architetto Benito Dodi, presidente dell'Ordine degli Architetti e con i buoni uffici di Don Giuseppe Formaleoni, parroco di San Sisto.
L'idea risale all'ottobre 2008, poi a luglio di quest'anno viene formalizzata la richiesta del Politecnico per eseguire ricerche e rilievi sui fabbricati di pertinenza della caserma, i quali - in massima parte - rientrano nel novero degli edifici urbani d'interesse monumentale.
La risposta positiva arriva nei giorni scorsi dopo il via-libera della direzione del 2° Reggimento Pontieri.
Il quadrante nord di Piacenza è stato al centro, molto recentemente, di un convegno voluto dall'Unione Commercianti per trovare una vocazione a questa fetta di città. Si è parlato di un nuovo ponte sul Po ad ovest, di eliminazione del viadotto dell'A21 che riversa inquinamento sulla città, di valorizzazione del Po e delle sue pertinenze. In un simile mosaico c'entra anche la cittadella dell'arte e della cultura.
Su questa cittadella museale intorno a palazzo Farnese sono d'accordo le forze economiche e istituzionali.
Tali spazi permetterebbero di pensare ad un'espansione delle civiche raccolte d'arte, ad una casa per il museo diocesano con i suoi 80mila pezzi, al recupero di aree verdi e del legame con il fiume, a un vasto comparto di parcheggi (2.500) nell'oltre-mura a servizio del centro storico.
L'area nord ha un'estensione di 155mila metri quadrati, in gran parte (85 mila) occupati da strutture militari - Laboratorio Pontieri e Caserma Genio Pontieri dismissibili- con 5mila metri quadrati che appartengono alle mura e al bastione di San Sisto.
In quanto al blocco storico, la destinazione militare ha conservato intatto il complesso dei chiostri di San Sisto, complesso fondato nel IX secolo per volontà imperiale, e diventato molto presto uno dei più importanti monasteri dell'Italia settentrionale. La somma delle superfici della chiesa con i chiostri e i corpi aggiunti, al netto delle aree scoperte, è di 14mila metri quadrati, quanto Santa Giulia a Brescia, osservano gli esperti.
Patrizia Soffientini LIBERTA' del 06/12/2009
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