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NEWCO, VACIAGO FA LA SPARATA

vaciago spara sulla regione

Sono i concambi il nodo più ingarbugliato da sciogliere nella partita di Newco Emilia, quello che più di tutti gli altri ha creato i nervosismi che hanno frenato in queste settimane il progetto di aggregazione tra le aziende multiutility di Modena (Meta), Reggio (Agac), Parma (Amps) e Piacenza (Tesa). Ed è proprio affrontando quello scoglio che l'altro giorno dal presidente della Regione Vasco Errani i sindaci della quattro città sono partiti per vedere di mettere nuovo carburante nel serbatoio di Newco (v. Libertà di giovedì). Non che la questione dei concambi d'incanto si sia risolta, ma almeno si è stabilito di tornare a far riunire da subito i tavoli tecnici (manager e adviser delle quattro aziende) per ragionare sulle quote percentuali che a Meta, Agac, Amps e Tesa toccheranno nella futura Newco. (gu.ro.) Giacomo Vaciago si è fatto un'idea precisa delle fibrillazioni di questi giorni lungo la via Emilia che hanno minato, e ancora minano, il buon esito dell'operazione Newco. E, come qualche volta gli capita, è un'idea che mal si concilia con le scelte della amministrazione di cui fa parte sedendo in consiglio comunale tra i banchi della Margherita. «Qualcuno ha deciso che dobbiamo fare matrimoni regionali ed ecco il risultato. Ma era chiaro che nei territori confinanti c'è conflitto in queste materie, e non complementarietà. Tant'è, qualcuno ci ha imposto di battere questa strada e ora ci ritroviamo a litigare con Modena, Reggio e Parma. Soltanto tempo perso». L'ex sindaco e docente di economia politica all'università Cattolica ce l'ha con la Regione. E non solo nello specifico, ma come considerazione generale sull'istituzione pare di capire: «Non ha senso che la Regione si occupi di servizi pubblici. Pensare che per crescere si debba passare da Bologna significa smettere di crescere. È quanto accade dagli anni '70, da quando le Regioni esistono». Chiara, dunque, la critica di Vaciago all'interventismo del presidente emiliano-romagnolo, Vasco Errani, che di Newco è stato lo sponsor principale tanto da controfirmare il protocollo d'intesa per l'aggregazione siglato tra i sindaci di Modena, Reggio, Parma e Piacenza. Non gli piace come metodo, ma nemmeno nel merito: sbagliato cercare alleanze con le multiutility dei territori vicini, inevitabile la conflittualità, secondo l'ex sindaco: «La complementarietà l'avremmo avuta con Genova e Brescia, è chiaro che era con loro che dovevamo crescere», si dice convinto fornendo così un assist inaspettato all'opposizione della Casa delle Libertà che ha sempre criticato la via emiliana (ed “erraniana”) alle multiutility. Una posizione “disorganica”, quella di Vaciago, che farà discutere nel “palazzo”. Tanto più che lo scorso autunno, quando in consiglio comunale si votò la convenzione preliminare su Newco, dall'ex sindaco arrivarono parole di sostegno all'operazione (v. Libertà dell'11 novembre 2003).
Sulla carta è ragionevole pensare a qualcosa del genere: 35% a testa per le due aziende più grandi, ossia Meta e Agac, 20% a Amps, 10% a Tesa (il cui 40%, va ricordato, è di proprietà di Agac). Ma questi sono solo valori a spanne, quelli veri avrebbero dovuto uscire da una doppia trattativa tra le parti (requisiti tecnici e confronto politico-negoziale) che però nei giorni scorsi si è interrotta sulle modalità da adottare. Sulla base dei conteggi, ciascuno dei partner avrebbe dovuto, in via riservata, definire dei suoi range, ossia degli intervalli di quote societarie per la Newco, infilarli in buste chiuse che, all'apertura, avrebbero consentito, ragionando sulle medie, di scrivere il risultato finale. Il vertice con Errani ha posto le premesse perché i fili di questo percorso vengano riannodati. C'è chi ha sostenuto che alla base del corto circuito ci fossero ipotesi sulle quote di questo tipo: il 38% ad Agac, il 33% a Meta, Amps con il 21% e Tesa con l'8% (per la multiutility piacentina il range ipotizzabile in linea teorica sembra effettivamente andare dal 7 al 12%). Un quadro che a Modena avrebbero giudicato penalizzante, da qui gli irrigidimenti del presidente di Meta Giulio Sapelli che hanno gettato ombre sul futuro di Newco. Ad Agac è stata rinfacciata poca trasparenza sull'accordo con Edison nella joint venture Blumet, società di vendita del gas. Sapelli ha parlato di «partner occulti» che i reggiani porterebbero in dote alla futura aggregazione. Agac ha replicato definendola una «polemica pretestuosa». Tutti nodi (insieme a quelli della governance e delle cariche di vertice) che i sindaci, dopo il gran consulto con Errani, hanno rimesso in agenda, fermo restando che il vero banco di prova è rinviato a dopo le elezioni giugno quando dalle urne saranno uscite le nuove amministrazioni comunali di Modena e Reggio.


pubblicazione: 18/04/2004
aggiornamento: 14/05/2004

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