L'intervento in aula di Filiberto Putzu
Verbale n. 248. - omissis - Consigliere comunale Filiberto Putzu. Mi associo anch’io ai ringraziamenti nei confronti di Elefanti e Reggi che, vorrei aggiungere, hanno lavorato in modo generoso, ispirato, come ha detto il Vice Sindaco e, aggiungo io, anche disinteressato... In buona sintesi, questa sera dobbiamo avvallare quella che è stata la decisione presa il 27 ottobre dai tre Sindaci delle tre città che fondono le loro utilityes in NewCo. I l progetto di fusione è stato sottoscritto esattamente il 27 ottobre, dopo una gestazione di un anno e mezzo. Nasce una formazione che si colloca dal punto di vista economico - quindi stiamo parlando di soldi - al quarto posto in Italia; ci sono delle possibilità di sviluppo, perché già si ipotizza di aprire a nuovi partner pubblici e anche a nuovi partner privati. Addirittura, si parla anche di quotazioni in Borsa, che potrebbe essere realizzata nel breve periodo. A Piacenza va la progettazione, Parma ha l’ambito amministrativo e Reggio ha l’ambito commerciale. Questo in estrema sintesi.
Le tre realtà sono tre realtà molto diverse, quindi ci alleiamo con dei partner che sanno fare il loro mestiere, perché lAGAC di Reggio Emilia, nel 2001, ha fatturato 700 miliardi di vecchie Lire e nel 2003 è andata a 900 miliardi; AMPS Parma nel 2001 ha fatturato circa 450 miliardi e nel 2002 è andata a 700; TESA Piacenza, che è stato già ribadito poco fa, è la più debole: nel 2001 – qui c’è il Direttore che ci potrà dare conferma, ma i dati sono esatti – ha fatturato 100 miliardi e nel 2003 ne fattura 150.
Quindi è chiaro che di fronte a questi rapporti economici, due sono le considerazioni: -la prima è che noi non possiamo avere un peso che non sia quello che ci è stato dato, -la seconda è che si tratta di realtà che hanno dimostrato in maniera autonoma di essere in grado di aumentare il loro fatturato e conseguenti utili e, quindi, è auspicabile che questo traino che siamo riusciti a concordare, possa essere positivo per quanto riguarda la città. A noi – dicevo – viene data la divisione della progettazione, innovazione e gestione impianti, e, nello specifico, la nostra funzione è quella di controllare, di coordinare la gestione degli impianti di smaltimento, co-generazione e produzione di energia elettrica, perché – viene detto – avendo noi l’inceneritore e avendo noi una centrale da tanto tempo, abbiamo esperienza sviluppata in questi ambiti. L’inceneritore ricordo che ha una capacità massima di 105.000 tonnellate, che è sufficiente solo per noi. Ripetutamente si è appreso in questi periodi ultimi che abbiamo delle spese di smaltimento, rifiuti ingombranti e scorie, adesso anche della frazione umida, quindi un inceneritore che di per sé non sarebbe sufficiente, ritengo, per Piacenza: manca la discarica, ma non voglio addentrarmi in questo argomento. Per quanto riguarda la centrale, centrale nei cui confronti io sono sempre stato critico, certamente vanno fatte due considerazioni. La prima è che il 50% di produzione dell’energia elettrica dell’Emilia Romagna grava su Piacenza, perché complessivamente dei 3.850 megawatt prodotti in Emilia Romagna, noi ne produciamo 2.100: intendo le due centrali di Piacenza e di Castelsangiovanni... Seconda considerazione: il fatto che adesso alla centrale venga collegato l’impianto di teleriscaldamento, a questo fatto corrisponde inesorabilmente la deduzione ultima e conclusiva che Piacenza non sarà mai una città libera dall’inquinamento e non sarà mai piu' possibile delocalizzare la centrale, perché gli abbiamo attaccato i tubi per portare l'acqua calda nelle case per il riscaldamento. Speriamo che questa manovra serva anche a ridurre in parte l’inquinamento termico. A Piacenza non nevica più, a Lodi, a Parma sì, a Rivergaro sì, e questo dipende dal fatto che sia l’acqua del Po, che la temperatura nostra della città è stata modificata pesantemente, in più gradi, 1 dell’acqua e 2/3 per quanto riguarda l’atmosfera, dalla centrale che, come sappiamo, elimina l’acqua calda.
Il peso specifico della realtà piacentina. Il Vice Sindaco ha accennato alla reale percentuale, mi spiace però che anche sulla stampa voi facciate questa considerazione, cioè mezz’ora prima o un’ora prima della votazione, perché in realtà il nostro peso non è il 10,69, ma effettivamente a me risulta il 6,42 reale, però potrebbe essere anche il 6,48 come sostiene il vicesindaco Fellegara. Quindi vengono disattese quelle che erano le ipotesi che vedevano Piacenza piazzarsi, financo al 12%. Si è parlato della nostra forza che poteva essere anche superiore. Comunque tant’è, abbiamo quello che ci meritiamo.
Per quanto riguarda il discorso della pariteticità accennato oggi e ribadito dal Sindaco Reggi il 5 agosto, io sinceramente non ho capito questa pariteticità, perché a parole possiamo andare a chiedere e a discutere, ma poi temo che trattandosi di aggregazione, che ha una finalità prettamente gestionale ed economica, varranno poi le percentuali societarie.
Ma è interessante non dimenticare anche quella che è stata la cronistoria che ci ha portato a questa approvazione. E mi piace non dimenticare e fare riferimento a quello che disse l’ex consigliere comunale ed ex sindaco Giacomo Vaciago, che il 18 aprile del 2004 disse una cosa che a Piacenza molti sostengono, ovverosia che l’asse di sviluppo economico per la nostra città, al di là delle barriere regionali, che hanno poco senso, la nostra linea di sviluppo molti sostengono fosse da praticarsi sull’asse Piacenza-Cremona-Brescia e Verona, cioè sull’asse Brennero, dove peraltro mi risulta che le Camere di Commercio di queste città stiano cercando una collaborazione proprio per uno sviluppo economico più mirato e più efficace per quanto riguarda il nostro sviluppo economico. Conseguentemente ed in linea con questa ipotesi che lo sviluppo dovesse essere su questo asse (chiamiamolo Brennero), vi ricordo che basta andare a Brescia, Bergamo e Verona per capire che la finanza e l’economia non sono più a Milano o Bologna, ma a Brescia. Queste realtà hanno tutte il loro aeroporto, hanno un grande sviluppo economico, hanno una situazione di benessere notevole, quindi quella era l’area economica in cui identificare, secondo me, uno sviluppo economico. Premetto che tempo addietro mi sono dichiarato favorevole a questa aggregazione, perché vedo in una aggregazione di questo genere delle possibilità economiche forti per il Comune, al di là dei servizi di cui parlerò, e cioè che le risorse del Comune non debbano più essere vincolate dai trasferimenti dalla Regione o dallo Stato, oppure alla tassazione locale, ma anche a da modalità diverse, grazie alle quali ci si possa procacciare denaro per gli investimenti. E questo è un sistema. Mi auguro che in conseguenza di questa aggregazione, non si debba più leggere sui bilanci che gli utili delle nostre società nel 2003 ci fanno incassare 338.000 Euro, con una previsione per l’anno in corso di 1 milione di Euro, quando le sole multe ne portano 3.900.000. Quindi vi inviterei a riflettere, perché la realtà è questa. Però quando il Comune riceve, come dividendi utili dalle società partecipate, 338.000 Euro, vuol dire che qualcosa non va, quando solo con le multe ne portiamo a casa circa 4 milioni di Euro. Però è verosimile che queste aspettative positive vengano confermate, anche se a una prima lettura del bilancio… Si tratta di dati necessariamente parziali, perché non si conosce ancora il bilancio 2004 di TESA, però proprio stamattina, guardando il bilancio previsionale, ho visto che nel 2003 gli utili consolidati sono stati 338.000 Euro, nel 2004 vengono previsti – quindi dato aleatorio, previsionale – 1.089.000 Euro e nel 2005 gli utili vengono dati in calo a 700.000 Euro. Quindi questa è una partenza che non va bene; io mi aspettavo un aumento degli utili delle società partecipato e non un decremento. Quindi, se noi alla fine dell’anno effettivamente incasseremo – dato aleatorio perché previsionale – 1 milione di Euro, quindi con un forte incremento rispetto all’anno precedente, è stupefacente o, perlomeno, strano che nel 2005 venga ipotizzato un introito inferiore di circa 300.000 Euro.
Ma Vaciago – dicevo – confermando quella che è la linea che molti pensano di sviluppo economico, diceva: “Qualcuno ha deciso che dobbiamo fare matrimoni regionali, ed ecco il risultato. Pensare che per crescere si debba passare da Bologna, significa smettere di crescere. La complementarità l’avremmo avuta con Genova e Brescia. E’ chiaro che era con loro che dovevamo crescere”. Mi sembra che l’ex consigliere e sindaco Vaciago non sia propriamente di destra....
Anche il consigliere Miglioli, che poi ha cambiato idea, ma ragionevolmente ha cambiato idea, aveva ipotizzato qualche problematica dalla fusione il 1° di novembre del 2003. Successivamente si è ricreduto, perché i suoi timori che ci potessero essere impoverimenti di professionalità e di possibilità di lavoro sono stati fugati. Anch’io spero, con lui, che questo si realizzi dal fatto di avere un nucleo dirigenziale prestigioso, che dovrebbe portare anche nuove assunzioni. E’ verosimile che aumentando l’offerta dei servizi, conquistando quelli che sono i territori di nicchia attualmente gestiti da altri, aumentando quindi i servizi, noi si possa aumentare anche i dipendenti.
Ma, dicevo, gli obiettivi di questa fusione, secondo me, sono tre. Il primo è certamente quello di aumentare gli introiti economici dalla multiutilty. Quindi mi auguro di leggere nei prossimi bilanci, non solamente di questa Amministrazione, ma anche delle prossime, che effettivamente gli introiti sempre maggiori. Dicevo che Reggio e Parma hanno dimostrato una buona capacità gestionale. Modena, anch’essa aveva dimostrato un’ottima capacità di politica economica. Ricordo che la loro utility è quotata in Borsa, con risultati consistenti. Non so come mai Modena non abbia accettato di venire con noi. Qualcuno sostiene che avrebbe avuto una flessione per quanto riguarda il valore delle sue azioni, ma questo è chiaro, perché ricominciare non da capo, ma ricominciare una trattativa con delle realtà sconosciute avrebbe potuto far flettere in diminuzione il suo titolo di Borsa. Comunque, tant’è: finora Modena non ha partecipato.
Quindi, dicevo, obiettivi: primo obiettivo maggiori introiti per le casse comunali; il secondo obiettivo deve essere necessariamente il miglioramento dei servizi. Questo è stato dichiarato in più occasioni, quindi evito. Elefanti, che è stato prima citato, parlava di una forte attenzione al miglioramento della qualità dei servizi: mi auguro che questo avvenga, anche se sono un po’ deluso dall’idea di gestire autonomamente l’acqua. E lì bisognerebbe prima o poi affrontare il discorso dell’acqua di Piacenza, perché non lo so se Lodi ha gli stessi nitrati che abbiamo noi, e bisogna vedere Codogno com’è messa, bisognerebbe vedere Fiorenzuola com’è messa, bisognerebbe vedere com’è messa Cadeo, quindi non andare tanto lontano. Vedere come mai solo noi abbiamo quest’acqua così poco pulita per quanto riguarda i nitrati. E’ assolutamente positivo che ci sia la ricerca di pozzi più profondi per superare l’inquinamento delle falde attuali. La domanda è: come mai sono così inquinate le falde. Non so se è solo, come era stato discusso due anni fa, colpa degli agricoltori e degli anti-crittogamici: questa situazione andrebbe indagata meglio. Comunque, rimango un po’ deluso all’idea che l’unico settore in cui avremmo potuto forse essere aiutati dagli altri che hanno l’acqua più buona, venga invece autonomizzato in conseguenza di una società che si interesserà del ciclo idrico. Quindi ricordo che il nostro tallone di Achille è l’acqua, attualmente. Il secondo tallone di Achille è anche la tariffa dei rifiuti, perché nel 2000 era tra le più alte in Italia e la più alta in regione, ed era di 363.000 Lire. Nel 2001 era passata a 210 Euro, quando Parma faceva pagare – sono dati non aggiornati, ma sono gli ultimi che ho – 162 Euro e Reggio 129 Euro. Quindi la nostra tariffa è la più alta. Conseguentemente, è ovvio che la tariffa (la cosiddetta TARSU) recentemente non è stata aumentata, perché al di là del decreto “Ronchi” sarebbe stata assolutamente stupefacente che la tassa dei rifiuti aumentasse essendo essa la più alta. Ciò nonostante, è stata ridistribuita con degli aumenti, sui quali farò oggetto di un volantinaggio nel periodo natalizio, a svantaggio della gran parte delle categorie economiche (mica cose strane: bar, caffè, pizzerie, ecc. ecc.), che variano… - Interruzione – Studi professionali, caro Miglioli. Tutto è poco, ma io mi lamento, perché piuttosto di darli, io preferisco averli. Io sono il contrario di quello che dice la sinistra, cioè che io non sono scontento perché il governo mi lascia in tasca dei soldi, ma io sono scontento quando li devo dare. Allora, anche per gli studi professionali aumento del 20%, dal 20 al 123% gli aumenti. Ho la tabella, per i distratti, ma non credo che voi siate distratti, io credo, in realtà, che non siate distratti ma che vogliate sottacere questo argomento. Perché c’è un lungo elenco dove gli aumenti, eccezion fatta per i cinema e per gli enti, sono : autorimesse, magazzini, distributori, più 44%, autosaloni più 53%, case di cura e riposo più 145, uffici e agenzie più 12,3%, studi professionali più 19%, negozi di abbigliamento, calzature, questi flettono al meno 9%, le edicole, farmacie e tabaccai più 4%, idraulici e elettricisti più 11%, carrozzerie e autofficine più 35%, ristoranti e pizzerie più 64%, mense, pub, birrerie, fast-food più 64%, bar, caffè e pasticcerie più 52%, panetterie, macellerie, generi alimentari più 15%, ortofrutta, il fruttivendolo che ha la roba che gli va a male, pescherie, fiori, pizza al taglio più 127%. Comunque, al di là che sia una politica anche condivisibile avvantaggiare le famiglie (vedremo se sarà vero) e svantaggiare chi produce economia, la domanda è questa: finora noi, dall’aggregazione Newco, abbiamo uno svantaggio, perché ritengo – e a pensar male forse si sbaglia, però qualche volta ci si azzecca – che questa ridistribuzione del pagamento della categoria sia stato fatto in questo periodo forse per adeguarsi a quelle che sono le realtà dei nostri due soci Agac e Amps. Mi spiacerebbe che questo corrispondesse a verità. E’ un’ipotesi a cui vorrei fosse data risposta. Perché se così fosse, il primo risultato dell’aggregazione NewCo per noi sarebbe negativo, perché abbiamo visto che ridistribuiamo facendo pagare molto di più la tassa.
Per quanto riguarda le tariffe, sono contento che ci sia il dr. Ramonda… Dr. Ramonda, Lei, quando è stato inaugurato l’inceneritore, è stato più prudente rispetto al Sindaco, che ha detto che dall’inizio del 2004 si calavano le tariffe. Lei ha detto: “No, vedremo, forse dall’anno dopo”. Però non si può dire ai cittadini che la tariffa cala perché c’è l’inceneritore e poi non cala! Mi auguro che a fronte di maggiori servizi, una volta tanto calino le tariffe! Perché che aumentino i servizi o che i servizi rimangano invariati e che le tariffe aumentino o rimangano stabili, diamo la soddisfazione: riduciamo un po’ i costi e le tariffe. Infine cosa dire? Per quanto riguarda le tariffe stesse, ritengo che una riduzione delle tariffe sarebbe auspicabile proprio come risultato e frutto di questa aggregazione, anche per dare un segnale positivo ai piacentini. E’ spiacevole che questa sera in cui si parla di un argomento così importante, forse un argomento difficile, ci sono dei numeri, è come il bilancio, ci siano solo due persone tra il pubblico! Andrebbe anche, forse, riorganizzata, dal punto di vista della comunicazione, una comunicazione differente da parte del Comune, perché quando si fa il gossip, c’è pieno; quando si parla della Bruschini che è andata alla festa di Soarza, c’era pieno; quando si parla, invece, di situazioni economiche importanti, non c’è nessuno. Grazie.
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