Sarà lui a decidere il nuovo segretario del partito? A indicare il candidato sindaco delle prossime Comunali fra due anni? Magari una donna, come sembra propenso.
Sarà lui a regolare i conti con il presidente del consiglio comunale che non vuole andarsene?
Lui è il sindaco. Reggi, nuovo "monarca" del Pd locale - vittorioso su tutta la linea - è stato un po' il Re Mida di quest'ultima stagione del partito. Quel che tocca diventa oro. Ha scelto il candidato Marco Carini, che è stato eletto. Gli è stato sempre a fianco. Qualcuno ricorda che non circolarono foto sue con Gian Luigi Boiardi, candidato alla presidenza della Provincia, lo scorso anno. Casualmente, non fu eletto.
Ragion per cui ci si chiede quali scenari stanno per aprirsi nella casa di un Pd oggi primo partito in città e in provincia (al 32,08 per cento) guidato da una leadership così forte. E sale una voglia di pluralismo, più o meno dichiarata.
Pierangelo Romersi, capogruppo in consiglio comunale del Pd (pro Patrizia Calza) loda la scelta dei tre candidati di peso, il gradimento elevato del Pd, la valanga di preferenze. Ma il vero jolly è la trasversalità dei voti presi anche fuori dal Pd: «e il congresso deve tenerne conto».
Un altro sostenitore di Calza è Silvio Bisotti, presidente di Piacenza Expo e pure lui convinto che siano state un bene le primariette, che hanno prodotto «tre candidature vere». Ne è scaturita una bella partecipazione, un bene per il partito. Ora nel progetto di tenere per due altri mandati il Comune sarà fondamentale un segretario che appoggi l'amministrazione sulle scelte essenziali.
In quanto al consigliere Giampaolo Crespoli, tifava per Paolo Botti, l'esito lo ha sorpreso, ma il successo popolare - sottolinea - è fuori di dubbio.
Ben venga un congresso il più unitario che si può (Reggi). «Vedo un partito non sia il partito degli amministratori, vedo un Pd che torni a far politica autorevole, che sia popolare e che non viva su leadership solo amministrative. Sono per un partito plurale in cui si discuta e si operino scelte».
Insomma, ecco un atteggiamento che viene da definire repubblicano in chi teme eccessi di personalismi.
Anche la consigliera Giovanna Calciati era per Botti: «Ritenevo che avesse più competenze, ma non ho dubbi che farà bene Carini. Adesso è importante capitalizzare insieme un risultato buono per i prossimi appuntamenti che ci attendono. Mi auguro che ci sia una gestione che non esclude nessuna risorsa, non solo per il Pd ma anche per creare un'alternativa al partito di Berlusconi che sta facendo molti danni al Paese». Ma il primo obiettivo deve essere di recuperare l'astensione al voto: «Ha colpito noi, non la destra, noi che come democratici dovremmo coinvolgere al massimo le persone».
Fra chi ha portato acqua alla fontana di Carini c'è Vittorio Silva: bene le candidature competitive. Non è un caso che le preferenze complessive siano passate da 12 mila delle Europee alle 16mila attuali: «Carini meglio di altri ha intercettato una richiesta di freschezza e cambiamento. Ma è un successo di tutto il Pd, guai a non capirlo». Il congresso? «In sintonia con il risultato del Pd e di Carini, si punti ad un congresso unitario senza inclusi ed esclusi però. Con una linea molto netta, di maggior presenza nei territorio».
All'assessore comunale Giovanna Palladini (pro Carini), la domanda più difficile: è vero che c'è stato un eccessivo sovrapporsi del livello istituzionale a quello della militanza per un candidato? «Il tema non esiste. Sarebbe come meravigliarsi del fatto che a Torino Chiamparino ha sostenuto Bresso. Invece il Pd a Piacenza ha avuto un ottimo risultato in controtendenza nazionale e con una campagna corretta».
E Marco Bergonzi (pro Botti) si bea del fatto che sia smentita la previsione dal coordinatore del Pdl, Tommaso Foti: «Il Pdl non è primo partito né in città né in provincia. Lo è il Pd. E le preferenze del Pd sono superiori alla somma di tutte quelle di Pdl e Lega. Un bel guizzo di vitalità». Patrizia Soffientini LIBERTA' del 31/03/2010
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