È «la concretizzazione di un patto per l'innovazione tra università, istituzioni pubbliche e imprese interessate a promuovere la ricerca e a utilizzare le sue ricadute a sostegno dello sviluppo economico».
Con queste parole Giampio Bracchi ha definito la “Fondazione Politecnico di Milano”, tenuta ieri a battesimo nell'aula magna della prestigioso ateneo che laurea il 20% degli ingegneri e degli architetti. Una realtà che prende il via grazie all'unione delle forze del Politecnico, di tre grandi aziende come Banca Intesa, Pirelli e Aem e di istituzioni pubbliche tra cui Regione Lombardia, il Comune di Milano e quello di Piacenza.
La nuova Fondazione, di cui Bracchi, piacentino, pro-rettore del Politecnico, sarà il presidente, nasce con 25 milioni di euro di capitale. Il Comune di Piacenza, che alla conferenza stampa a Milano era rappresentato dall'assessore Marco Elefanti, ha conferito l'immobile dove ha trovato casa la locale sede del Politecnico, ossia la quattrocentesca ex caserma della Neve di via Scalabrini, assegnata in comodato d'uso gratuito cui è stato attribuito un valore economico di circa 12 milioni di euro Quella del Politecnico di Milano è tra le prime fondazioni che decollano in ambito universitario in virtù dell'approvazione della finanziaria 2001 e dalla definizione dei successivi regolamenti attuativi.
La possibilità di operare in regime privatistico le consentirà snellezza e rapidità nel processo decisionale. Processo decisionale che sarà focalizzato sulla promozione di grandi progetti e laboratori di ricerca interdisciplinare che integrino le competenze dei Dipartimenti dell'ateneo con quelle dei partner istituzionali e imprenditoriali.
In particolare, la Fondazione (che, oltre a quelli già descritti, vede come soci fondatori anche il Comune e la Provincia di Cremona, la Camera di commercio di Milano e poi UniverComo e UniverLecco Sondrio, ossia due consorzi che raggruppano università, enti locali e imprese delle due aree territoriali) punterà alla promozione di nuove imprese ad alta tecnologia e al trasferimento dell'innovazione tecnologica alle piccole e medie imprese.
Il rettore del Politecnico, Giulio Ballio ha sottolineato l'accelerazione richiesta agli investimenti in ricerca e sviluppo: in questi ultimi otto anni il Politecnico con i suoi Dipartimenti , la creazione di consorzi e società di spin off ha sviluppato attività di ricerca e didattica finalizzate allo sviluppo della conoscenza nel sistema imprenditoriale valutabili in circa 50 milioni di euro annui». Per la Pirelli era presente un abbronzatissimo Marco Tronchetti Provera. Secondo il patron della Bicocca, «il progetto rappresenta un significativo passo avanti nei rapporti di collaborazione tra il Politecnico e la Pirelli e, più in generale, fra università e impresa». Gustavo Roccella
Fondazione del Politecnico, c'è Piacenza.
La graduale concretizzazione della integrazione europea, la globalizzazione e liberalizzazione dei mercati, l'accelerazione del progresso tecnico e della sua diffusione anche nei Paesi emergenti, costituiscono fattori che offrono alla economia e alla società italiane nuove prospettive di sviluppo, ma richiedono anche uno sforzo straordinario di adeguamento delle organizzazioni private e pubbliche e in generale della cultura della nostra società, in un'ottica sempre più orientata ad una prospettiva non solo nazionale.
In particolare, la nostra struttura industriale, basata soprattutto su una rete di piccole e medie imprese, si trova a dover competere in modo sempre più aperto con le imprese sia di nuovi Paesi partecipanti all'economia industriale e dei servizi, sia di Paesi sviluppati dove più forti e organici sono le infrastrutture fisiche e finanziarie, le sinergie fra settore pubblico e settore privato, i supporti alla ricerca e all'innovazione, senza peraltro poter più contare sul vantaggio di costo offerto da una valuta debole.
E' quindi essenziale rinforzare i circuiti per la creazione e diffusione di conoscenze innovative, per il loro trasferimento alle aziende e al settore pubblico, per la formazione e la crescita di nuova imprenditorialità nei settori di punta.
In questo scenario, reso più critico dalle recenti difficoltà dell'economia, che hanno rallentato molte iniziative pubbliche e private, e dal ritardo di molte aziende nella ricerca, che sta portando a una minaccia di deindustrializzazione, è ormai chiaro per tutti che un ruolo centrale nei prossimi anni verrà svolto dalle nostre strutture di eccellenza di ricerca e formazione, che molto più di altri settori della realtà italiana sono inserite in reti internazionali e hanno sviluppato capacità di ricerca competitiva, e che possono quindi svolgere un ruolo di motore per l'innovazione e l'adeguamento all'internazionalizzazione dell'intera economia. Il Politecnico di Milano ha sempre svolto, dalla prima industrializzazione fino agli anni della ricostruzione e dello sviluppo industriale, un ruolo fondamentale e distintivo nella nascita, nel consolidamento e nell'innovazione di un gran numero di imprese e nello sviluppo delle infrastrutture, ed è oggi pronto a rinnovare e rafforzare questa stretta alleanza con il mondo industriale e finanziario, con le istituzioni pubbliche, con le organizzazioni di promozione economica, per aiutare a portare nel contesto competitivo globale la nostra economia, incluse le piccole e medie imprese e i loro distretti industriali.
Lo strumento individuato per rafforzare con un nuovo "patto per la competitività" la rete di relazioni fra il Politecnico e il suo contesto di riferimento economico e sociale è quello della Fondazione Universitaria.
L'idea della Fondazione Universitaria di diritto privato ha avuto origine proprio al Politecnico e, con il supporto convinto degli attori economici, sociali e politici locali e nazionali, si è concretizzata nel corso degli ultimi due anni come norma nazionale prevista dalla legge finanziaria 2001 e come regolamento ministeriale, per divenire poi un progetto condiviso, oltre che dai rinnovati organi direttivi del Politecnico, dagli Enti locali e da alcune delle principali aziende e banche nazionali. La Fondazione Politecnico di Milano si differenzia dalle tante altre fondazioni che si costituiscono oggi in Italia nei più diversi settori per il fatto di essere organicamente inserita all'interno della normativa del sistema universitario, come nuovo soggetto sussidiario rispetto al Politecnico e ai compiti già assolti da altre sue strutture.
Ieri la Fondazione Politecnico di Milano è stata formalmente costituita, per rinnovare un rapporto, forse unico in Italia, fra un Ateneo e la sua comunità esterna. Ne fanno parte fin dall'inizio come Fondatori istituzioni pubbliche delle aree territoriali di riferimento del Politecnico (Regione Lombardia, Comune di Milano, Comune di Piacenza, Provincia e Comune di Cremona, UniverLecco-Sondrio, UniverComo, Camera di Commercio di Milano) e aziende leader (AEM, Banca Intesa, Gruppo Pirelli). Molti altri soggetti privati entreranno nella Fondazione, una volta costituita, con il ruolo previsto dallo Statuto di Partecipante Istituzionale. Il Politecnico di Milano ha già provveduto a indicare i Consiglieri di Amministrazione di propria competenza, insieme al Presidente, come previsto dallo Statuto della Fondazione, e analogamente il Ministero per l'Istruzione, Università e Ricerca ha indicato per parte propria come Consigliere il Vice-Ministro per la Ricerca. Il Consiglio di Amministrazione verrà completato con i membri indicati dall'Assemblea dei Fondatori. Scopo principali della Fondazione è in sintesi quello di rafforzare il radicamento dell'ateneo nell'industria e nell'economia dei suoi territori di riferimento, di coinvolgere la comunità nel Politecnico, per utilizzare appieno la peculiare e storica "diversità" del Politecnico nel panorama italiano e la sua rete di collegamenti internazionali per meglio competere insieme nell'innovazione e nello sviluppo, e per veicolare verso l'Ateneo le istanze della comunità.
All'interno della Fondazione istituzioni pubbliche, imprese e ateneo possono far sistema fra di loro, analizzare e individuare strategie e priorità per innovare le aziende e la Pubblica Amministrazione, sviluppare nuovi prodotti e servizi resi possibili dall'innovazione tecnologica in aree quali la formazione, l'ambiente, i trasporti, la salute, la sicurezza, l'assistenza ai disabili, o la valorizzazione dei beni culturali, lanciare progetti e laboratori università-industria in specifici settori, promuovere e aiutare la crescita di nuove attività imprenditoriali, incentivare l'internazionalizzazione, sviluppare strutture di accoglienza, stimolare aiuti finanziari privati per la formazione superiore e la ricerca.
La Fondazione dispone già di un significativo patrimonio iniziale, di oltre 25 milioni di Euro, frutto dei conferimenti in beni e strutture delle istituzioni pubbliche e degli apporti monetari delle imprese. Ma soprattutto può contare sul patrimonio immateriale del Politecnico di Milano, rappresentato dalle molteplici e internazionalmente qualificate conoscenze e professionalità di cui dispone. Il Politecnico, tramite le sue strutture e i suoi Consorzi, solo negli ultimi due anni, oltre a svolgere ricerche con la maggioranza delle grandi imprese presenti in Italia e ad offrire decine di corsi di aggiornamento sulle tecnologie, sul design e sulla gestione del territorio per un valore complessivo di 100 milioni di euro, ha condotto anche decine di progetti di innovazione per piccole e medie imprese e ha assistito la nascita di 20 nuove attività imprenditoriali a alta tecnologia. Una vasta esperienza dalla quale la Fondazione partirà per mettere a sistema il supporto a nuovi progetti di sviluppo. Da ultimo, ma non meno importante, va sottolineato che parte delle risorse economiche che la Fondazione attiverà andranno a sostenere ed aiutare, anche tramite interventi di edilizia residenziale, gli studenti che, non va mai dimenticato, sono la vera scommessa sul futuro competitivo della nostra comunità. Giampio Bracchi Presidente Fondazione Politecnico
I piacentini: «Chance importante per il nostro territorio»
«La Fondazione Politecnico svilupperà progetti sul territorio, compreso quello di Piacenza». Se ne dice convinto il presidente Giampio Bracchi, piacentino, che indica nell'idea, già avviata, di creare all'interno del quartiere fieristico di Le Mose un incubatore di nuove imprese, un esempio delle attività di cui potrà occuparsi la nuova istituzione tenuta a battesimo ieri a Milano. «Poi ci sono i piani di sviluppo della sede piacentina del Politecnico» e tutto quanto potrà derivarne in termini di sviluppo economico. Un tasto battutto anche dall'assessore Marco Elefanti nel corso della presentazione di ieri: «Il nostro è un territorio di cerniera, è un avamposto importante che il Politecnico ha in Emilia-Romagna e che per l'università può costituire un'importante opportunità. D'altro canto siamo consapevoli che il Politecnico rappresenta per noi una grande chance per cercare di creare un volano allo sviluppo e un incubatore di imprese». Ma ieri non è mancata una nota polemica. Bracchi ha puntato il dito contro la Provincia di Piacenza, che a differenza delle amministrazioni provinciali degli altri territori soci fondatori, non ha aderito alla Fondazione. «Finora abbiamo avuto il supporto del Comune, della Fondazione di Piacenza e Vigevano e di Assindustria, non della Provincia ma ci aspettiamo un loro coinvolgimento».
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