«E' bello vedervi» esordisce Massimo Trespidi, quasi incredulo davanti a un parterre d'eccezione dove tutte (o quasi) le forze economiche e istituzionali stanno per firmare un protocollo d'intesa che le impegna a lavorare insieme su un progetto di promozione del territorio piacentino in vista di Expo 2015.
Il presidente della Provincia è visibilmente contento: «Oggi è una giornata straordinariamente importante, Piacenza corre verso Expo». Si vuol essere «protagonisti e non spettatori».
Ci sono i mondi dell'industria e del commercio, dell'artigianato e dell'agricoltura, dell'università e della cooperazione, pronti a firmare. Al gran completo. Si aspetta con fiducia l'adesione della Cna, mentre Unicredit ha scelto la formula del "sostegno". Altri potranno unirsi. Trespidi annuncia pure il coinvolgimento di tutti i sindaci e ricorda l'impegno iniziale sul progetto Expo condiviso con l'ex sindaco Roberto Reggi.
I punti salienti del protocollo vengono riassunti brevemente: riconoscimento del valore di un evento internazionale, occasione unica per Piacenza, consapevolezza della nostra tradizione agricola e agroalimentare, importanza del polo logistico internazionale e del nostro essere crocevia di cultura e turismo, luogo ideale anche per un potenziamento infrastrutturale a servizio dei flussi turistici. Il protocollo fissa dei principi, ma per dar gambe e muscoli a questa formidabile e mai vista sinergia, "balsamo" alla crisi, serve un'associazione temporanea di scopo (Ats) costituita davanti a un notaio. Sarà possibile sottoscrive l'atto dal 9 al 18 ottobre. C'è la norma per cui le adesioni formalizzate entro un mese verranno accolte automaticamente dall'assemblea dei soci «per garantire massima coesione e unità».
In quanto al protocollo, è un caso raro se non unico in Emilia Romagna e passaporto ideale da presentare domani a Diana Bracco, presidente di Expo Spa, premiata a Piacenza con la Coppa d'Oro. Giuseppe Parenti, presidente della Camera di Commercio, orgogliosamente rivendica all'ente camerale di aver lavorato per primo e già da 5 anni al progetto, per esempio invitando Giuseppe Sala (amministratore delegato della società Expo 2015).
Venendo ad oggi, nell'Ats si potrà entrare fino al 30 marzo del prossimo anno, chiarisce Parenti, all'ente camerale si dibatteranno le idee proposte. Il protocollo? «E' una pietra miliare».
La scelta di avere un referente del progetto Expo nell'imprenditore Silvio Ferrari appare una garanzia: «Dovrà avere le mani totalmente libere» sottolinea Parenti. E a chi paventa dei ritardi nella tabella di marcia: «Siamo partiti nel momento giusto» per non arrivare già sfiancati e per lavorare ora celermente. I risultati si vedranno anche dopo Expo, Piacenza ne risulterà «aumentata» per qualità di prodotto. Parenti ripete la necessità di far fruttare l'occasione istituendo il museo dell'agricoltura nazionale nei padiglioni militari inutilizzati vicino al Farnese, del resto per l'esposizione del 1905 Piacenza realizzò il ponte sul Po.
Infine, unica donna a firmare, l'assessore comunale Katia Tarasconi confessa la sua emozione per il traguardo di un percorso non facile, ma dagli esiti straordinari. «Nei miei sei anni da assessore non ho mai visto una sala di questo tipo. Ci sono due parole su cui lavorare, unità e collaborazione». E nei prossimi 400 giorni, avanti a testa bassa: «Per portare Piacenza in Expo ed Expo in Piacenza».
Patrizia Soffientini LIBERTA' 10/10/2013
I PRIMI FIRMATARI Provincia di Piacenza Comune di Piacenza Camera di Commercio Fondazione di Piacenza e Vigevano Associazione Promotore di Impresa Banca di Piacenza Confagricoltura Confapi Confcooperative Confederazione Italia Agricoltori Confesercenti Confindustria Consorzio Agrario Provinciale Consorzio di Bonifica Consorzio Piacenza Alimentare Federazione provinciale Coldiretti La Faggiola Legacoop Piacenza Libera Associazione Artigiani Piacenza Expo Politecnico di Milano- Sede Pc Pomorete Unione Commercianti Unione Provinciale Artigianato Confartigianato Università Cattolica
«Ora il comitato esecutivo» Ferrari: entro novembre la presentazione del piano generale Silvio Ferrari, un uomo al comando per l'Expo. Tocca ora al coordinatore del progetto tirare le fila. Da questo momento cosa farete? «Entriamo in una fase operativa ufficiale, i muscoli li abbiamo già un po' scaldati, o forse abbiamo scaldato i cervelli. Si è cercato di individuare delle aree dove sicuramente Piacenza può dire la sua e far emergere una propria identità, noi dovremo essere bravi a trasferirla a un visitatore che deve scoprire questo territorio sotto tanti aspetti». A chi pensa? «Ad operatori economici che devono rendersi conto di cosa possono trovare qui. Quando si vede un interesse reciproco qualcosa nasce sempre e si crea valore». Frutti non transitori... «Il famoso lascito, le grandi sfide delle esposizioni riguardano cosa succede "dopo". L'evento sarà molto intenso di contenuti, di messaggi e di emotività. Noi saremo concentrati, cercheremo di vivere l'Expo nel miglior modo, lavorando nel presente ma pensando al dopo». Lei parla di cultura e turismo, sono già arrivate idee interessanti? «Va costruito un puzzle, qualche tessera è stata incastrata, il disegno non si vede ancora ed è giusto così, mi auguro che continueremo a scoprire cose che non pensavamo e che potremmo mettere dentro a questo disegno». I soggetti firmatari che assumeranno un impegno economico, li sentirà tutti? Non c'è il rischio di disperdersi? Lei comunque avrà un potere autonomo. «Non si può rispondere a un numero così alto di persone. Non è questione potere, a me è stato chiesto di portare entro una certa data, speriamo di farlo entro novembre, un piano d'azione per far capire cosa faremo in quei sei mesi dell'Expo, quali sono le principali attrazioni che porteremo ai visitatori, ad un target professionale e non solo, perché questi professionisti arriveranno accompagnati da uno o più famigliari, c'è la doppia dimensione. Uscendo dall'area di Rho Pero, sede dell'Expo, andranno soddisfatte le esigenze dei famigliari, se lo si fa bene si ha una marcia in più». Risorse e operatività, cosa può dirci? «Le risorse servono nel momento in cui hai chiara idea di cosa vuoi fare e convinci i soci firmatari che quella è una cosa importante, allora si quantificano anche le risorse. Sull'operatività, costituirò un tavolo operativo con 7-8 componenti che lavorano per tutti, ma quando avremo temi particolari cercheremo le competenze giuste con ingresso di altri contributori, avremo un tavolo di base e altri tematici». Come si fa a portare qui persone? «Con due o tre porte di ingresso, la prima è digitale, dovremo presentare a un visitatore che programmerà il suo viaggio dopo che ha visto l'Expo, la possibilità di ospitarlo sul nostro territorio, con un'offerta che abbia un certo appeal, l'altra è la presenza nostra nel Padiglione Italia dove passeranno i 21 milioni di visitatori, vista la prossimità li inviteremo a venire. Poi ci costruiremo noi un target a cui mandare inviti specifici». p. s.
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