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Nasce "Futuro e libertà per l'Italia"

L'esercito di Fini: 33 deputati e 10 senatori

Il giorno dopo la formalizzazione della rottura con Pdl è il momento della conta.

Sarebbero 33 deputati, oltre allo stesso Gianfranco Fini, e 10 senatori il primo embrione di «Futuro e libertà per l'Italia», il nuovo gruppo parlamentare in cui sono confluiti i finiani di fatto epurati o autonomamente fuoriusciti dalle fila del Pdl.

I numeri sono ancora da confermare (i senatori, ad esempio, potrebbero arrivare addirittura a 14), ma ci sarebbero le condizioni per formare gruppi autonomi in entrambi i rami del Parlamento.
Anche al Senato, dopo l'annunciata adesione di Adriana Poli Bortone e Giovanni Pistorio, sarebbe infatti stato raggiunto il numero minimo di membri richiesto dai regolamenti per la costituzione di una entità indipendente.

Quello della Camera è stato costituito già in giornata.
Per il Senato, invece, ci sarà tempo ancora una settimana.

Ma chi sono i parlamentari finiani?
Molti di loro hanno voluto mostrarsi alla stampa nel corso della dichiarazione fatta alla stampa da Fini all'Hotel Minerva.
Tra i deputati e senatori c'erano, in prima fila, Carmelo Briguglio, Italo Bocchino e Fabio Granata, i tre deputati deferiti ieri dall'ufficio di presidenza del Pdl e il cui ingresso nel nuovo gruppo era scontato.
Accanto a loro l'ex radicale Benedetto Della Vedova, Adolfo Urso, Roberto Menia, Ida Germontani, Maria Grazia Siliquini, l'ex direttrice del Secolo Flavia Perino, l'ex presidente della provincia di Roma Silvano Moffa, e altri ancora nelle seconde e terze file.

Questa in ogni caso la composizione iniziale del gruppo a Montecitorio, secondo quanto annunciato in aula dal presidente di turno Maurizio Lupi:
Italo Bocchino,
Carmelo Briguglio,
Fabio Granata,
Enzo Raisi,
Luca Barbareschi,
Francesco Proietti Cosimi,
Francesco Divella,
Antonio Buonfiglio,
Claudio Barbaro,
Maria Grazia Siliquini,
Flavia Perina,
Angela Napoli,
Luca Bellotti,
Aldo Di Biagio,
Antonino Lo Presti,
Giuseppe Scalia,
Giorgio Conte,
Benedetto Della Vedova,
Adolfo Urso,
Mirko Tremaglia,
Alessandro Ruben,
Andrea Ronchi,
Donato Lamorte,
Giulia Bongiorno,
Catia Polidori,
Carmine Santo Patarino,
Giulia Cosenza,
Silvano Moffa,
Roberto Menia,
Gianfranco Paglia,
Giuseppe Angeli,
Giuseppe Consolo,
Souad Sbai.

Al Senato, con Fini potrebbero schierarsi oltre a Pistorio anche altri due esponenti dell’Mpa e almeno un ex azzurro per ora tenuto ’coperto’.
I membri del partito di Raffaele Lombardo che potrebbero partecipare all’esperienza finiana a Palazzo Madama sarebbero dunque Giovanni Pistorio, Vincenzo Oliva e Sebastiano Burgaretta.
La pattuglia finiana dovrebbe poi contare su Franco Pontone, Maurizio Saia, Giuseppe Valditara, Mario Baldassarri, Maria Ida Germontani, Egidio Digilio, Giuseppe Menardi e Pasquale Viespoli. Ancora in bilico sarebbero invece Andrea Augello (in queste ore in stretto contatto con Gianni Alemanno e orientato a non prendere parte all’esperienza) Laura Allegrini e Oreste Tofani.
Verso il no, invece, Cesare Cursi, Antonio Paravia e Candido De Angelis.

Il Pdl contava fino ad oggi su 271 deputati, secondo quanto riportato dal sito Internet della Camera , che scenderebbero a circa 240 se si confermasse la diaspora di una trentina di finiani. Considerato che gli alleati della Lega Nord contano 59 deputati, il rimanente Pdl più la sola Lega Nord non riuscirebbe a raggiungere la maggioranza assoluta a Montecitorio, che è di 316 deputati.

Di vitale importanza per il governo, se volesse fare a meno dei finiani, diventerebbe quindi confermare ed eventualmente ottenere nuovi consensi nel gruppo Misto, che comprende 31 deputati.
Di questi otto sono del partito di Francesco Rutelli, Alleanza per l'Italia; sei del Partito liberale italiano, tre dei Repubblicani regionalisti, 4 dei Liberal democratici, 5 del Movimento per le Autonomia e 3 delle minoranze linguistiche.
Ci sono infine due deputati non iscritti ad alcuna componente.
L'Mpa ed altri 5 deputati del misto hanno finora sostenuto il governo.

Al Senato attualmente il Pdl conta 145 aderenti. La maggioranza può contare anche su 26 leghisti e su 3 aderenti all'Mpa per un totale di 171 senatori su una maggioranza assoluta, al netto dei senatori a vita, di 158 voti.
I finiani qui dovrebbero essere tra i 10 e i 14.


Proprio i numeri della nuova maggioranza che si creerebbe con l'uscita dei finiani dal Pdl, avrebbe spinto il premier a tentare la carta Udc.
A quanto si apprende, Berlusconi avrebbe preso visione di una lista di deputati e senatori centristi con note a margine per valutare chi di loro sia più «suscettibile» di un addio al gruppo di Pier Ferdinando Casini.
Tra i parlamentari contattati dal premier ci sarebbero Renzo Lusetti, già transfugo in questa legislatura dal Pd all’Udc, e la senatrice Dorina Bianchi, anche lei eletta con il Pd e poi tornata in questa legislatura con i centristi.
Il tentativo di Berlusconi tuttavia, riferiscono fonti centriste, non avrebbe avuto successo.
Attraverso il portavoce Udc Antonio De Poli denuncia l'«indecente campagna acquisti» in corso un queste ore in Parlamento.


pubblicazione: 30/07/2010

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