Alleanza fra le categorie economiche per un progetto "bandiera"
La visione è questa: il Po arriva a "lambire" Piazza Cittadella. Il Grande fiume scorre più vicino idealmente, con la sua forza naturale, alla vita del centro storico. E fra le sue rive riconquistate e la città si stende la Caserma Nicolai riconvertita a sede degli uffici pubblici, con aree museali da ricavare nella Caserma Bixio, dove a fine ‘600 si ergeva il teatro ducale, fra queste c'è da prevedere anche il museo contadino intitolato a Giuseppe Verdi. Ecco ancora nel vicino Laboratorio Pontieri palestre per le scuole piacentine, forse alberghi, certamente botteghe di artigianato, negozi e un minimo di residenza per consentire al progetto di decollare. Il tutto ai piedi di Palazzo Farnese.
Chi c'è Su queste suggestioni - oggi meno evanescenti con le attese dismissioni, si ipotizzano un paio d'anni. delle Caserme Nicolai e Laboratorio Pontieri - nasce la "Baia del Po", un'associazione temporanea di scopo, Ats, tra tutte (o quasi) le categorie economiche piacentine che ieri hanno firmato lo statuto davanti al notaio Paola Ugolotti, nella sede dell'Unione Commercianti, dopo aver sottoscritto qualche anno fa un più generico protocollo di intesa. Con questo strumento si conta di affiancare il Comune di Piacenza in tutti i confronti con i militari e di far una virtuosa azione di pressione e lobbying perché certi "nodi" si sciolgano. Ci sono Alfredo Parietti e Giovanni Struzzola per l'Unione, il presidente Bruno Sacchelli con Fausto Arzani di Confesercenti, firmeranno Emilio Bolzoni per Confindustria e Francesco Milza per la Confcooperative, ci sono Dario Costantini, presidente della Cna, Maurizio Molinelli presidente di Legacoop e Luigi Bisi che guida la Coldiretti. Assenti, ma per motivi tecnici e forse già destinate ad associarsi anche Libera Artigiani, Unione Agricoltori e Upa. Ottimismo «Siamo ottimisti» enunciano dal fronte della Confesercenti, la «zona nord è strategica e fantastica» rincalza Costantini, forse questo progetto "bandiera" - ebbe la sua genesi in Vision 2020 - lo vedranno realizzato i nostri figli, argomenta, ma va bene così. A Molinelli chiediamo quale impegno economico può esigere un progetto di tal fatta: 70-80 milioni di euro è la risposta. «E' il primo gesto ufficiale per realizzare la Baia di San Sisto» sottolinea il presidente di Legacoop che fu tra le promotrici di questa allora pionieristica impresa di riqualificazione urbana. Turismo Alfredo Parietti, fra i più convinti sostenitori - il tema è stato sposato anche dall'Unione Commercianti nazionale - sottolinea come questo sia un grande progetto di riqualificazione su 85 mila metri quadrati dove l'aspetto di funzioni pubbliche è preponderante. I privati sono peraltro necessari ad apportare risorse economiche che consentano di recuperare i luoghi e strapparli - come ha rimarcato Struzzola - a un potenziale degrado qualora i militari uscissero e non vi fossero soluzioni di riutilizzo. Piace l'idea di fare dell'area nord di Piacenza il "biglietto da visita" anche turistico della città. E' davvero un progetto strategico per il centro storico che guarda al Po. Belle arti ok E tra le informazioni che emergono, in attesa di fissare la prima riunione dei soci, Parietti dà una buona notizia. Gli architetti che si sono occupati della Baia del Po, s'è detto, hanno già accertato che la Soprintendenza ai beni artistici non opporrà ostacoli al recupero dei luoghi, alcuni nobilissimi come i chiostri di San Sisto inglobati nella Caserma Nicolai. Ora si vuol far conoscere alla città il profilo di questo progetto. Parietti annuncia un evento pubblico per avere la giusta risonanza e in collegamento con l'Amministrazione di Palazzo Mercanti. Sarà l'inizio di un percorso partecipato dove tutti potranno dire cosa si aspettano dalla grande Baia del Po.
Patrizia Soffientini patrizia. soffientini@liberta. it LIBERTA' 20/04/2013
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