Critico ma isolato il leader dei Piacentini con Reggi
Il presidente di Tesa, Guido Ramonda che, uscendo dall'aula allo sciogliersi dell'adunanza, gli dice: «Possiamo sempre tirare il freno se vogliamo». E lui di rimando: «Ma forse era meglio farlo prima se adesso scopriamo che davanti c'è la curva». La battuta rende al meglio il senso della seduta della commissione consiliare 4 (sviluppo economico) chiamata ieri a votare la delibera di indirizzi sulla grande alleanza tra le aziende multiutility di Piacenza (Tesa), Parma (Amps), Reggio (Agac) e Modena (Meta). Seduta caratterizzata dall'inatteso exploit di Sandro Miglioli. Il suo rapido scambio di vedute finale con Ramonda è emblematico di tutta la criticità con cui il capogruppo dei Piacentini con Reggi vede il progetto di un polo emiliano dei servizi ambientali ed energetici, progetto che dopo il passaggio in commissione attende ora di approdare in consiglio comunale (così come sta accadendo in questi giorni a Parma, Reggio e Modena). Le preoccupazioni di Miglioli sono queste: niente da dire sulla bontà della scelta di fondo dal punto di vista finanziario e industriale, ma è sul piano politico che i conti rischiano di non tornare, e di non tornare per Piacenza. Colpa del “nanismo” di Tesa rispetto alle altre aziende con cui deve aggregarsi: siamo molto più piccoli, una condizione svantaggiata che «porterà inevitabilmente a una colonizzazione» del tipo di quella operata da Parma all'epoca della fusione tra Casse di Risparmio, ha ammonito Miglioli che teme un «impoverimento di professionalità e possibilità di lavoro». Per evitarlo occorre che Piacenza «trovi la forza di porre qualche condizioni, dei patti parasociali, «qualche formula che consenta alla futura holding multiservizi, di essere ben radicata anche nel nostro territorio. Ma se la cosa non riuscisse, Miglioli ritiene giusto chiedersi «che senso ha fare l'alleanza». Finiremmo per avere nella holding una quota del 7-8%, che ci relegherebbe al ruolo di azionisti marginali senza comando. Meglio, allora, vendere subito il 58% di Tesa, «incasseremmo bene e non saremmo in balia di altri». Un dilemma non da poco, che secondo Miglioli va risolto prima che tra i quattro Comuni sia sottoscritta la “convenzione” allegata alla delibera votata ieri. È vero che è un passo preliminare e che i veri nodi per la fusione saranno affrontati dopo, ma rischia di costituire un punto di non ritorno. Per questo Miglioli si è astenuto al momento del voto, risultando però isolato nella maggioranza che, dai Ds alla Margherita, da Rifondazione agli altri due Piacentini con Reggi, Carlo Mazzeo e Marco Marippi, si è espressa a favore (Marippi ha difeso a spada a tratta il progetto per i «vantaggi importanti» che porterà alla «qualità della vita dei cittadini»). Le minoranze non hanno partecipato al voto. Da annotare, da parte del centrodestra, accanto a rilievi critici sulla falsariga di quelli espressi da Miglioli, un atteggiamento di disponibilità al dialogo. Carlo Mazzoni (Forza Italia), in particolare, ha invitato la maggioranza a un'azione di coinvolgimento dell'opposizione non escludendo intese bipartisan. Gustavo Roccella
I vantaggi dell'alleanza con Parma, Modena e Reggio «Più investimenti, servizi migliori e taglio dei costi» Elefanti: per Tesa salto di qualità, ma il vero nodo sarà il patto di sindacato Nessun salto nel buio, possiamo recedere in qualunque momento. Questa la posizione dell'assessore Marco Elefanti che in commissione ha spiegato perché l'amministrazione caldeggia il polo multiutility , una necessità dopo la liberalizzazione dei mercati. Certo, i rischi di una marginalizzazione di Tesa ci sono, tutto dipenderà dalla «qualità del patto di sindacato» da stipulare con Parma, Reggio e Modena: essere soci al 7-8%, ma agganciati ai pacchetti che sommati danno il 51% significa essere in posizione privilegiata. Occorrerà grande «capacità negoziale». Elefanti ha sottolineato come Tesa entri in una rete che per capacità di investimento, ricerca e sviluppo, nuove tecnologia, qualità dei servizi, riduzione di costi e tariffe, garantirà vantaggi impensabili stando isolati.
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