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Monti : Il dilemma delle liste.

ROMA - Nel giorno in cui la «salita» in politica di Mario Monti incassa il sostegno del Vaticano, dietro le quinte prosegue il lavoro del professore e dei suoi più stretti collaboratori in vista della creazione di una lista elettorale.
Anche se il premier non ha ancora deciso se convenga far confluire in essa anche i partiti che lo sostengono (Udc e Fli) anche alla Camera - al Senato la scelta appare obbligata - o se convenga mantenere le diverse identità.

Intanto, mentre i centristi attendono di definire un vertice con il Prof (ma è probabile che oggi si vedranno con Riccardi), la "benedizione" d'Oltretevere arriva con un editoriale dell'Osservatore in cui si descrive l'appello del presidente del Consiglio con un invito a «recuperare il senso più alto e più nobile della politica».
Parole inequivocabili, che a palazzo Chigi vengo accolte con ovvia soddisfazione.

Resta comunque un residuo di cautela. Dallo staff del premier si ripete che «la riserva non è ancora sciolta» ufficialmente. E non è detto che lo sia prima del discorso di capodanno del capo dello Stato. I sondaggi, assicurano però, c'entrano poco visto che - spiega un collaboratore di Monti - «nessuna ricerca demoscopica, almeno prima della Befana, pare attendibile».

Ed aspettare quella data sarebbe davvero troppo, visto i tempi strettissimi della campagna elettorale.

Ecco spiegato come mai il lavoro alla lista del professore prosegue comunque.
Perché ormai di questo si tratta: Luca Cordero di Montezemolo, tramite contatti informali e riunioni operative fra gli staff, ha confermato al professore l'intenzione di cedergli la macchina organizzativa costruita con Andrea Riccardi.
Un pacchetto «chiavi in mano», scherza un collaboratore del presidente di Italia Futura. Ovviamente non a costo zero, visto che il lavoro fatto in tre anni non può essere «cannibalizzato».
Ma è un fatto che ormai gli staff di Monti e quelli di Montezemolo lavorino a braccetto per completare la raccolta delle firme, selezionare i candidati (su cui il professore vuole avere l'ultima parola) ed elaborare la strategia elettorale.

Il nodo del numero di liste, però, non è ancora stato sciolto.

La conferma arriva dai collaboratori di Monti, secondo i quali «nulla è deciso». È vero, come spiega Pietro Ichino, che si sta «lavorando» all'ipotesi di una lista unica anche a Montecitorio e non solo al Senato dove la legge elettorale «costringe» a questa scelta. Ed è altrettanto vero che, come spiega sempre il giuslavorista, questa soluzione consentirebbe al professore di «passare al vaglio» i candidati in modo da evitare «riciclati». Visto che nelle scheda ci sarà l'indicazione «per l'agenda Monti» e il professore intende preservare l'«originalità» di un'offerta politica rivolta soprattutto alla società civile.
Ma l'ipotesi lista unica presenta anche diversi svantaggi: «Con il Porcellum avere più liste alla Camera significa avere più deputati», spiega una fonte che sta lavorando al dossier.

C'è poi un altro elemento da tenere in considerazione: la par condicio.
«Con una sola lista lo spazio televisivo rischia di essere molto inferiore», spiega un "montezemoliano". Timore che trova conferma anche nello staff di Monti. Vi sono poi aspetti più prettamente politici: Casini continua a ripetere al professore che «rinunciare allo "scudocrociato" sarebbe un vero peccato».

Inoltre, la presenza di più liste non farebbe venire meno il controllo del professore sulle candidature. Visto che chiunque intenda fare riferimenti all'agenda Monti nella scheda dovrà comunque sottoporsi al suo esame. Forse per questo il leader Udc ha messo le mani avanti: stiamo lavorando ad una «area di responsabilità nazionale» in cui troverà spazio chi crede «nel valore della buona politica», mentre gli «opportunisti dell'ultima ora» saranno lasciati fuori.

Mentre Monti riflette sul da farsi, si ingrossano le fila di quanti bussano alla sua porta.
Il congresso nazionale del Pli ha deciso di appoggiare l'Agenda del Prof, anche se il partito preferirebbe mantenere la propria identità.
Una dozzina di ex pidiellini, fra i quali Isabella Bertolini e Giorgio Starcquadanio, si aggiungono a valutare l'adesione al progetto del professore.
E anche l'ex pm antiterrorismo Stefano Dambruoso, chiedendo l'aspettativa al Csm, ha confermato di volersi presentare con Monti.
Federico Garimberti
da Libertà del 28/12/2012


pubblicazione: 28/12/2012
aggiornamento: 30/12/2012

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