Il messaggio vale anche per Piacenza ?
Luca di Montezemolo nel suo discorso di insediamento alla testa di Confindustria lancia messaggi precisi. "Gli imprenditori devono rimettersi in gioco, attraverso il dialogo e la concertazione con le parti sociali e con gli enti pubblici; il risultato dovrà essere, più che il semplice raggiungimento di accordi, la condivisione di un programma di sviluppo". Il senso di queste parole si ritrova nei documenti del Patto per Piacenza, prima, e nel Piano strategico, poi. E' da lì che gli operatori economici piacentini devono ripartire, valorizzando, tra l'altro, il peso e l'importanza della Camera di Commercio. "Occorrono obiettivi chiari e misurabili per il rilancio degli investimenti in ricerca; a livello nazionale, ci si propone di spostare nella ricerca un punto percentuale del PIL (più o meno dodici miliardi di Euro)". Sul nostro territorio stanno nascendo alcuni importanti Centri di Ricerca: l'ITL nel settore della logistica (per iniziativa al momento interamente pubblica), il MUSP nel settore della meccatronica (per iniziativa del Politecnico di Milano e con il supporto della Fondazione di Piacenza e Vigevano) e un centro sperimentale di energetica (ancora per merito del Politecnico). Gli imprenditori piacentini potrebbero definire un proprio impegno, anche finanziario, nel sostegno di questi centri . Inoltre, e questo vale soprattutto per le Aziende della filiera edile (tradizionalmente, una colonna portante della nostra economia), potrebbero progettare e promuovere un altro Centro di Riceca: quello sulle tecnologie e sui materiali da costruzione, magari agganciandolo all'enorme potenziale di attività relativo alla riqualificazione urbana della nostra città. "La versione attualmente in voga in Italia del federalismo, che potremmo definire "localismo fiscale" sta uccidendo l'economia; il vero federalismo, invece, dovrebbe esaltare le specificità delle diverse aree, in un contesto competitivo globalizzato". Questo messaggio ha un grande rilievo assoluto per Piacenza: qui non si tratta, come sostiene qualche politico locale, di lasciare Bologna per Milano. Il nostro problema è quello di giocare al meglio il nostro ruolo di cerniera tra alcune delle Regioni più ricche d'Europa, ridefinendo le nostre caratteristiche di distretto economico sulla base dello "stato di salute" e delle prospettive delle imprese del territorio. Su questo punto, ad esempio, io dissento dal giudizio recentemente espresso da Augusto Rizzi su "Libertà": secondo me, l'industria meccatronica piacentina ha tutte le caratteristiche di sistema e le dimensioni (indotto compreso) per costituire un distretto specializzato e integrato.
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