Inceneritori & salute
Il progetto Moniter, durato tre anni e curato da Arpa, tira le somme.
E se da un lato assolve gli otto inceneritori della regione Emilia Romagna - fra i quali quello di Piacenza - sul fronte, per esempio, delle basse emissioni in atmosfera, dall'altro fa emergere zone d'ombra. Una fra tutte: il rischio di parti prematuri in mamme che vivono vicino agli inceneritori.
Si tratta di evidenze «modeste», tali da non destare allarme e preoccupazioni afferma Carlo Lusenti, assessore regionale alle Politiche per la salute, ma che suggeriscono o meglio impongono ulteriori indagini e monitoraggi, difatti lo studio Moniter sul fronte della natalità riferito al 2003-2006 verrà replicato esaminando anche il periodo 2007-2010 durante il quale gli impianti sul territorio sono stati rinnovati.
Il rischio è documentato nello studio pubblicato da pochi giorni sul sito di Arpa dedicato a Moniter e «presenta un aumento - è scritto - passando dalle zone meno esposte a quelle più esposte alle emissioni degli inceneritori». Una tabella correlata mostra cinque livelli di esposizione entro un raggio di 4 chilometri e tra quello più lontano e quello più vicino agli impianti scattano oltre due punti percentuali (dal 5,36 per cento al 7,83 per cento di nascite premature, in tutto 599 casi in regione). Ci si riferisce a parti avvenuti prima della 37ª settimana di gestazione.
Dei risultati di questa complessa indagine di Moniter che a suo tempo, in fase di avvio, fu presentata con grande evidenza dai mezzi di informazione, si è avuta una prima visione generale a metà settembre, quando a Bologna sono stati presentati pubblicamente alcuni rapporti conclusivi incentrati su tre voci: le emissioni in atmosfera, la costruzione di mappe di ricaduta degli inquinanti emessi oggi e in passato dai singoli impianti e appunto gli esiti dell'indagine epidemiologica sui nati nel periodo 2003-2006.
Un capitolo particolarmente sensibile sono gli effetti provocati dagli inquinanti emessi dagli inceneritori sulla riproduzione nelle persone esposte, ma i dati che riguardano la mortalità e l'incidenza di tumori non sono ancora disponibili.
Tornando al tema della nascita, si sono indagati una serie di fattori: rapporto tra i sessi, nascite gemellari, nascite pretermine, basso peso alla nascita di chi ha visto la luce al giusto compimento della gravidanza. Lo studio ha considerato tutti i 11.937 bambini nati da madri residenti nelle aree di 4 chilometri di raggio intorno agli otto inceneritori regionali nel periodo 2003-3006. Poi l'indagine si è circoscritta su 9.950 nati per i quali è stato effettivamente possibile ottenere informazioni attraverso i certificati di assistenza al parto. L'indirizzo di ogni bambino è stato georeferenziato e caratterizzato da uno specifico livello di esposizione alle emissioni dell'inceneritore e ad altre fonti di inquinamento, valutate attraverso modelli di dispersione al suolo. L'analisi ha tenuto conto anche delle caratteristiche materne (età, titolo di studio, figli avuti in precedenza, nazionalità). Se parti gemellari, rapporto tra sessi e basso peso alla nascita non si possono associare all'esposizione all'inceneritore, per i nati prematuri si rileva un trend associato ai livelli di esposizione, seppur modesto.
Cosa implica un parto prematuro? Talvolta il non completo sviluppo di organi e apparati, per questo motivo i neonati pretermine hanno rischio di mortalità nel primo anno di vita più elevato di quelli a termine.
Patrizia Soffientini LIBERTA' , 14/11/2010
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