IN AUTUNNO RITOCCO IL GOVERNO. PRIMARIE ? INUTILI, BASTO IO.
"Sì, adesso posso andare in vacanza tranquillo". Silvio Berlusconi è appena uscito dalla cena-fiume di martedì sera con Pier Ferdinando Casini e Marco Follini. Ormai è l'una di notte. Insieme a Gianni Letta, torna a Via del Plebiscito. Il faccia a faccia con i due centristi è andato a buon fine. Il premier lo ripete più di una volta. "Adesso - sottolinea scandendo ogni singola parola - in tutti c'è la consapevolezza che dobbiamo affrontare momenti elettorali importanti e quindi le fibrillazioni devono finire".
Sono le ultime ore di lavoro a Roma. La mattina seguente a Palazzo Chigi hanno staccato la spina. L'agosto della politica italiana è iniziato. Il premier è andato ad Arcore e nel fine settimana si trasferirà a Villa Certosa, nel buen retiro di Porto Rotondo. Dopo una delle più lunghe verifiche di governo, questa volta il presidente del consiglio sembra uscire soddisfatto dall'incontro con il presidente della Camera e il segretario dell'Udc. Le spine, in questi mesi, con loro non sono mancate. Ma questa volta il sorriso si stampa sul viso del Cavaliere: "adesso posso dire che le fibrillazioni sono davvero finite".
Forse proprio per questo, prima di entrare nel cortile di Palazzo Grazioli fa fermare la macchina. Vede il cronista che lo attende. A Via del Plebiscito ci sono solo le auto blu del premier. Il Cavaliere prima abbassa il finestrino e augura "buone vacanze". Poi decide di scendere dalla "ammiraglia". Appoggia un braccio sullo sportello aperto della sua Audi blindata. Proprio l'Audi, non la nuova Maserati consegnata solo pochi giorni fa da Luca Cordero di Montezemolo e utilizzata in un paio di occasioni. "In questi giorni è andato davvero tutto bene - scatta prevenendo le domande -. Siamo riusciti a risolvere i problemi che avevamo davanti".
Il Cavaliere si mostra rilassato. Sorride. Dall'altra parte anche Letta resta in piedi ad ascoltare. La scorta circonda i due "obiettivi sensibili" mettendo in bella vista un arsenale di tutto rispetto. Berlusconi inizia a tracciare il suo bilancio personale alla vigilia della pausa estiva dispensando a destra e a manca dosi industriali di moderatismo e immergendo nel miele tutte le parole. "Abbiamo approvato il Dpef, abbiamo avviato la riforma federalista. Ora possiamo contare anche su una ripresa economica in tempi ragionevoli. Insomma ora possiamo andare in vacanza tranquilli".
Tanto tranquilli che nei suoi programmi rispunta anche il famigerato rimpasto. Un'operazione che a settembre si può "realizzare". E addirittura non esclude di aprire una linea di credito con l'opposizione per "migliorare" tutte le riforme in cantiere. "Del resto - ammette - tutto è migliorabile".
Evidentemente il pranzo prima con il Governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, e poi la cena con gli "amici-nemici" dell'Udc sono andati, a suo giudizio, meglio del previsto. I centristi, in realtà, preferiscono non sbilanciarsi. Anche in casa Udc descrivono l'incontro svoltosi a Montecitorio con tinte meno fosche rispetto al recente passato. Sono però decisamente più prudenti del Cavaliere.
Sul tavolo sia Casini che Follini hanno spiattellato il nodo della devolution. Hanno sottolineato la necessità di modificare sensibilmente il disegno di legge: "come se fosse un pit stop che ci permette di affrontare il rush finale con il serbatoio pieno di benzina". Gli ex Dc hanno soprattutto voluto giocare a carte scoperte per non sentirsi rimproverare a settembre. Hanno richiamato l'attenzione sull'opportunità di cercare una convergenza su questo terreno con il centrosinistra. Il segretario centrista ha anche sollevato alcune osservazioni sulla prossima finanziaria, a cominciare dal taglio alle aliquote irpef.
Indicazioni che all'ingresso di Via del Plebiscito, il premier sembra aver recepito. Così non solo accetta l'idea di mettere mano alla squadra di governo, ma imprime anche un'accelerazione sulla riforma elettorale proporzionale. E poi, appunto, si dichiara pronto al dialogo con l'opposizione sulle riforme. Non a caso misura con il bilancino le parole quando il discorso cade su Francesco Rutelli e sulla sua intenzione di mantenere alcune delle riforme varate dal centrodestra se il centrosinistra vincerà la prossima tornata elettorale.
Il sorriso infine si trasforma in una risata quando gli viene chiesto se l'idea delle primarie lanciata da Prodi possa essere applicata anche alla Casa delle libertà: "Da noi non ce n'è bisogno. Nessuno mette in discussione che nel 2006 sarò ancora io il candidato premier".
Lei è soddisfatto, eppure nella maggioranza rimane il nodo della devolution. "Stiamo lavorando. Ci impegneremo in estate in modo approfondito. Anche la Lega è aperta a miglioramenti".
Ne ha parlato anche con il presidente della Camera Casini? "Sì, certo. Ne abbiamo parlato a cena".
Anche il presidente della Camera è disponibile ad un'intesa? "Mi pare proprio di sì".
Follini, però, ha posto il problema della legge elettorale proporzionale. Lei ha annunciato che comincerà a ragionarci. Cosa significa? "Significa che metteremo subito a lavorare delle persone di Forza Italia e degli altri partiti della coalizione per mettere giù un progetto condiviso".
Se ne occuperanno gli stessi "saggi" di Lorenzago? "Assolutamente no. Saranno persone con delle specifiche competenze in questo campo. Avranno l'incarico di mettere a punto un progetto. I nomi già ce li abbiamo. Sono stati indicati dai singoli partiti della Casa delle libertà".
Nelle scorse settimane, però, la confusione è stata notevole nella maggioranza. A settembre potrebbe ritrovarsi nella medesima situazione. "Io invece penso che la confusione sia finita definitivamente. Di questo sono abbastanza convinto".
Vuol dire che è riuscito a chiarirsi anche con Follini? "Anche con lui abbiamo avuto una serie di approfondimenti".
Il chiarimento è tale che a settembre si farà quel famoso "aggiustamento" della squadra di governo? "Penso di sì perché adesso c'è in tutti la consapevolezza che dobbiamo affrontare momenti elettorali importanti nei quali dovremo trovare assoluta concordia. Per questo penso che le fibrillazioni siano davvero finite".
L'occasione potrebbe essere data dalle dimissioni a settembre di Buttiglione che si trasferisce a Bruxelles? "Sì, anche".
La situazione economica, però, si presenta ancora zoppicante. Non c'è il rischio che devolution e finanziaria diventino una sola partita politica e magari a rischio per il governo? "Io resto molto ottimista. Anche sul fatto che l'economia possa riprendere e sul fatto che tutti, nell'alleanza, sentiamo la responsabilità di un momento elettorale importante. Ripeto: sono convinto che le fibrillazioni nella Casa delle libertà siano ormai alle nostre spalle".
Nel centrosinistra Prodi ha proposto le primarie. Può valere anche per il centrodestra? "No, no... (il Cavaliere si mette a ridere) noi non abbiamo assolutamente questo problema. Non abbiamo questo problema perché da parte di tutti c'è la convinzione che il candidato della Cdl... purtroppo è ancora lui: il dottor Silvio Berlusconi".
In vista del confronto sul federalismo è per lei di buon auspicio l'annuncio di Rutelli che in caso di vittoria del centrosinistra alcune delle vostre riforme non saranno toccate? Il dialogo è possibile? "Le nostre sono riforme positive per tutti. Non sono riforme di una parte, ma sono state pensate per il bene del paese. Poi, certo l'opposizione deve fare l'opposizione. Evidentemente la critica è ineliminabile. Le nostre riforme sono positive ma possono essere ancora migliorate. Quello sì. Su questo non c'è limite, si può sempre migliorare tutto".
Lei ha incontrato anche Fazio. Sono stati superati i dissapori con il Governatore? "Da parte mia non ci sono mai stati dissapori. Fazio ha incontrato anche il nuovo ministro dell'Economia. Rientra tutto nella norma. Adesso dovremo vedere un po' tutti i rappresentanti della associazioni e delle categorie. Dovremo parlare con tutti gli interlocutori possibili".
Fazio ha addirittura riferito di aver rifiutato il ministero che ora occupa Siniscalco. "Beh, questo lo dice lui...".
E quale pensa possa essere il futuro ruolo di Tremonti? "Tremonti... penso che continuerà a dare il suo contributo da parlamentare di Forza Italia". Dopo l'ultima battuta sull'ex ministro di Via XX Settembre, il premier si rinfila in auto. Non prima di porre lui a sua volta una domanda: "ora che sarò in vacanza, chi sa di chi parlerete male? Forse lo so: prenderete dal mazzo uno alla volta i miei ministri...".
(5 agosto 2004)
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