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sabato
23
gennaio
2021
Beato Enrico Susone
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Missione Onu : a sinistra la carne diventa pesce.
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Tutti conoscono lo strano caso dell’abate che battezzò pesce una bistecca, per mangiarla di venerdì in buona coscienza.
Nulla in confronto alle acrobazie dialettiche della sinistra, in tripudio pacifista per la spedizione militare destinata al Libano.
Battezzata «missione di pace» non tanto per ciò che vuol essere quanto per ciò che non è: l’emersione di una nuova Europa, determinata a rubare la scena all’imperialismo americano e a ridurre Israele a più miti consigli.
Tesi sostenuta da neocomunisti e ambientalisti con autentico sprezzo del ridicolo, considerati i calorosi ringraziamenti rivolti dalle signore Livni e Rice al «dear friend» D’Alema.
Nonché l’impegno dalle stesse dispiegato per convincere Berlusconi a non negare il sostegno dell’opposizione.
Come può una decisione tanto apprezzata da Israele e Stati Uniti segnare il ribaltamento della esecrata politica estera, filo-americana e filo-israeliana, del passato governo di centrodestra?
Non può, ma tant’è.
La carne diventa pesce, secondo convenienza.
Nel caso in questione, la convenienza s’identifica con l’attaccamento della sinistra dura e pura al suo status ministeriale, più che ai suoi principi.
Ciò vale ai gruppi dirigenti di Rifondazione, Pdc e Verdi l’onore delle armi, che i moderati non negano mai alla prevalenza del principio di realtà sui fumi dell’ideologia.
Soprattutto, vale a Prodi le congratulazioni di chi (erroneamente) lo credeva condannato a vita ministeriale tribolata e breve, a causa dell’impossibilità di temperare i bollenti spiriti dell’ala sinistra.
Alla prova dei fatti, si può guardare alle temute scadenze della legge finanziaria con minore apprensione per la sorte del governo: non c’è rospo che non possa essere trangugiato da chi è disposto a vedere l’Atlantico più largo per una missione militare fortemente voluta dall’America, allo scopo di investire l’Europa delle ragioni della sicurezza d’Israele.
Ormai legate a filo doppio alla prova di forza in corso con Iran e Siria, per interposto Hezbollah.
Va messa nel conto la possibilità che anche questo tentativo di affrontare il rompicapo mediorientale si riveli altrettanto inconcludente degli altri che si susseguono da trent’anni.
E che la spregiudicatezza della sinistra non regga alla smentita, sul terreno, della favola di un intervento militare compiacente verso i «resistenti» Hezbollah.
«Ci si impegna, eppoi si vede», come si diceva una volta.
Franco Cangini, Il Giorno del 26 agosto 2006
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pubblicazione: 27/08/2006
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