In municipio vertice tra istituzioni milanesi e una ventina di esponenti locali.
Piacenza chiama, Milano risponde: «Sarete un nostro interlocutore privilegiato».
È con queste parole che le istituzioni del capoluogo lombardo si rivolgono al nostro territorio.
Lo hanno fatto ieri per la prima volta formalmente dopo il 31 marzo, il giorno cioè in cui Milano si è vista assegnare l'Expo universale 2015 al termine di una serrata sfida con la turca Smirne.
Una riunione in municipio in cui a Piacenza è stato riconosciuto il merito di essere stata tra le prime città ad avere energicamente appoggiato la candidatura di Milano con la sigla di un apposito protocollo tra i sindaci Letizia Moratti e Roberto Reggi.
Un merito che, ora che il risultato è stato portato a casa, va concretamente ripagato. Come? È delle modalità che hanno ragionato ieri il vicepresidente del consiglio comunale di Milano Davide Corritore e Massimiliano Perri, vicedirettore del Comitato di pianificazione per l'Expo 2015.
Lo hanno fatto con una ventina di esponenti delle istituzioni e del mondo economico piacentini invitati dall'assessore comunale allo sviluppo economico Anna Maria Fellegara. «C'è tanto da fare, ma sono molto contenta, è stata una riunione partecipata, abbiamo allacciato le relazioni giuste», così la Fellegara al termine di un incontro servito per iniziare a immaginare più da vicino come Piacenza può inserirsi in una partita, quella dell'Expo, che secondo le stime farà affluire 30 milioni di visitatori, muoverà 3,7 miliardi di euro di ricadute economiche sul territorio, creerà 700mila posti di lavoro.
È a intercettare la parte più consistente possibile di questo imponente flusso che la nostra città si candida. Ovviamente mettendo in cambio sul tavolo quanto di meglio può offrire, dagli incanti naturalistici delle valli alla bellezza delle architetture, dalla ricchezza storica dei centri urbani alla cultura enogastronomica e alla ricettività alberghiera.
Favorevolmente colpito, si è detto Corritore, della risposta avuta da Piacenza, della disponibilità a «fare squadra» per entrare in «stretta relazione» con Milano. Un «interscambio proficuo» è l'obiettivo condiviso.
Una leva da azionare sono sicuramente le grandi infrastrutture viabilistiche, per fare sì che da qui al 2015 le due città siano collegabili in molto meno dei 40 minuti che oggi occorrono in auto o in treno. Ecco allora che parole come metro leggero e secondo ponte sul Po assumono un vigore nuovo dopo decenni di proclami caduti nel vuoto. Vale soprattutto per il ponte, che nell'anno, il 2008, del centenario della sua costruzione un regalo come la prospettiva finalmente concreta del raddoppio potrebbe pure meritarselo, ha fatto notare Fellegara. Ma la partita è bene che non sia giocata soltanto sulle opere pubbliche, è stato sottolineato sia dall'assessore sia da Corritore, perché «i precedenti Expo che hanno puntato tutto sulle infrastrutture sono quelli che hanno fallito». «Non solo cemento», allora, è stato detto a mo' di slogan: la chiave del successo è riuscire ad accendere la partecipazione sul tema centrale a cui la manifestazione è intitolata, "Nutrire il pianeta, energia per la vita". L'educazione alimentare, la qualità del cibo, l'emergenza nutrizionale in grandi aree del pianeta, gli Ogm, le carestie, le garanzie di filiera, l'escalation dei prezzi: è su questi argomenti che va promossa una cultura, una sensibilità diffusa, specie nei giovani. Da qui si deve partire per poi arrivare, certamente, anche ai pacchetti turistici e ai percorsi enogastronomici di qualità. Gustavo Roccella, Libertà del 19 aprile 2008
Il vicepresidente del consiglio del capoluogo lombardo : «Primi a sostenerci, sarete ripagati». Corritore: avete una grande occasione di marketing territoriale
(gu.ro.) C'erano il Comune, la Provincia, le categorie economiche, la Camera di commercio, i sindacati, un parlamentare (il deputato di An-Pdl Tommaso Foti, fresco di rielezione), l'Università Cattolica, il Politecnico, Piacenza Expo, Tempi. Ricca la platea piacentina che ieri in municipio ha partecipato all'incontro con il vicepresidente del consiglio comunale di Milano Davide Corritore e con Massimiliano Perri, vicedirettore del Comitato di pianificazione per l'Expo 2015. Un primo tavolo di confronto che pare avere dato buoni frutti: a fine maggio le istituzioni e le forze socio-economiche piacentine torneranno a incontrarsi per preparare un pacchetto di progetti da presentare a Milano entro il 30 giugno, quando è in agenda un passaggio importante per l'Expo, la costituzione della società chiamata a gestire tutta la partita organizzativa. E Piacenza ha l'ambizione di riuscire a farne parte, non escludendo l'acquisizione di una quota di azionariato. Ipotesi di fronte alla quale Milano è pronta alle aperture. «Siamo senz'altro favorevoli a un coinvolgimento stabile di Piacenza che è stata tra le prime città a credere alla candidatura di Milano, e la cosa ha particolarmente colpito Letizia Moratti che tra l'altro ha una sorella che vive qui da voi, a Bobbio». Sono parole di Corritore che, pur restando prudente («Il modello di governance va ancora valutato»), ha messo in conto anche un «tipo di partecipazione societaria». Ma questo si vedrà. Il numero due del consiglio di Milano ha detto di avere «trovato una risposta molto pragmatica» dagli interlocutori piacentini. Bene «l'esigenza condivisa di una cabina di regia senza differenziazioni e particolarismi: ho avuto la sensazione che la cultura dell'Expo sia stata percepita». Piacenza, a suo giudizio, non può che essere «una tappa naturale» per il pubblico di visitatori del 2015, gente che «resterà a Milano più di una giornata». Collegamenti stradali e ferroviari sicuramente da potenziare, e tuttavia «la grande opportunità» sarà legata al tema dell'Expo, l'alimentazione, il cibo, la terra: «Va creata una sensibilità nuova su questi argomenti, specie nelle giovani generazioni, pensando non solo a noi, ma anche al resto del pianeta dove si soffre la fame, dove le ricadute negative delle mutazioni climatiche, da un lato, e della globalizzazione dei mercati, dall'altro, colpiscono soprattutto l'agricoltura in tutta la sua filiera, dalla produzione alla distribuzione e alla conservazione». E se, dopo esserlo stato dell'industria, Milano oggi si candida a diventare la capitale dell'agroalimentare, in Piacenza può trovare il partner ideale: «Penso alle vostre università, a quella, prestigiosa, di Agraria. L'Expo sarà la vetrina per le ultime frontiere dell'innovazione e della ricerca in questi campi che possono offrire grandi prospettive di sviluppo economico e professionali per i giovani». Ma per Piacenza, si è detto convinto Corritore, si tratterà anche di una «irripetibile occasione di marketing territoriale», per mostrare il suo «potenziale di attrazione, in termini di qualità del vita, anzitutto sui milanesi che già ora scelgono di venire ad abitare da voi».
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