di GIGI PADOVANI, da La Stampa del 19 agosto 2007
Circoli della Libertà? «Non sono nati per girarci i pollici. Valuteremo come potranno partecipare direttamente alla vita politica, già dalle prossime tornate elettorali».
Michela Vittoria Brambilla gira a mille. Sarà di nuovo a Courmayeur domani sera per la prima edizione del premio «Inno alla vita», da consegnare a un gruppo teatrale di «diversamente abili», come dice lei in modo politically correct. In realtà Michela tiene molto alla Valle d’Aosta: l’organizzazione che presiede e ha fondato nel novembre 2006 - oggi lanciata con la tv, un sito Internet, un giornale - andrà con ogni probabilità al suo primo test elettorale con le Comunali dell’11 novembre proprio a Courmayeur.
Anche se la posta in gioco è molto più ampia, come dice la vulcanica rossa: «Vogliamo rispondere alla crisi della politica, andare oltre la Cdl, mettere in campo il Partito della libertà, che ormai è già nato».
Signora Brambilla, siete pronti a scendere in campo come fece nel ‘94 Berlusconi dopo la crisi di Tangentopoli? «Guardi, la situazione è molto diversa, anche se ci sono parecchi punti in comune con allora. Quello che mi conforta è che oggi c’è maggiore consapevolezza tra i cittadini».
In che senso? «Vogliono impegnarsi. I Circoli sono ormai 5 mila. In questi otto mesi, da gennaio, ho girato l’Italia è ho incontrato gente di ogni ceto sociale ed estrazione politica, compresi centristi della Margherita delusi da Prodi».
Cavalcate il vento dell’anti-politica? «Se permette, ne parlò per primo D’Alema. Ma noi avevamo già capito che c’era questa esigenza: bisogna correre ai ripari al più presto per colmare la grande frattura nata tra Paese e politica, tra cittadini e istituzioni».
Da che cosa è causata? «Dal disastro di questo governo Prodi, che non ha mantenuto nessuna delle promesse che ha fatto, dalle tasse alle pensioni alle opere pubbliche. Aumenta la spesa pubblica, ma non l’efficienza dello Stato».
Pare di sentire il Silvio di 14 anni fa. Ma non bastava Forza Italia? «Eh no. Pensa che nei Circoli della libertà ci siano soltanto forzisti? No, sono soltanto il 50 per cento, poi c’è un terzo di An, un decimo di simpatizzanti Udc, e poi gente che come me non aveva mai pensato di fare politica. Io guido 300 mila giovani imprenditori di Confcommercio».
Quali sono i temi che i suoi aderenti sollevano con più forza? «Le tasse, le opere pubbliche, il degrado della sicurezza nelle città, che anzi è il primo problema, il più sentito. E di fronte a queste esigenze, che fa il ministro Amato? Dice che non ci sono i soldi. O si cambia rotta, oppure la crisi nel rapporto tra cittadini-Stato-politica diventa irreversibile».
Dunque si deve cambiare anche la Cdl? «E’ quello che ci siamo proposti di fare: andare oltre anche l’attuale centrodestra, in nome di valori come libertà e democrazia. Senza scendere in parole d’ordine demagogiche. Ma per fare le riforme che servono al Paese».
Anche con lo sciopero fiscale? «Non voglio entrare in queste polemiche. E’ più serio parlare di soluzioni nuove, alle quali stiamo lavorando, per modificare tutto il sistema fiscale».
Berlusconi ha detto che vuole riscrivere il programma dell’opposizione per tornare a governare. E i Circoli? «Daremo il nostro contributo dal basso, questo è il nostro compito».
Sul vostro sito Internet c’è un sondaggio in cui si chiede se si deve passare dalla Cdl al Partito della Libertà. L’86 per cento dice di sì. Ci siamo? «Sì. Ma guardi che il Partito della Libertà c’è già: si deve soltanto dargli la veste formale. Noi vogliamo cambiare le cose davvero, non siamo nati per girarci i pollici».
E’ un po’ come il Partito democratico e la candidatura di Veltroni... «Quella è una operazione di vertice, la differenza è questa».
Allora siamo di fronte ad una fase di accelerazione. Ma cosa si è messa in testa? Vuole sostituirsi a Silvio Berlusconi?» «Lui è l’unico indiscusso leader».
Che cosa succederà? Giulio Tremonti potrebbe aspirare a essere lui il successore... «Il gossip agostano sta finendo, lasciamo stare».
Quando afferma che volete andare oltre il centrodestra, significa che c’è stata una delusione anche per Forza Italia, oltre che per Prodi? «Io l’ho sempre votata. E non si dimentichi che è stato Berlusconi a volere questi Circoli. Da lui continuo ad avere grande sostegno, consigli, suggerimenti. Non è mica un rivale, anzi...».
Dunque ci sarà un suo affiancamento. E intanto il Cavaliere cerca di accaparrarsi i piccoli partiti moderati, come se si tornasse al pentapartito... «Ma no, è molto diverso. Oggi anche quelle forze possono contribuire alla nostra causa. Perché noi dobbiamo riunificare forze di centro, di destra e, perché no, di sinistra, partendo dai fondamentali per ridare governabilità a questo Paese. Io penso che ci riusciremo».
E’ ottimista come l’ex premier, che pregusta il «ribaltone» per l’autunno? «Oltre che crederci, lo ritengo necessario per l’Italia. Sì, credo proprio che ci siamo vicini».
GIGI PADOVANI, La Stampa del 19 agosto 2007
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