COSA FA LA MESOTERAPIA.
La metodica delle iniezioni intradermiche localizzate, meglio nota come mesoterapia, rappresenta a tutt’oggi uno degli interventi medici piu’ efficaci per il trattamento dell’adiposita’ localizzata.
Il protocollo suggerito dalla Societa’ Italiana di Medicina Estetica prevede quattro sedute settimanali, seguite da quattro sedute ogni quindici giorni e infine, quando si ritenga utile una terapia di mantenimento, quattro sedute o piu’ distanziate di un mese. Il trattamento mesoterapico ha lo scopo di ridurre il volume degli adipociti utilizzando farmaci lipolitici, e in particolare basi xantiniche che, inibendo la fosfodiesterasi, permettono un’azione prolungata dell’AMP ciclico intraadipocitario e, di conseguenza, un prolungamento della lipolisi (S. Maggiori, F. Tomaselli, C.A. Bartoletti 1998). Il farmaco piu’ utilizzato e’ l’aminofillina, il cui principio attivo e’ la teofillina (2 ml diluita in parti uguali con acqua distillata), preceduta da una inoculazione di una fiala da 2 grammi di L-carnitina. Quest’ultima e’ diluita in parti uguali con soluzione fisiologica, e dato il pH acido, tamponata con 0,5 ml di Na bicarbonato, o somministrata per bocca alla dose di 2g per 2 pro die, durante il primo ciclo di sedute settimanali e per una settimana prima delle sedute quindicinali e mensili. L’utilizzo della L-carnitina e’ stato proposto per intensificare, a livello mitocondriale, la b-ossidazione degli acidi grassi liberi provenienti dalla demolizione dei trigliceridi promossa dalla base xantinica (V. Varlaro 1993).
Il ricorso a farmaci vasoattivi, capaci di modificare favorevolmente l’alterazione microcircolatoria, elemento patogenetico fondamentale della PEFS, e’ piu’ efficace se s’interviene al primo stadio della patologia. Mentre negli stadi successivi sara’ solo possibile il controllo della insufficienza venosolinfatica a mezzo di mesoterapia con G.AG. (S. Maggiori, F. Tomaselli, C.A. Bartoletti 1998).
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