La replica dell'assessore alla scuola Giovanna Calciati.
Sul tema delle mense scolastiche “self-service” mi sembra che gli articoli pubblicati ieri da “Libertà” esigano alcune precisazioni. Innanzitutto l'organizzazione e la qualità del servizio refezioni scolastiche del Comune di Piacenza non è mai stata né è in discussione. Nessuno degli addetti al servizio verrà licenziato (il tavolo di confronto con i sindacati verrà convocato al più presto), il numero degli utenti è aumentato (e, quindi, la spesa non è certo diminuita), gli alimenti cucinati saranno quelli previsti dal capitolato d'appalto (75% biologici con pane fresco tutti i giorni), i menu continuano ad essere quelli dettati dalle dietiste dell'Ausl. Il servizio, inoltre continua ad essere soggetto al controllo, oltre che degli enti preposti (Ausl, Arpa e altri), anche degli utenti attraverso le Commissioni mensa (una per ogni plesso scolastico delle quali fanno parte 2 genitori e 2 insegnanti designati dai competenti organi collegiali delle scuole). Grazie al funzionamento di queste Commissioni (istituite lo scorso anno scolastico) sono state apportate ulteriori migliorie al servizio. Inoltre molte Commissioni hanno avanzato al Comune richieste finalizzate ad introdurre modalità di funzionamento del servizio più coinvolgenti e responsabilizzanti per le bambine ed i bambini. Progetti di vera e propria educazione alimentare che consentissero di ridurre gli avanzi e di far apprezzare maggiormente ai piccoli utenti la qualità e la varietà degli alimenti loro offerti. Per ciò che concerne il “serviti da te” ecco i fatti: l'idea del self-service nasce da una visita della responsabile del servizio refezioni scolastiche presso alcune mense di scuole elementari di altri comuni, alla ricerca di esperienze innovative, richieste come prima dicevo dalle stesse Commissioni mensa al fine di migliorare ulteriormente la qualità del servizio. Lo scetticismo conseguente all'idea astratta che il nome “self-service” generalmente evoca si è scontrato con la realtà: in una mensa con più di 300 utenti i bambini hanno tempi di attesa più ridotti rispetto a quelli del servizio al tavolo (la “coda” di ciascuna classe non dura più di 2 minuti) e il refettorio risulta meno rumoroso. Ogni bambino con gli alimenti cotti dalle cuoche e serviti dalle ausiliarie della sua scuola si avvia con il vassoio al proprio posto, mangia conversando con i compagni di tavolo ed alla fine ripone, separandoli, gli avanzi, le stoviglie, il vassoio. L'idea che ne ha ricavato la responsabile del servizio è quella di un'esperienza che, adattata alla nostra realtà, si potrebbe riproporre in via sperimentale in una delle nostre mense: se i diversi protagonisti saranno d'accordo. Viene quindi interpellata la dirigente scolastica della scuola “Vittorino da Feltre” e si delineano i passaggi della condivisione del progetto: il primo punto è che la Commissione mensa della scuola possa rendersi conto direttamente dell'esperienza che si vuole proporre; occorre quindi progettare una visita ad una delle mense che hanno adottato nuove forme di distribuzione degli alimenti (con ogni probabilità il vicino comune di Corsico) assieme alla Commissione. Se il riscontro sarà positivo, si progetterà l'aspetto organizzativo, se ne discuterà con tutti gli interessati e si realizzerà una sperimentazione di alcune settimane. Dopo si valuterà se proseguire o meno. Attualmente il Comune è nella fase della programmazione, congiuntamente alla scuola ed alla sua Commissione mensa, della visita conoscitiva. Nessuno è in grado di dire cosa succederà dopo. Ho letto che altri si sono già scatenati in polemiche, criticando vivacemente ciò che nessuno (a partire dalla responsabile del servizio e dall'assessore) conosce. Una polemica, dunque, nata in attesa di sapere cosa, sulla base di tutti gli elementi a disposizione, il Comune insieme alla scuola interessata ed alla Commissione mensa decideranno di fare. Giovanna Calciati assessore alle politiche scolastiche e dell'infanzia del Comune di Piacenza
26/10/2004
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