LA CRONACA di PIACENZA del 6 ottobre 2005. In mensa cibi di qualità inferiore. Pere e mele che dovevano essere biologiche ma che in realtà contenevano residui di fitosanitari. Olio extravergine, confetture, frutta e verdura di qualità inferiore a quelle previste dal contratto d'appalto. Nessun pericolo per la salute dei bambini dunque, ma alcuni cibi che finivano nei piatti serviti ai bambini nelle mense delle scuole materne di Piacenza gestite da Cir, la compagnia italiana ristorazione di Reggio Emilia, non corrispondevano al capitolato. A scoprirlo come già riportato ieri in esclusiva da Cronaca, sono stati i carabinieri del Nas (Nucleo antisofisticazione sanitaria) di Parma che, al termine dei controlli che hanno riguardato una ventina di mense della provincia di Piacenza, hanno denunciato il presidente del colosso alimentare reggiano per "frode in pubblica fornitura". E ieri in Comune nel corso di una conferenza stampa, l'assessore Calciati ha detto che non vanno creati allarmi perchè "gli alimenti sono sicuri". La Cir si è invece affidata ad un comunicato dove si afferma che "i prodotti sono conformi alla legge" e che la cura dell'igiene "è rigorosa". E' sembrato che il Comune di Piacenza e - soprattutto- la Cir, abbiano fornito dichiarazioni ignorando la realtà dei fatti, ovvero quanto scritto nel comunicato ufficiale dei carabinieri che ieri Cronca ha anticipato.
LIBERTA' del 6 ottobre 2005 Nas in mensa, il Comune difende la Cir. «A scuola serviti cibi di qualità». Ma scattano due denunce. I risultati dopo i controlli dell'Arma nei mesi scorsi: pere, mele e olio non sarebbero come previsto dall'appalto.
«I cibi che vengono serviti nelle mense scolastiche di Piacenza sono di buona qualità e non ci sono problemi dal punto di vista igienico sanitario». Lo dice il Comune, lo conferma il Nucleo antisofisticazioni di Parma. Ma secondo i carabinieri del Nas alcuni prodotti non sarebbero conformi a quelli previsti dal capitolato firmato da aziende che forniscono le derrate alimentari. Si parla di mele, pere e olio extravergine di oliva che, alle analisi disposte dai militari dopo i controlli compiuti nei mesi di aprile e maggio scorso, non avrebbero le caratteristiche promesse. In particolare, sempre secondo i Nas, nella frutta sarebbe stata rilevata la presenza di fitosanitari che non dovrebbero esistere nei prodotti “biologici” previsti dall'appalto. Per l'olio si tratterebbe di agenti ossidanti non pericolosi non dovuti alla qualità del prodotto. A quel punto è scattata la denuncia per i responsabili della Cir di Reggio Emilia, titolare dell'appalto mense, e della ditta del Trentino fornitrice della frutta finita nel mirino dei Nas. Alla Cir verrebbe inoltre addebitato di avere servito latte a lunga conservazione di buona qualità, ma di origine non italiana, caratteristica quest'ultima stabilita dal capitolato d'appalto. Questa contestazione sarebbe stata rilevata a Fiorenzuola. Ma il sindaco Flavio Antelmi, interpellato in merito a questa situazione, ha spiegato di non avere avuto nessuna comunicazione in merito a irregolarità. «Se c'è stato qualcosa - ha aggiunto - non è nulla che abbia a che fare con problemi di carattere igienico-sanitario». Dai risultati degli accertamenti dei Nas sono scaturite due segnalazioni: una nei confronti del legale rappresentante della Cir in cui viene ipotizzato il reato di frode nelle pubbliche forniture, l'altra per un fornitore di frutta in cui si parla di frode in commercio. Le carte sono ora negli uffici della procura della Repubblica in attesa di valutazione. Tutto è iniziato nello scorso mese di aprile quando militari dei Nas di Parma hanno eseguito una serie di controlli definiti dai carabinieri di routine in mense scolastiche del Piacentino, controlli di cui, in alcuni casi avevamo dato notizia. Erano stati eseguiti prelievi di diversi generi alimentari e avviate le analisi di rito per stabilire anzitutto se vi fossero irregolarità in merito alla qualità dei prodotti e se corrispondessero o meno ai capitolati d'appalto. E i problemi, come riferito dai militari, sarebbero stati rilevati proprio in merito alla corrispondenza di alcuni cibi al “menu” fissato nell'appalto. A quanto risulta, aziende finite nel mirino dei carabinieri avrebbero a loro volta fatto eseguire delle controanalisi. La voce del Comune di Piacenza è stata espressa in una conferenza stampa a cui hanno partecipato il vicesindaco Annamaria Fellegara, gli assessori ai lavori pubblici Ignazio Brambati e al diritto allo studio Giovanna Calciati, la dirigente di settore Angela Longieri, Mirella Donati responsabile delle mense e Cristina Ruggi, tecnologa alimentare che si occupa del controllo qualità del cibo. «La salute dei bambini non è assolutamente messa in discussione - ha spiegato la Fellegara - i Nas hanno visitato diciassette delle nostre mense trovando standard qualitativi di assoluta rilevanza. Solo tre sono stati i rilievi, tutti di natura formale, non sostanziale». «È stato lo stesso comandante dei Nas Sabato Simonetti a dirci che la qualità delle nostre mense è buona - ha osservato la Calciati - Sarebbe stata rilevata la presenza di alcuni alimenti non rispondenti a quelli previsti dall'appalto, ma a quanto mi risulta le controanalisi fatte eseguire dalle aziende non hanno evidenziato irregolarità. Per la frutta ad esempio - ha spiegato - si tratterebbe di presunta contaminazione ambientale». «I miei figli mangiano in queste mense - ha osservato Brambati - non ci sono problemi di qualità, abbiamo investito 1 milione e 300.000 euro in tre anni per migliorare le mense». Tutti e tre gli amministratori hanno aggiunto: «Se la magistratura deciderà di procedere contro le aziende segnalate faremo valere i diritti del Comune nelle sedi opportune». Fulvio Ferrari, Libertà del 6/10/2005
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