DAL NOSTRO INVIATO parma - «A voler essere ottimisti la Facoltà di medicina di Parma potrebbe sbarcare a Piacenza già dal prossimo anno accademico, ma credo che sarà più probabile attendere il 2013».
Alla fine dell'intervista, dopo nostre insistenze, il professor Loris Borghi, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Parma, butta lì un traguardo, che non dipende solo da lui ma, anche, da come sapranno muoversi i "compagni" di cordata, o meglio del nascente "ducato" in fatto di formazione medico-chirurgica. L'ospedale Guglielmo da Saliceto, probabile sede, dovrebbe ospitare una classe del corso di base, un'ottantina di studenti moltiplicati per i sei anni della durata del corso. La necessità aguzza l'ingegno, si desume dal primo rapporto sulla Facoltà di medicina dell'Università di Parma, presentato ieri nell'aula magna dell'ateneo. Il preside ha illustrato la ricerca su pregi e criticità firmando un «bilancio in pareggio reale», pungolato dal «rischio chiusura» connesso alla legge Moratti del 2005. Nel capitolo "Progetto di innovazione" il professor Borghi lancia la proposta di una nuova facoltà di Medicina e chirurgia "di Parma e Piacenza", sbandiera «le forti volontà dei territori delle due province e della Regione Emilia Romagna nell'ambito dell'Area Vasta Nord-occidentale - sostiene la qualificazione che ne deriverebbe -, all'ospedale Guglielmo da Saliceto e agli altri presidi ospedalieri dell'Ausl piacentina».
Piacenza viene in aiuto alla "consorella" e in un progetto di «condivisione» risponde all'appello. Concretamente una opportunità da non perdere, sia sotto il profilo scientifico che economico, sia culturale che professionale; un ventaglio di interessi che dovrebbero mettere d'accordo le forze politiche, sociali e imprenditoriali di tutto il territorio. La presentazione del documento, pubblicato in un corposo volume intitolato: "Bilancio di missione e progetto di innovazione", si è svolta nell'aula magna di via dell'Università ed è stata introdotta dal rettore Gino Ferretti, in scadenza (tra i papabili proprio il preside Borghi). Ferretti ai detrattori che hanno lanciato accuse relative ad un "buco" di 5 milioni di euro risponde: «ma quale buco se siamo nella classifica delle 10 Università italiane più virtuose». Il volume, autofinanziato dai docenti della Facoltà, oltre ad illustrare le attività didattiche e di ricerca e delineare l'innovazione, dedica un capitolo, con immagini, che copre ottocento anni di storia. Tra le autorità intervenute nell'aula magna il prefetto di Parma Luigi Viana, già rappresentante del governo a Piacenza: «Sono felice per questa sinergia». Maria Vittoria Gazzola LIBERTA' 22/12/2011
Un'opportunità contro la crisi. L'impatto economico produce un plusvalore di oltre 55 milioni di euro parma - (mvg) Il Bilancio di missione analizza la ricaduta economica generata sul territorio parmense dall'esistenza della Facoltà e riporta l'esito di uno studio di mercato su studenti e specializzandi iscritti a Medicina. La facoltà conta sedici corsi di laurea, 200 docenti (diminuiti di un terzo negli ultimi 5 anni per effetto dei pensionamenti e del blocco delle assunzioni), 3.810 studenti ai quali vanno aggiunti 572 iscritti alle specializzazioni. I numeri sbandierati dal preside Borghi dicono che tanta presenza produce un plusvalore di oltre 55 milioni di euro all'anno per il territorio: «questo corrisponde al 2% dell'intero mercato locale». Piacenza, con gli ottanta studenti (numero massimo previsto) della classe del corso base di Medicina e Chirurgia, moltiplicati per sei anni, ne ricaverebbe ricadute economiche molto inferiori, tuttavia da non sottovalutare. A questo primo passo non è escluso che segua un ampliamento, così come è avvenuto per l'università Cattolica ed il Politecnico di Milano. Da un lato giovani piacentini per una fetta degli anni di studio non saranno più costretti al pendolarismo: nel 2010 sono stati 21 i neolaureati iscritti all'Ordine provinciale, nel 2011 sono stati 32, nuovi medici che si erano formati nelle sedi, oltre a Parma, di Pavia, Milano e Bologna. Poiché il 60 per cento degli iscritti alla facoltà "ducale" provengono da altri territori, è lecito presupporre che una parte dei futuri frequentatori della "classe" piacentina, arrivi da altre province ed abbiano bisogno di posti letto, frequentino luoghi di divertimento e sportivi locali. Insomma spendono a Piacenza. Il mercato immobiliare parmense è interessato per il per il 12% dagli studenti iscritti alla facoltà e il 34% degli specializzandi acquista una casa in città: «ciò corrisponde al 4% di tutto il mercato immobiliare locale». La presenza della Facoltà produce inoltre un plusvalore di circa 30 milioni di euro all'anno per l'Azienda ospedaliero-universitaria di Parma, quasi il 10% del bilancio aziendale. La cifra deriva dall'attività assistenziale svolta dai docenti in aggiunta ai compiti istituzionali di didattica e ricerca e dai contributi che la Regione Emilia Romagna eroga ogni anno alle Asl in cui si svolgono attività connesse alla presenza di una Facoltà di Medicina. Un indotto, al di là della qualificazione del territorio, che gli amministratori della nostra città non possono sottovalutare.
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