Trasferiti 68 ospiti in convenzione.
I nuovi ospiti arrivano anche dal Milanese e dal Basso Lodigiano e per la Fondazione Pia Casa di Riposo Maruffi di via Roma il debutto sul mercato privato dovrebbe riportare in equilibrio i bilanci.
Perché le nuove rette hanno subito un'impennata considerevole «Anche di trenta euro al giorno» ci segnalano dei familiari, manifestando preoccupazione, ma non è stato possibile avere un riscontro in tal senso dalla direzione.
«Non possiamo permetterci di avere sempre bilanci in rosso e di depauperare il patrimonio della Fondazione vendendo dei fondi rustici» spiegava al nostro quotidiano nel luglio del 2011 il presidente (oggi in scadenza) del consiglio di amministrazione, Piero Venturati, quando fu scelta la strada di uscire dal sistema pubblico.
Il processo si è concluso poche settimane fa, il Distretto piacentino (Ausl e Comune) aveva chiesto tempo fino alla fine di dicembre per ricollocare i 68 ospiti non autosufficienti del Maruffi che godono dei benefici dei posti in accreditamento pubblico, vale a dire la quota di sostegno di 49,50 euro giornaliere pro-capite secondo i parametri fissati dalla Regione Emilia Romagna (su rette di circa 80 euro e più).
«E il processo è terminato positivamente - assicura l'assessore comunale Giovanna Palladini (Nuovo welfare e sostegno alle famiglie) - tutti sono stati trasferiti in altre strutture piacentine, forse manca un solo ospite, in quanto ha presentato domanda in ritardo, che però verrà sistemato a breve».
E' la risposta a chi temeva che questi posti convenzionati svanissero nel nulla, in realtà restano nella dote dei 424 posti accreditati a Piacenza, solo sono stati spalmati su altre strutture, quali il Pio Ritiro Cerati, Madonna della Bomba e non solo.
Peraltro i 68 posti che si sono liberati e che non godono più della tariffa agevolata sarebbero stati già occupati. Le richieste di assistenza sono tante, non stupisce. E una modifica statutaria ha aperto anche ad arrivi di altre regioni come la vicina Lombardia.
La scelta della Fondazione Pia Casa di Riposo Maruffi - da cui dipende anche la Giovanni XXIII° di via Lanza, per autosufficienti - di uscire dal sistema pubblico viene spiega da uno degli attuali consiglieri del cda, don Giampiero Franceschini, membro di diritto come parroco di San Savino.
L'accreditamento pubblico esigeva lavori strutturali importanti nello storico palazzo di via Roma, troppo costosi. Inoltre non si era riusciti negli anni ad assicurare - come lo statuto prevede - i posti riservati ai parrocchiani di San Savino, l'Ausl non ne avrebbe tenuto conto. Peraltro, puntualizza don Giampiero, gli eredi di chi ha voluto la Casa di Riposo e Provvidenza possono rivalersi riprendendosi il bene immobile se le condizioni del lascito non vengono rispettate. Il benefattore fu il conte Carlo Luigi Villa Maruffi. Nel 1851, un anno prima di morire, fondò l'istituto di ricovero per gli artigiani poveri.
Il forte legame con la curia piacentina è sempre stato onorato. Nel nuovo consiglio di amministrazione siedono cinque membri, oltre a don Franceschini, membro di diritto come parroco di San Savino, ci sarà un esponente del Comune (uscente è Angelo Manfredini, attuale presidente di Piacenza Expo) che il sindaco Paolo Dosi dovrebbe nominare nei prossimi giorni, quindi Luciano Sivelli, in rappresentanza del Vescovo Gianni Ambrosio, e Roberto Rusconi, indicato dalla Curia, per un quinto membro cooptato dai quattro precedenti si fa il nome di Giorgio Reggiani, avvocato ed ex sindaco di Travo, nonché consigliere uscente del cda della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Reggiani è anche il presidente in pectore e subentrerebbe al posto di Piero Venturati. Per la Fondazione, si apre una nuova pagina, tutta da scrivere.
Patrizia Soffientini LIBERTA' 27/01/2013
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