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MARMOLADA
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La guerra combattuta sulla Marmolada è un esempio assolutamente particolare di "guerra bianca".
Infatti l'alta quota, la presenza del ghiacciaio, e la sostanziale staticità delle linee dei due schieramenti contrapposti portarono da parte austriaca a realizzare una vera e propria città sotto e dentro il ghiacciaio, e da parte italiana nella roccia viva.
Il confine pre-guerra attraversava il ghiacciaio e manteneva le principali cime (Penìa, Rocca, Sass delle Undici e Sass delle Dodici) in mano austriaca, poi attraversava la valle all'altezza del Passo Fedaia e risaliva verso Passo Padòn.
Le truppe italiane occuparono e si attestarono sulla Cresta Seràuta, facendo di Forcella Seràuta un munitissimo caposaldo in roccia.
La conca ghiacciata tra la cresta Seràuta, la Marmolada di Ombretta e il Sass delle Undici, fu terreno di combattimenti e prima linea del fronte dal maggio del 1915 al novembre del 1917.
Una rete di gallerie scavate nella profondità del ghiacciaio dagli Austriaci ( la "Città di Ghiaccio") collegava la stazione di arrivo della grande teleferica stesa tra Col de Bous, con tutte le posizioni avanzate dei Sass Dodici e Undici e di Forcella a V.
La lotta vide ripetuti tentativi delle truppe italiane di occupare la cresta di vetta.
Solo nell'estate del 1917 con la costruzione di gallerie, gli italiani riuscirono a conquistare in parte le postazioni di Forcella V.
Al momento della ritirata conseguente ai fatti di Caporetto, le posizioni italiane comprendevano , oltre a Cresta Seràuta, le quote 3065 e 3135, dominanti la Forcella Seràuta e il fondo della Forcella a V, mentre un caposaldo austriaco resisteva sulla spalla della forcella verso l'Ombretta.
Nei pressi di quest'ultima posizione, avvennero diversi fatti di guerra di mine e in uno di questi episodi perse la vita, assieme a 15 commilitoni del 51° Reggimento Fanteria, sepolto in una galleria franata, il Tenente Flavio Rosso, medaglia d'argento al valor militare.
A Novembre 1917, le posizioni così duramente conquistate, dovettero essere abbandonate.
La "Città di Ghiaccio" era un complesso di gallerie con depositi, cucine, dormitori per uno sviluppo complessivo di 12 Km .
Fu progettata dal tenente e ingegnere Leo Handl con lo scopo di riparare i soldati austro-ungarici sia dal fuoco nemico che dal freddo, dalla neve e dalle valanghe.
Aveva gallerie e sale dormitorio capaci di contenere fino a 70 uomini, illuminate dalla corrente elettrica proveniente da Canazei e fornita da una centrale a vapore.
La vita sotto il ghiaccio permetteva di evitare le rigidissime temperature esterne (fino -30° gradi C).
Infatti nelle gallerie la temperatura poteva variare dai +3°ai +5° d'inverno, scendendo a 0° durante l'estate.
Tuttavia l'aria era spesso resa irrespirabile dal fumo delle stufe (nonostante un ingegnoso sistema di ventilazione il fumo ,raffreddandosi, spesso ritornava indietro nei camini) e forte era l'umidità specie in estate.
Inoltre i baraccamenti e le stanze dovevano essere continuamente modificati a causa del movimento lento ma incessante del ghiacciaio che le stritolava come in una potentissima morsa. Complessivamente però la costruzione della "Città di ghiaccio" rappresentò una geniale soluzione che consentì la sopravvivenza a molti kaiserschutzen.
Abbandonata nel novembre del 1917, probabilmente già nei primi anni '20 non esisteva più.
A causa del costante ritiro del ghiacciaio, la Marmolada dopo aver gelosamente conservato praticamente intatto per decenni il materiale lasciato dai militari , permette ora il rinvenimento di vari cimeli, molti dei quali sono esposti nei due Musei della Marmolada: al Passo Fedaia e alla Punta Serauta.
Trovate ossa umane in Marmolada
03/09/2002
Marmolada, spuntano le ossa di fanti italiani. Lo scioglimento del ghiacciaio porta alla luce nuovi resti umani.
E' stata forse individuata nella Città di ghiaccio austro-ungarica, sulla Marmolada, a 3000 metri di quota, la tomba dei 15 fanti italiani fatti saltare in una galleria da una mina austriaca il 26 settembre 1917.
La scoperta è stata fatta durante un sopralluogo sotto Forcella a"Vu", dove esisteva la galleria italiana. In un profondo crepaccio e' stato individuato un cumulo di ossa presumibilmente umane: potrebbero essere di uno dei 15 fanti morti lassù, nella ormai lontana azione di guerra di mine italo-austriache.
Poco distante emergono i resti di 4 baracche austriache della mitica Città di ghiaccio. E' probabile che nello stesso lungo crepaccio, o nelle immediate vicinanze, siano sepolti i corpi o i resti degli altri fanti travolti dall'esplosione della mina e poi sommersi dalla neve per 85 anni. Il ritiro del ghiacciaio ha portato alla luce nuove trincee e crepacci che furono teatro di battaglie in guerra.
Il crepaccio dal quale sono affiorate le ossa, corre parallelo alla pista da sci "La Bellunese" nel tratto più elevato e puo' essere agevolmente raggiunto con l'intervento di un gatto delle nevi. Solo la stagione ormai avanzata potrebbe costituire un ostacolo per il tentativo di recupero delle ossa: in questo periodo una nevicata non e' insolita a 3000 metri di quota.
UN GIRO SUL GHIACCIAIO
Procuratevi imbragatura, piccozza, ramponi e corda di sicurezza con moschettoni.
Se non possedete i ramponi, potete affittarli da "Amplatz" a Canazei.
A Passo Fedaia (2074 mt) prendete la bidonvia che vi porterà a Pian dei Fiacconi (2626 mt) con l'omonimo Rifugio.
Con un breve sentiero a scalini si raggiunge Capanna al Ghiacciaio (2700 mt).
A questo punto dirigetevi a sinistra verso la prima cresta di roccia (Sass Dodici).
Noterete alla sua base sfasciume e resti di baraccamenti. Sono i resti di posizioni austriache.
Superatelo e dirigetevi verso la seconda cresta rocciosa, Sass Undici.
Ora siete davanti al fronte del ghiacciaio.
Guardando verso l'alto in cresta riconoscerete la Forcella a V.
La "città di ghiaccio" era compresa grosso modo nel triangolo compreso tra tra la linea immaginaria che unisce Sass Undici a Forcella V, e da questa va a Sass Dodici.
Calzate i ramponi, assicuratevi e buona ricerca.....
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pubblicazione: 31/08/2004
aggiornamento: 07/02/2010
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