Il parere di Legambiente.
Nell'approssimarsi del voto del Consiglio Comunale sul Piano Particolareggiato del Polo Logistico gradiremmo rivolgere al Sindaco, alla Giunta e a tutti i Consiglieri un accorato appello per una pausa di riflessione che consenta di accertare, con la dovuta serenità, se davvero tale intervento, così come configurato, aderisca agli interessi della comunità e se esistano ancora spazi e strumenti per migliorarlo. Tale invocazione, perché ormai di questo si tratta, si richiama al principio di sostenibilità ambientale di cui il programma elettorale di Reggi si è fatto garante ma anche alla chiara consapevolezza delle perplessità, dei dubbi e delle incomprensioni che il polo logistico, così come viene proposto, ha suscitato in molti Consiglieri, nelle forze politiche, nelle Circoscrizioni, nelle Consulte e in tutti quei cittadini che hanno avuto la fortuna di conoscere i contenuti della V.I.A. (Valutazione di impatto ambientale) - pochi, troppo pochi - e la pazienza di seguire il relativo dibattito sui media locali. La recente sollecitazione a non porre ulteriori indugi all'approvazione del Polo logistico da parte di autorevoli esponenti della minoranza svela, come una cartina di tornasole, il carattere trasversale di una operazione al servizio di interessi particolari, oscurandone le pur deboli prospettive di sviluppo e occupazionali. Siamo convinti che gli Assessori competenti si siano spesi al massimo per ottenere garanzie ambientali e occupazionali dalle imprese coinvolte, ma riscontrare che le forze di centro-destra, così impegnate in una dura e faticosa azione ostruzionistica sul bilancio comunale, anche su temi all'evidenza marginali, ostentino la propria disponibilità a “fare sistema”, con un voto bi-tri-partisan sul polo logistico, dopo averne doviziosamente demolito - durante l'Amministrazione Guidotti - tutti i cardini pianificatori che ne avrebbero reso più sopportabile l'impatto sulla città, dovrebbe suggerire a tutti maggiore prudenza e considerazione per i reali interessi che inevitabilmente si andranno a favorire. Nessuno vuole, né può, negare la potenziale vocazione logistica del nostro territorio ma non a tutti i costi, non con questo progetto, non con questo impatto. Occorre un richiamo forte al senso di responsabilità, alla dimensione etica, cui tanta parte delle forze politiche di maggioranza si richiama, alla coerenza con il programma elettorale, e all'intelligenza di percepire i segnali di diffuso disagio da parte dei piacentini, prima di infilarsi in un vicolo cieco, che rischia di ipotecare il futuro delle prossime generazioni e di sprecare il patrimonio di consensi ottenuto da questa coalizione. Se tale appello non verrà accolto ci rimane solo il referendum cittadino, poco adatto per decidere su un argomento così complesso, ma estremo strumento per contrastare l'ultimo e trasversale partito che sembra godere di buona salute a Piacenza, quello del cemento. G. CASTELNUOVO E M. NATALI di Legambiente. Da Libertà del 10/3/2005
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