Lo storico presidente della Camera di Commercio è morto a 83 anni
Un uomo buono, buono e generoso. Anzitutto era questo Luigi Gatti, lo si capiva a prima vista, bastava una stretta di mano, sentirlo parlare. Quel volto da buon padre di famiglia, da persona perbene, sapeva trasmettere umanità a chiunque abbia condiviso con lui un pezzo di strada. A partire da suoi operai: tanti di loro in queste ore hanno telefonato alla Zincatura e Metalli, l'azienda di famiglia con sede sulla Caorsana, da dove Gatti stava tornando, come tutti i giorni, l'altra sera alle 18,30 quando lo scontro d'auto all'imbocco della tangenziale ne ha bruscamente interrotto la vita. Il decesso è sopraggiunto nella notte, dopo alcune ore di ricovero in sala di rianimazione.
Il commendatore ci ha lasciati così. Avrebbe compiuto 84 anni in giugno. Una vita con il pensiero sempre rivolto agli altri prima che a sé stesso, ricorda commossa la sorella Albertina dando voce al pensiero di una città intera che lo ha conosciuto e apprezzato nei vari ruoli che ha ricoperto, quello privato dell'imprenditore ma soprattutto quello pubblico di presidente della Camera di Commercio al cui timone è stato per ben 19 anni, dall'85 al 2004. Da lì, dall'ufficio del Palazzo del Governatore in piazza Cavalli, Luigi Gatti ha dato veste istituzionale alla generosità d'animo che lo contraddistingueva. Idee e azioni a ripetizione, una carica di energia propulsiva messa al servizio della comunità piacentina: l'impegno per il polo universitario, per la nuova fiera, il laboratorio di Merceologia e Tecnologia, la Borsa Merci e quella immobiliare, lo strumento finanziario dei Cooperfidi, la cooperativa di garanzia fra commercianti, il consorzio per la tutela dei vini doc Colli piacentini, la camera arbitrale e di conciliazione.
Sono solo le prime iniziative che vengono in mente, quelle giunte a buon fine. Alcune si sono perse per strada, in certi casi per colpa della vocazione tutta piacentina ai veti incrociati di cui il commendatore - che da piacentino autentico bene conosceva vizi e virtù della sua gente - si lamentava spesso. Nonostante gli sforzi ostinatamente profusi, sono così rimasti al palo suoi cavalli di battaglia come il progetto di uno scalo merci nella base Nato di San Damiano o il centro a Le Mose per la bonifica e il lavaggio delle cisterne.
Collaborazione e gioco di squadra predicava non a caso Gatti, lo faceva in ogni occasione pubblica, come alla cerimonia di congedo dalla Camera di Commercio: «Le aziende vanno avanti con gli uomini, ma se non si riesce a creare al loro interno uno spirito di collaborazione non si riescono a raggiungere gli obiettivi prefissati. Occorre rispettare le persone, capirle anche nei momenti di difficoltà, io ho sempre sostenuto che è necessaria una pacifica convivenza e una collaborazione tra le persone».
Un tasto, la collaborazione, su cui il commendatore ha insistito anche lo scorso novembre alla messa in suffragio dei defunti di Libertà, dove era stato chiamato a pronunciare il discorso ufficiale. Una prova, l'ennesima, della carica umana di un signore forse d'altri tempi che amava «trattare i dipendenti da amici» e che appena poteva rivolgeva un pensiero affettuoso alla inseparabile Laura, sposa per 45 anni, e a mamma Maria a cui volle dedicare l'Antonino d'oro ricevuto nel 2004, perché «i suoi insegnamenti e la sua serenità sono stati un faro nella mia vita». Gustavo Roccella
da LIBERTA' del 11/02/2010
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