L'anniversario - Arrivò il 3 settembre 1985 .
Monari, dieci anni tra la gente. Comunicatore e innovatore, ma restando “don Luciano”.
Arrivò, in punta di piedi, il 3 settembre del 1995, esattamente dieci anni fa. Con lo sguardo timido ma sorridente e l'aplomb di chi sembrava non volersi rendere troppo visibile. A prima vista, in clergyman, pareva (per lo meno a chi scrive) il dimesso “pretino guareschiano” spedito, suo malgrado, a sostituire Don Camillo. Ma l'apparenza, anche per i sacerdoti, a volte inganna. Perchè in realtà Luciano Monari ci ha impiegato solo pochi mesi a rivelare tutta la sua dirompente (anche se sobria) forza comunicativa. Ed oggi, tirando una riga sotto la gran mole di lavoro svolta in un decennio dal vescovo di Piacenza, si può ben dire che il suo è stato un ministero a 360 gradi.
Improntato sulla grande capacità di farsi capire da tutti - non c'è dubbio - ma anche e soprattutto sulla concretezza.
In questi anni, monsignor Monari, è intervenuto a tamburo battente sia sui problemi interni della chiesa che su quelli relativi ai rapporti con la società. E lo ha fatto utilizzando molto meno di chi lo ha preceduto i suoi “attrezzi del mestiere” (ad esempio le lettere pastorali) e molto di più il contatto diretto e perfino i mass media.
Le sue omelie - caratterizzate da un eloquio semplice ma energico e dai continui riferimenti alla quotidianità - sono spesso divenute oggetto di riflessione e punto di partenza per confrontarsi su temi importanti, come avvenuto nella predica di Sant'Antonino, quando ha analizzato con lucidità e grande ricchezza di spunti critici un tema delicatissimo come i rapporti tra la religione, la città e la politica.
Ma il suo non è stato solo un lavoro basato sulla parola. Ha anche attuato una profonda riforma delle circoscrizioni della diocesi, a dimostrazione della sua capacità di affrontare il “nuovo”, pur nella tradizione (di queste riforme ne aveva già parlato il Sinodo quindici anni fa; lui ovviamente le ha aggiornate e attuate).
Ha vissuto il Giubileo del duemila con molta disponibilità: ha parlato a tutti, dalle categorie economiche agli amministratori pubblici (é stato due volte in consiglio comunale ed una volta in consiglio provinciale). Ha accolto gli inviti a rivolgersi pubblicamente ai nostri politici che gli sono stati rivolti prima da Gianguido Guidotti e poi da Roberto Reggi, senza mai fare differenze. E a chi, a ridosso delle elezioni - più o meno velatamente - lo ha “etichettato” come un vescovo di parte, ha risposto con grande chiarezza - sempre in occasione della messa di Sant'Antonino - che l'unico suo “referente politico” è il Vangelo.
D'altro canto la “trasparenza” è un altro degli aspetti a cui monsignor Monari ha sempre fatto riferimento: ha chiesto più volte alle parrocchie di pubblicare i propri bilanci ed ha introdotto la consuetudine, il giorno del Sacro Cuore (in giugno) di tenere una sorta di “rapporto sullo stato della diocesi”.
E poi c'è il “don Luciano” che non molti conoscono: quello che tutti i giorni va a trovare gli anziani del “Maruffi”, quello che non vuole piegarsi alla schiavitù del “telefonino”, quello che passeggia per la città (quando può evita accuratamente l'autista) come un prete qualsiasi e che si ferma a chiacchierare con chiunque lo fermi per strada.
Ecco perchè non è difficile prevedere il “tutto esaurito” ai festeggiamenti che la diocesi dedicherà a monsignor Monari domenica 25 settembre, prima (alle 16) con una messa in cattedrale e poi con una festa popolare nei chiostri del Duomo.
Ma un altro momento importante, per conoscere meglio il nostro vescovo, sarà venerdì 30 settembre (ore 21) a Palazzo Gotico la presentazione di “Non mi vergogno del Vangelo. Dieci anni di magistero del vescovo Monari a Piacenza”. Un'antologia dei vari interventi pastorali che il vescovo ha compiuto nei suoi dieci anni alla guida della diocesi curata da Fausto Fiorentini. Alla presentazione interverranno come relatori il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, monsignor Giuseppe Betori, e il direttore generale dell'Ansa, Pier Luigi Magnaschi. Il volume passa in rassegna tutta la “produzione” di monsignor Monari nei suoi dieci anni piacentini, dagli interventi scritti alle omelie. Il curatore ha individuato un centinaio e più di argomenti e per ognuno ha riportato i brani che ha ritenuto più significativi. Le citazioni vanno dalla prima omelia del 3 settembre 1995 all'ultimo intervento a Colonia, alla Giornata Mondiale della Gioventù, il 17 agosto 2005. Un ritratto attraverso le parole, quelle parole che “don Luciano” scolpisce come pietra e che, quasi sempre, restano nel cuore di chi le ascolta.
Luigi Lambri, LIBERTA' di sabato 3 settembre 2005
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