Della logistica piacentina si conoscono con chiarezza i numeri dei metri quadrati, non altrettanto bene quelli degli occupati. Il dato più attendibile è di 1.900 addetti (di cui l'80 per cento impegnati in magazzinaggio), sui tre poli di Piacenza, Castelsangiovanni e Monticelli-Cortemaggiore, per ben 6milioni di metri quadrati di terreno occupato.
Fortissimo l'apporto delle cooperative esterne su un parco di poche centinaia di lavoratori assunti in forze negli stabilimenti. E anche questa penuria occupazionale fa riflettere sulla crescita del polo piacentino come è emerso l'altro giorno all'incontro in Provincia sull'economia locale. Nessuna ostilità verso un settore sul quale Piacenza ha puntato tanto - sostengono sindacati e forze imprenditoriali - solo un desiderio di vedere i frutti di questo imponente investimento collettivo. Lo spirito giusto deve essere quello di «governare» al meglio un settore a cui Piacenza «non vuole rinunciare», spiega Cesare Betti, direttore dell'Associazione Industriali. Non a caso è stata istituita la nuova sezione-logistica in seno all'organizzazione di via IV Novembre, la guida Angelo Mazzoni, che accenna al “libro bianco” sulla logistica in affidamento all'Itl, come a uno strumento necessario per fotografare la situazione. Per Mazzoni va evitato di «demonizzare o enfatizzare la logistica che è una ricchezza enorme che altre province ci invidiano, essendo Piacenza tra i primi poli in Italia». Si tratta di passare dal ruolo di «spettatori» ad un intervento più operativo.
I dipendenti sono pochi? «Va valutato l'indotto, i servizi, l'artigianato che si può coinvolgere». Il punto-chiave è anche integrare di più queste grandi aziende oggi un po' isolate nel contesto produttivo, facendo in modo che gli operatori piacentini siano più presenti.
E anche Gianni Copelli, segretario provinciale della Cgil, ritiene che da certe debolezze di oggi si possa tuttavia passare ad una logistica trainante: «ma la forza occupazionale è scarsa, va fatto uno sforzo per introdurre servizi avanzati e, vista che l'enorme capacità produttiva asiatica che passerà attraverso il Mediterrano e Genova, dobbiamo essere pronti a giocare un nostro ruolo».
Per Francesco Milza, presidente di Confcooperative, la logistica presenta una buona parte di attività affidata a cooperative. A Piacenza? «Un numero realistico per il distretto è di 1.700 - 1.800 addetti tra cooperative e aziende presenti sul territorio - conferma - dove 4 lavoratori su 5 appartengono alle cooperative». E in generale il 50 per cento sono extracomunitari. Ma non si pensi al facchino di vecchia generazione, nei magazzini giganti tutto si movimenta con l'aiuto di carrelli e di computer. In quanto al forte apporto delle coop, va detto che non tutte applicano la legge 193, ovvero contratti collettivi di lavoro non peggiorativi rispetto all'assunzione in azienda. C'è anche chi arriva da fuori, dal Milanese, importando una sorta di pendolarismo di basso profilo. Per Milza la logistica «genera sviluppo» se ben riordinata. «Oggi sembra che manchi un motore di gestione per darle plusvalore, magari una società mista per coordinare tutta l'asse logistica provinciale».
Secondo Gianni Salerno, segretario aggiunto della Cisl, la missione della logistica c'è e va tenuta stretta, avrà «ritorni importanti» nel tempo, ove Piacenza è già tra i primi siti in Italia. Le criticità? «Non aver raccordato dall'inizio le tre aree provinciali, anche con sistemi di trasporti, servizi avanzati, a questo punto si deve recuperare».
E Sandro Busca, segretario Cisl, aggiunge che si è «venduto bene» il territorio agli operatori del settore, ma senza saper offrire a suo tempo servizi di qualità, ma anche mense, laboratori di ricerca e ponendo condizioni precise. «Chi sorveglia oggi il processo occupazionale? Sul polo piacentino la previsione regionale parla di una fascia tra 1 e 5 dipendenti ogni mille metri quadrati di capannone, ma averne uno solo vuol dire che si fa appena movimentazione e stoccaggio, se invece li portiamo almeno a 3,5 o a 4 vuol dire che avremo lavorazioni terminali dei prodotti e assemblaggio, logistica di qualità». Un vincolo virtuoso che andrebbe posto come condizione alle imprese.
E per Loredana Riva, che segue il settore per la Cgil, appare importante puntare anche sulla intermodalità per far crescere il lavoro: «Abbiamo il Po e i tre poli vicini alle ferrovie, il trasporto su ferro dovrà aumentare anche in Italia. E poi, per sostenere la logistica piacentina, serve una fattiva collaborazione pubblico-privato». Patrizia Soffientini, Libertà del 28 settembre 2005
La consistenza. Sono 1.900 i lavoratori del comparto distribuiti tra città, Monticelli e Castello
Qual è la consistenza dei poli logistici piacentini, che arriveranno ad occupare circa 6 milioni complessivi di metri quadrati d'area? Si parla di 1900 addetti. Misura un po' flessibile, ma anche attendibile. Ecco alcune cifre ottenute dal sindacato. A Piacenza, intorno al comparto di Le Mose, operano 1.000-1.200 persone, di cui 130 ad Ikea - che ha integrato anche spostando qui gli uffici di Carugate - a cui si aggiungono circa 200 addetti di cooperative. La farmaceutica Di Farco conta circa 20 addetti, più 120 esterni, Prologis è una realtà ancora da implementare, mentre Tnt Traco vede 50 addetti. A Castelsangiovanni troviamo: Giochi Preziosi, Spycers (100 addetti) e Yamaha, in tutto 450 persone circa, con forte apporto di cooperative. Tra Monticelli e Cormaggiore, dove spicca Lyreco, si contano 250-300 addetti. In tutti casi è l'attività di magazzinaggio a prevalere, anche se non va intesa come il facchinaggio di un tempo. Ma la spinta in futuro sarà quella di portare a Piacenza anche lavorazioni di merci, assemblaggi di prodotti, insomma attività che mettano in moto maggiori esigenze occupazionali. Le previsioni? Eccole. Quando fu presentato, a fine 2003, il quadro del polo logistico piacentino che andava ampliandosi, si parlò di un'immissione di 2.280 assunzioni entro il 2008. A breve, l'opinione pubblica piacentina guarda con attenzione di verificare cosa accadrà in novembre, con l'atteso raddoppio di Ikea la cui piattaforma passa da 100mila e 200mila metri quadrati. Fu annunciato infatti anche il raddoppio del personale: da 300 a 600 persone.
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