E Trespidi prende tempo....
Se fossero state rose, forse, quelle tra Lodi e Piacenza, sarebbero già fiorite.
E, invece, nonostante il vertice "segreto" che ci sarebbe stato nei giorni scorsi tra i presidenti Trespidi e Foroni, i fiori d'arancio sembrano sempre più quelli tra Cremona e Lodi.
Anzi, c'è di più. Adesso, l'accordo è stato annunciato all'interno della riunione dell'Unione delle Province d'Italia (Upi), a Sondrio. Piacenza nella "Lombardia a nove", al massimo dieci, province, contro le dodici di oggi, non sarebbe contemplata. Le nozze tra Cremona e Lodi, invece, sono uscite dal vertice di Sondrio più forti. Cremona è stata rappresentata dal presidente del consiglio provinciale Carlalberto Ghidotti, che ha parlato di una certa sintonia tra le due realtà, una leghista - Lodi - e l'altra pidiellina - Cremona. La parola passerà ora al Cal della Lombardia (Consiglio della autonomie locali), convocato il 31 agosto e il 10 settembre per formulare, entro il 20 settembre, la sua proposta di riorganizzazione. La Lombardia fa passi in avanti, quindi.
Lo stesso presidente della provincia di Lodi, Pietro Foroni, dopo il vertice di Sondrio, ha confermato l'unione tra il suo territorio e quello di Cremona ai quotidiani locali, definendola come "la strada più percorribile".
Cresce, quindi, l'attesa per sapere quale sarà la contromossa della "scaricata" Piacenza.
Che, rientrando a giochi fatti, altro non potrebbe essere che il terzo incomodo in un'unione già decisa. Persa la provincia, a luglio, con il decreto del governo, si attendono gli esiti dei due incontri annunciati due settimane fa dal presidente della Provincia, Massimo Trespidi. Uno con il governatore lombardo Roberto Formigoni (incontrato al meeting di Comunione e Liberazione). L'altro con quello emiliano romagnolo, Vasco Errani.
Per il momento, Massimo Trespidi si limita a far sapere che «Il quadro della situazione piacentina sarà annunciato a settembre, siamo in una fase in cui si stanno raccogliendo informazioni per consentire al Consiglio di prendere una decisione unitaria». Trespidi, in più occasioni, rimarcando la sua amicizia con Formigoni, ha ribadito la sua convinzione nel dover assumere il modello lombardo e quello della sussidiarietà come modello nazionale.
Nei giorni scorsi, a "Il giorno", lo stesso Foroni, tuttavia, aveva dichiarato di non voler «chiudere la porta all'ipotesi di Piacenza, ma i tempi per concretizzarla sarebbero lunghi. Di certo non entro il 31 dicembre fissato dal Governo. Piacenza dovrebbe dire all'Emilia che si vuole sganciare da quella regione e chiedere alla Lombardia di essere annessa». Tempi stretti, e la sensazione che le decisioni debbano ancora essere formulate. La vicepresidente dell'Emilia-Romagna, Simonetta Saliera, era stata chiara. Entro ottobre, si decide. Insomma, si preannncia un settembre caldo. El. Mal. Libertà del 25/08/2012
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