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Sant'Efrem, diacono e dottore della Chiesa



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Palazzo del Governatore sede della Camera di Commercio (1) Sandro Busca (2) Mario Angelillo (3)
Palazzo del Governatore sede della Camera di Commercio (pic 1) Sandro Busca (pic 2) Mario Angelillo (pic 3)
C'è nervosismo attorno alla Camera di Commercio (Cciaa).
Per l'ente di piazza Cavalli si avvicina l'appuntamento con il rinnovo delle cariche di vertice - il consiglio generale e, a seguire, giunta e presidente - previsto per primavera; ma, intanto, sempre una questione di nomine sta dando la stura a una polemica di più ampio respiro sull'attività e la conduzione dell'organismo camerale.
All'origine c'è il recente giro di poltrone nella Fondazione di Piacenza e Vigevano, dove l'ingresso in cda di Giuseppe Molinari e Giacomo Marazzi - al posto di Vittorio Cavanna e Attilio Ceresa - ha reso necessario il loro rimpiazzo in seno al consiglio generale di indirizzo di via S. Eufemia, dove entrambi sedevano e da cui si sono però dovuti dimettere.
Uno di questi due seggi è appannaggio della Cciaa che in questi giorni ha provveduto alla designazione.

La scelta è caduta su Vittorio Cavanna (che perciò, esaurita una prima fase in via Sant'Eufemia in quota Comune, si appresta ad aprirne una seconda in quota Cciaa) la cui candidatura è stata indicata, come ha riferito il presidente dell'ente camerale Luigi Gatti, da Assindustria, Unione commercianti (di cui Cavanno è stato per 11 anni direttore), Unione artigiani, Libera artigiani e Coldiretti.
Ma in campo ce n'era anche un'altra, quella di Stefano Zanaboni, vicepresidente provinciale di Legacoop e presidente del Cesvip, l'ente di formazione di Legacoop.
Una candidatura targata, dunque, cooperazione, il cui accantonamento in seno alla giunta camerale non è piaciuto a chi l'ha presentata.
Il presidente di Legacoop, Marco Carini, e quello di Confcooperative, Mario Spezia, hanno indirizzato ai vertici della Cciaa una piccata nota in cui definiscono «oltremodo sbrigativa la modalità» di designazione di Cavanna, «a fronte anche di un'autorevole candidatura del movimento cooperativo».
L'episodio offre loro lo spunto per ricordare l'«oggettiva responsabilità sulle decisioni assunte» che sta in capo a un ente che, dopo la recente riforma, riveste «a tutti gli effetti il ruolo di consiglio dell'economia piacentina».
Ne deriva «la necessità ad assumere scelte motivate e trasparenti nella direzione di una crescita dell'intero comparto socio-economico locale, scelte che vanno affrontate e assunte anche alla luce di una più complessiva aspettativa da parte non solo delle aziende iscritte ma dell'intera opinione pubblica».
Secondo Carini e Spezia, la giunta camerale deve diventare «luogo di decisioni conosciute e pubblicizzate» e assumere «una volta per tutte il ruolo di motore vivo e pulsante di un'economia locale che tutti vogliamo più viva e attiva».
E ancora: «Non è possibile pensare a un sistema sociale in cui gli enti locali svolgano e sostengano da soli il peso dello sviluppo economico se poi l'organismo pubblico a ciò maggiormente vocato frena i necessari processi di cambiamento. Ci riferiamo in particolare a una strategia camerale quasi assente nel sostegno alla nuova Fiera ma anche oggettivamente deficitaria nella direzione di una più attenta politica di marketing territoriale, e comunque, dopo la bocciatura di Augusto Rizzi a membro di giunta, anche ai margini del processo di sviluppo seguito alla firma del Patto territoriale».

I supremi responsabili di Legacoop e Confcooperative chiedono che «con il prossimo rinnovo degli organi camerali si avvii un serio dibattito pubblico sul futuro della Cciaa», in modo da riuscire a «determinare la stretegia necessaria e gli uomini più idonei a perseguirla e rappresentarla».
Il movimento cooperativo, fanno presente Carini e Spezia, «si candida a dare un contributo fattivo» avendo a cuore «non solo il fatturato della propria azienda ma anche la crescita della comunità nella quale vivono».
Il presidente Gatti, principale chiamato in causa, si difende facendo presente che a caldeggiare la designazione di Cavanna in Fondazione «sono pervenute le lettere di cinque associazioni», quelle che si diceva, dunque «che cosa dovevamo fare?».
Quanto alla Fiera, «si dimenticano che l'abbiamo salvata noi, come Cciaa tirando fuori 2 miliardi di lire quando altri non ci credevano».
Anche sul marketing terrioriale «ci siamo attivati», rivendica Gatti, e «ora stiamo per varare definitivamente il “marchio di garanzia” che rappresenta
la volontà di fare squadra e di cui beneficeranno le aziende meritevoli di serietà e qualità di produzioni».
La bocciatura di Rizzi dalla giunta camerale?
«Non è vero, è stato lui che si è ritirato».
Gustavo Roccella, Libertà del 13/12/2003


«L'ente camerale? Un fantoccio»
Nomina di Cavanna, Busca si dissocia: si è subìto un diktat esterno.

«La Camera di Commercio non può limitarsi a fare da notaio a decisioni prese altrove, se accettiamo supinamente imposizioni dall'esterno finiamo per farci esautorare».
Sandro Busca è il segretario provinciale della Cisl, ma anche il rappresentante del movimento sindacale in seno alla giunta della Camera di Commercio (Cciaa).
È stato l'unico, su otto, a votare contro la designazione di Vittorio Cavanna nel consiglio d'indirizzo della Fondazione di Piacenza e Vigevano.
E ora ne spiega i motivi inserendosi in una polemica contro il vertice dell'ente di piazza Cavalli innescata dai presidenti di Legacoop e di Confcooperative.
Se Marco Carini e Mario Spezia se la sono presa, nella lettera mandata alla giunta camerale e al presidente Luigi Gatti, con una designazione «oltremodo sbrigativa», allargando il tiro contro una gestione “opaca” e priva di quell'energia necessaria ai processi di cambiamento e di sviluppo, Busca condisce di maggiori dettagli le sue critiche partendo dalle modalità con cui si è arrivati all'indicazione di Cavanna.
La giunta camerale era già convocata per il 6 dicembre quando, due giorni prima della data, arriva un'aggiornamento dell'ordine del giorno con l'inserimento del punto relativo alla nomina in Fondazione. Nel frattempo, fa notare Busca, in via Sant'Eufemia era stato eletto il nuovo cda con l'ingresso a sorpresa di Giuseppe Molinari al posto di Cavanna, oltreché di Giacomo Marazzi al posto di Attilio Ceresa.
Il doppio avvicendamento ha avuto l'effetto di liberare nel consiglio generale della Fondazione un seggio in quota alla Cciaa, ma trovargli un'attribuzione così a tambur battente, «prima ancora che da via Sant'Eufemia fosse comunicata qualsiasi ufficializzazione» dei passaggi di consegne, pare a Busca una forzatura bell'e buona.
«Che urgenza c'era», si domanda, «tanto che più che sul tavolo era arrivata anche la candidatura di Stefano Zanaboni (espressa dal movimento cooperativo, ndr). Si è, invece, voluto procedere in fretta e furia con la designazione di Cavanna, indicato da cinque associazioni (Assindustria, Unione commercianti, Coldiretti, Unione artigiani e Libera artigiani) che si sono incontrate fuori della Cciaa e hanno deciso quale doveva essere il nome comunicandolo per telefono al presidente Gatti senza alcun coinvolgimento degli altri sette memebri della giunta camerale».
Un metodo, quello descritto da Busca, che va condannato duramente perché nomine come quelle in un ente importante quale la Fondazione «richiedono totale trasparenza».
È un “no” alla procedura seguita, tiene a precisare il sindacalista, non a Cavanna, anche se «va peraltro sottolineato che viene riproposto nella Fondazione ad opera della Cciaa dopo un lungo periodo in cui vi aveva preso posto su indicazione del Comune, quando era guidato dalla giunta Guidotti; e questo lascia pensare che l'ente camerale si presti a logiche di schieramento, mentre deve essere un'istituzione autonoma di sviluppo del territorio».
Per tali ragioni Busca aveva chiesto alla giunta di aprire un dibattitto sulla designazione in agenda rinviando la decisione di una decina di giorni: «Ma si è voluto procedere mettendoci nelle condizioni di subire un'imposizione dall'esterno. È stato un brutto momento della vita della Camera di Commercio».
Libertà 14 dicembre 2003



«Dei poteri economici tramano contro le istituzioni»

«Il tentativo di dar vita a un contro potere economico che possa condizionare il ruolo e i progetti delle principali istituzioni locali».
È quello che la Margherita ravvisa come ipotesi nelle intenzioni di «alcune categorie economiche», alla luce delle ultime vicende e rinnovi di cariche all'interno della Fondazione di Piacenza e Vigevano. La polemica è nata dopo la designazione di Vittorio Cavanna nel consiglio generale di via Sant'Eufemia ad opera della Camera di Commercio (Cciaa): Legacoop e Confcooperative hanno criticato le «sbrigative» modalità di scelta richiamando l'ente camerale a una gestione più trasparente e all'insegna del rinnovamento.
Il segretario della Cisl, Sandro Busca (che siede nella giunta della Cciaa) ha rincarato la dose accusando il vertice di piazza Cavalli di «subire imposizioni dall'esterno».
Ma anche il recente rinnovo del cda della Fondazione non era stato apparso di tensioni al di là delle ritualità protocollari di facciata.
Ora Mario Angelillo, coordinatore provinciale della Margherita, interviene sulle due vicende considerando, in una nota, come il sindaco Roberto Reggi «abbia agito bene insistendo per ottenere che in occasione del rinnovo del cda della Fondazione “il rappresentante concordato” del Comune di Piacenza nominato dal sindaco Guidotti nella persona di Cavanna non fosse riconfermato e al suo posto nominare persona di suo gradimento (Giuseppe Molinari, ndr)».
Il rinnovo del cda della Fondazione ha avuto l'effetto di liberare un seggio nel consiglio generale di via Sant'Eufemia, un seggio in quota alla Cciaa che ha designato Cavanna, come si diceva.
E sulle modalità Angelillo ha da ridire: a differenza della politica con la “p” maiuscola, che opera sulla base di mediazioni trasparenti e dovendosi confrontare con l'elettorato, «alcune realtà di categorie economiche per anni hanno sempre indicato le stesse persone a capo o nei consigli di enti locali, non solo, ma anche oggi rileviamo come gran parte dei designati siano dei funzionari, degli amministratori delegati in pensione, persone che svolgono una attività ma che ne rappresentano un'altra oppure come Cavanna che fino a ieri rappresentava politicamente l'amministrazione comunale tramite nomina da parte di Guidotti e oggi invece viene indicato dalle categorie economiche».
«Se vengono denunciati metodi che mettono la giunta camerale nelle condizioni di “subire imposizioni dall'esterno” corrispondenti a logiche di schieramento», Angelillo dice di sentirsi in dovere di intervenire: «Non vorrei che da parte di alcune categorie economiche ci sia il tentativo di dar vita a un contro potere economico che possa condizionare il ruolo e i progetti delle principali istituzioni locali». L'augurio è che «le categorie mantengano la loro autonomia».

Libertà del 15 discembre 2005



Categoria
 :.  ECONOMIA Piacenza  :..  Camera Commercio




pubblicazione: 15/12/2003
aggiornamento: 21/09/2005



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