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Lino Budano
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Lino Budano è nato a Forlì l’11 marzo 1952. E' laureato in medicina e chirurgia . Vive e lavora a Piacenza.
Sue opere sono presenti in diverse gallerie e musei in Italia e all'estero, studenti e filosofi hanno usato il suo materiale per tesi e articoli.
Nei lavori di Budano i materiali stessi sono i co-protagonisti del narrato mancante, senz’altro tragico e muto.....
....portando l’opera, con le sue ferite, le sue suture in una estatica atmosfera dell’attimo prossimo futuro, del non detto, dell’inevitabilmente successo
Le mie vite parallele : uomo, chirurgo e “artista”.
Artista tra virgolette : una definizione forse troppo grande per me
o troppo piccola per un uomo che nelle proprie opere ha sublimato la sua esistenza e filtrato i suoi entusiasmi, i suoi malesseri, le sue visioni decadenti ed interiori mettendosi a nudo di fronte ai temi della vita e della morte.
Nel mio percorso da pittore a grafico digitale ed infine a scultore sto cercando la mia verità.
Gli smalti degli anni 80, gli acrilici dei primi anni ‘90 con le sperimentazioni digitali
non mi bastavano più , mi serviva un’altra forma espressiva: inevitabile il passaggio alla scultura ,
scultura non tradizionale ma fatta di diversi materiali assemblati, camuffati , diventati essi stessi protagonisti e suggeritori.
Sembra scaturirne in superficie una materia astratta o semplicemente estetizzante
ma sotto finalmente la sento mia, ci sono “io” : c’é il mio amore per il Barocco,
per F.Bacon, il cinema di G.Greenaway, di Cronemberg, la Musica di Crumb, di Ligeti, di K.Tippett.
E ancora la mia infanzia trascorsa in una bellissima Agrigento degli anni ‘60,
con le sue chiese barocche e la sua Valle dei Templi.
C'é il chirurgo che ha visto “dentro” l’uomo, c’é la potente tecnologia che avanza, che ti cambia, ti clona ; ma tutto é diventato "altro", “personale”,”vero” .
Lino Budano
Isaac Asimov immaginava l'arte del futuro come "sculture di luce" realizzate da magnifici robot seguendo rigide regole matematiche. Le sculture erano grandiose, coinvolgenti, impalpabili, ma erano fredde, non artistiche poiché incapaci di possedere quella emozionalità che solo un animo d'uomo sensibile puo permettersi di dare ad un'opera d'arte. Solamente quando interveniva l'imponderabile, il difetto di costruzione ed il cervello positronico del robot diventava folle, allora accadeva l'inimmaginabile e le sculture di luce non erano più fredde rappresentazioni di equazioni matematiche, ma emozionanti opere d'arte, evocatrici di sentimenti umani, profondi, intimi, intensi.
Forse il futuro è iniziato e forse è proprio Lino Budano il robot divenuto folle. Trovarsi di fronte alle sue sculture di luce magari all'improvviso lascia emozionati, sorpresi, per certi versi attoniti, straniti per l'intensità che fuoriesce dalla loro luminiscenza. Purtroppo qui, per il limite dello strumento, non riusciamo a rappresentare in maniera compiuta la bellezza di quello che l'artista piacentino riesce a fare, qui pubblichiamo solamente le immagini di quello che Budano usa come sfondo, quadro di proiezione, di videoclip realizzati ogni volta in funzione dello sfondo. Bastano comunque queste immagini a dare un'idea di come l'artista riesca a rappresentare con efficacia il disagio dell'uomo contemporaneo, preso in mezzo, come un ferro tra incudine e martello, tra passato e futuro, tra il desiderio di oltrepassare il confine del conosciuto e la necessità di guardarsi indietro alla ricerca di elementi su cui fondare la propria arte la propria etica e la propria capacità di sperimentare.
Stefano Torre
Nessuno sa quale sarà l'arte del futuro (qualcuno, e non da oggi, mette addirittura in dubbio la possibilità che l'arte possa continuare ad esistere, che possa svolgere ancora una qualche funzione). in ogni caso, le esperienze a venire non potranno fare a meno di coinvolgere i nuovi strumenti, i mezzi che la tecnologia ci ha messo (ci metterà) a disposizione.
A partire, naturalmente, dal computer, che verrà in questo modo sottratto, almeno in parte, alla sua funzione precipua di mero supporto tecnico, per guadagnare una inedita(o quasi) valenza critica, creativa, forse felicemente ludica.
Esperimenti in questo enso si stanno compiendo ormai da tempo, ma le possibilità dello strumento non sono state ancora completamente indagate, e le eventuali contaminazionicon i generi tradizionali sono pressoché infinite, per cui molto resta ancora da scoprire, in un campo come nessuno altr caratterizzato dalla continua evoluzione.
Su questi sentieri si é posto di recente anche Lino Budano, con un percorso finora abbastanza erratico, non privo di contatti con i modo della tradizione ma soprattutto programmaticamente ansioso di confrontarsi con la modernità, i suoi linguaggi, i suoi miti.
La ricerca di Lino Budano, non é interessata a stabilire un rapporto diretto con il mondo che lo circonda, concependo l'arte non tanto come uno strumento di partecipazione quanto come un mezzo di approfondimento interiore, o di creazione di una realtà in toto astratta, di irreale tramatura visiva.
Il computer é pienamente coinvolto; ma in questo caso serve per realizzare una struttura visuale composita ed estremamente complessa, in cui trovano posto suggestioni ottiche, interventi musicali, elaborazioni animate ed altro, sulla base di una coinvolgente sintesi di luce e di suono.
In precedenza, l'opera di Budano, costituita soprattutto da polimaterici, si caratterizzava per il substrato di angoscia che confessava; ora, in queste nuove creazioni in cui il ruolo del computer è così determinante, la percezione del dramma cede ad una visione quasi incantata, tutta affidata all'elaborazione di un immaginario che sembra concedere alla tecnica possibilità di salvezza.
Stefano Fugazza
Direttore Galleria D'Arte Moderna Ricci Oddi Piacenza
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pubblicazione: 16/09/2004
aggiornamento: 11/10/2004
galleria immagini (photo gallery) di ARTE: "Lino Budano", fotografie prese in di ARTE; Soggetto: "Lino Budano"
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