All'indomani della conclusione negativa del vertice dell'Unione sulla riforma elettorale, mentre la sopravvivenza dell'esecutivo continua a tenere banco nel dibattito politico, il presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato, Enzo Bianco, presenta la bozza che spera venga adottata come base per la riforma elettorale. «È un testo equilibrato - dice - che recepisce le osservazioni delle forze politiche ed è un buon testo sui cui ritengo sia possibile lavorare». «Nella sua versione definitiva - spiega ancora Bianco -, il testo contiene alcune innovazioni che tengono conto del dibattito che c'è stato: c'è il voto unico e l'attribuzione dei seggi a livello nazionale e c'è una diversa organizzazione del voto al Senato che attenua il rischio che i partiti piccoli o medi possono scomparire in uno dei due rami del parlamento».
«ACCORDO POSSIBILE» - «Io ritengo - sostiene Bianco - che l'accordo sia possibile. Ci saranno certamente degli attriti, ma spero che alla fine ci si accorgerà che è un testo equilibrato». Bianco, punta a far votare la sua «bozza» di riforma elettorale giovedì 17 o, in alternativa, martedì 22 gennaio. «Vedremo i tempi: ho consegnato oggi il testo ai commissari e faremo una prima valutazione nell'ufficio di presidenza oggi pomeriggio». Una delle novità del testo base messo a punto da Enzo Bianco è quella dell'obbligo, e non la semplice facoltà, di dichiarare preventivamente l'alleanza di riferimento, il candidato premier e il programma comune tra più forze politiche.
VELTRONI: «SIATE RESPONSABILI» - Dopo la presentazione della bozza, il capo del Pd, Walter Veltroni, ha fatto sapere di essere disponibile a trattare sui contenuti delle nuove norme, «ma non possiamo abolire la soglia di sbarramento, perché sarebbe una distonia rispetto a quello che chiede il Paese». «C'è da parte nostra la piena disponibilità a cercare il dialogo nella maggioranza ed a ricercare la convergenza - ha detto poi il sindaco di Roma con riferimento alle rivendicazione delle forze politiche minori -, ma ci sono due punti sotto i quali non si può andare: la riduzione della frammentazione politica e la ricerca di un nuovo bipolarismo non coatto ma programmatico». E ai partiti più piccoli della coalizione, Veltroni lancia un appello: «Siate responsabili».
IL REFERENDUM - Intanto, nell'impasse che sul fronte dell'Unione si è venuta a creare in merito alla bozza Bianco torna ad alzare la voce il fronte trasversale favorevole al referendum. Da entrambi i poli si levano voci a sostegno della chiamata alle urne: qualora non fossero emanate nuove norme per l'elezione di Camera e Senato, sarebbe l'esito della consultazione a creare di fatto una nuova legge, di taglio fortemente maggioritario. Un risultato che non dispiacerebbe anche a diversi esponenti del centrosinistra.
Legge elettorale, la bozza Bianco. Tutte le novità
Sono almeno cinque le novità introdotte da Enzo Bianco nel testo definitivo di riforma elettorale che ha presentato in commissione Affari Costituzionali del Senato. CANDIDATURE PLURIME - È confermato che solo uno sia il collegio uninominale nel quale sarà possibile candidarsi, ma due (non una sola) le liste circoscrizionali in cui sarà possibile trovare lo stesso candidato. OBBLIGO ALLEANZE PRIMA - È obbligatorio e non semplicemente facoltativo dichiarare prima del voto l'alleanza di riferimento, il candidato premier e il programma comune tra più forze politiche. VOTO UNICO - L'alternativa tra voto unico e doppio voto è risolta con la scelta del voto unico per il candidato del collegio uninominale e per la lista circoscrizionale che ha lo stesso contrassegno. RIPARTO NAZIONALE DEI SEGGI - Il riparto dei seggi è compiuto in sede nazionale e non circoscrizionale. Quindi, il recupero dei resti avverrà in un collegio unico nazionale, in base alle cifre elettorali risultanti dalla somma dei risultati circoscrizionali e secondo la formula dei quozienti naturali e dei più alti resti. SENATO - Il sistema di elezione del Senato viene ridefinito recuperando, nella sostanza, il sistema vigente fino al 1993: una formula proporzionale esclusivamente su collegi uninominali, in ambito regionale, con soglie di accesso al 5% dei voti validi espresso nello stesso ambito regionale.
Si tratta, osserva Bianco nella sua relazione, di un sistema semplice, sperimentato con buoni risultati di rendimento tecnico capace di rappresentare le diverse componenti politiche e i territori. Di queste novità il riparto dei seggi in sede nazionale e il sistema di elezione del Senato erano chiesti, nella maggioranza, soprattutto dal Prc e dalla Sinistra democratica e nell'opposizione da Udc e Lega. Mentre non è stata accolta la richiesta di voto disgiunto tra collegi uninominali e quota proporzionale. Nell'impianto della riforma elettorale predisposta da Bianco resta inoltre la soglia di sbarramento al 5% dei voti su base nazionale con deroga territoriale del 7% da raggiungere in almeno 5 circoscrizioni.
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