Meno oneri per buona parte delle famiglie e dei nuclei “domestici”, e per quelle attività commerciali e pubbliche che producono una quantità ridotta di rifiuti. Aumenti in vista, invece - in alcuni casi perfino del 127% - per gli ortofrutta, le pescherie, i fioristi, e i negozi di pizza al taglio, per gli esercizi cioè che producono ingenti quantità di scarti di natura organica, i più costosi da smaltire. È questa la filosofia che impronta il nuovo piano della tarsu, la tassa sui rifiuti, licenziato dalla giunta in stretta connessione con il bilancio previsionale 2005, e illustrato ieri mattina in municipio ai rappresentanti delle categorie economiche. Come precisato dall'assessore al commercio Alberto Squeri, intervenuto all'incontro insieme al presidente di Tesa Guido Ramonda, la proposta presentata è ancora suscettibile di correzioni e aggiustamenti sulla base delle osservazioni che giungeranno dalle associazioni produttive: la sua entrata in vigore avverrà soltanto dopo l'approvazione da parte del consiglio comunale. «Il gettito complessivo - è stato puntualizzato - che incasserà il Comune dalle tasse sui rifiuti non varierà di un solo euro, a mutare sarà la modulazione del sistema tariffario, secondo quanto prescrive la legge Ronchi: chi più produce, più paga». «Siamo arrivati a predisporre questo nuovo modello applicativo - ha proseguito Squeri - al termine di una lunga fase sperimentale in cui Tesa ha compiuto accurate rilevazioni statistiche: nel suo complesso il provvedimento sancisce uno spostamento del carico economico dal settore domestico a quello non domestico. A pagare di meno saranno le famiglie, di cui si terrà conto anche della composizione: ad esempio un nucleo di 3 o 4 unità, in un appartamento di 100 metri quadrati, dovrà sborsare il 20-25% in meno. Particolarmente agevolati saranno i “single”, che vedranno abbattersi l'importo dovuto anche del 50%». Gli incrementi che compenseranno questi cali verranno soprattutto dalle tariffe non domestiche : si tratta di coefficienti con cui moltiplicare i metri quadrati dell'esercizio commerciale. I più colpiti saranno gli ortofrutta, le pescherie, i fioristi e i negozi di pizza a taglio con un aumento stimabile attorno al 127%; a seguire ristoranti, pizzerie, birrerie e pub con coefficienti in crescita del 64,5%, i bar e le pasticcerie con un più 52,5%. Altre attività di vendita non alimentari godranno invece diminuire la tariffa, come ad esempio i parrucchieri o gli esercizi di abbigliamento: i più avvantaggiati saranno cinema e teatri, il cui coefficiente scenderà del 60,7%. Nella riunione di ieri è stato evidenziato come a pesare in maniera rilevante sul costo di smaltimento sia l'assenza nella nostra provincia di un centro di trattamento per la frazione umida: la più “salata” da eliminare (62 euro al kg.) perché questo tipo di scarti viaggia fino a Carpi, sede dell'impianto specializzato più vicino. Per Giovanni Ambroggi, direttore della Cna, «la rimodulazione delle tariffe sarà oggetto di approfondimenti nei prossimi giorni, per capire quali sono i settori più penalizzati». «Il vero problema - aggiunge - è la razionalizzazione del costo di smaltimento nel suo complesso, attraverso un ricorso ottimale al termovalorizzatore, oggi in funzione solo all'80% delle proprie potenzialità». Giudizio attendista anche da parte del direttore dell'Unione Commercianti Giovanni Struzzola, il quale pure sottolinea come molte categorie siano pesantemente tartassate. «Prendiamo atto che la giunta - sostiene - ha deciso di abbracciare una politica di sostegno alle famiglie, colpendo in misura maggiore le imprese. Non siamo d'accordo sugli aumenti inflitti alle attività più deboli come gli ortofrutta e la ristorazione: vorremmo misure più oculate e per questo faremo le nostre osservazioni». Sgravi ai single, non ai nuclei numerosi
Bolletta in calo per 8mila piacentini che vivono soli, più salate dalle sei persone in su
Capire che cosa cambia concretamente nelle tasche della gente. Questa la richiesta prevalente (e bipartisan) ieri in commissione consiliare 1 dove è stata esaminata la riforma della tariffa sui rifiuti (tarsu) varata dalla giunta . Un obbligo di legge, hanno considerato l'assessore al bilancio Francesco Cacciatore e il vicesindaco Anna Maria Fellegara, nel momento in cui le normative in materia chiamano i Comuni come il nostro, che già (dal '99), ma in via provvisoria, avevano trasformato da tassa a tariffa l'imposta sui rifiuti, a dare ultimazione a questo passaggio. E nonostante rispetto all'inizio non siano cambiati né la filosofia della riforma, ossia la proporzionalità tra la quantità di rifiuti prodotta e l'importo da pagare, né i parametri da utilizzare, cioè la superficie occupata e il numero di componenti il nulceo familiare, le novità ci sono. Motivate così da Giuseppe Tosi, funzionario di Tesa, l'azienda del Comune che gestisce il servizio rifiuti: in sei anni (dal '99 al 2005) la società è mutata, con utenze domestiche in diminuzione e quelle economiche in aumento («Si pensi alle imprese logistiche»). Da qui gli effetti sulle bollette per le due grandi categorie in cui sono suddivisi i contribuenti in tema di rifiuti: domestiche (single e famiglie) e non domestiche. Effetti a somma zero nel senso che il gettito complessivo resta immutato: deve, per legge, coprire il costo del servizio di smaltimento che nel 2005, ha fatto sapere il presidente di Tesa Guido Ramonda, si confermerà al livello (14,5 milioni di euro) di quest'anno. I ritocchi in aumento sulla tariffa dovranno, dunque, compensare quelli in diminuzione. E se si capito che gli sgravi riguarderanno soprattutto le utenze domestiche e non le attività economiche, vanno fatte distinzioni anche all'interno dei due agglomerati. Quanto alla prima, ieri sono stati forniti degli esempi: una famiglia di due persone che abita in 100 mq pagherà 14,71 euro in meno all'anno, se le persone sono tre la riduzione sarà di 7,75 euro. Meno numerosi sono i nuclei e inferiore la superficie abitata, più scende quindi la bolletta. Tagli diffusi per i single: ce ne sono 13mila a Piacenza, per circa 8mila dei quali (i due terzi) viene stimata una tariffa in diminuzione. Di alleggerimento, in sostanza, si parla per famiglie fino a tre persone in alloggi da 80 a 110 mq. L'altra faccia sono i nuclei più numerosi, quelli di sei persone, che non sono più di una cinquantina in città e che vedranno invece aumenti fino anche a 40 euro. Tutto questo, ha spiegato Tosi, è il frutto dell'impossibilità di misurare con precisione quanti rifiuti ciascun utente produce e del ricorso alternativo a coefficienti congegnati per risalire in via presuntiva alla produzione media potenziale. La commissione ha approvato a maggioranza. Contraria l'opposizione che ha lamentato insufficiente chiarezza sui concreti effetti della riforma e troppa precipitazione nell'introdurla da parte della giunta. Carlo Mazza (gruppo misto) ha anche presentato una mozione per chiedere un rinvio, ma gli è stata bocciata.
|