MODA E SALUTE.
Sono strane ma sono benedette, le nuove calze che vanno, anzi rivanno.
Metteranno –si spera- fine a uno dei più pericolosi equivoci modaroli dell’ultimo decennio: lo sciagurato postulato secondo cui girare d’inverno senza calze è molto chic.
Milioni di occidentali residenti in climi freddi o temperati ma non troppo ci hanno creduto, rimediando raffreddori bronchiti o peggio (specie in città come Londra, dove si soffriva vedendo per strada infinite ragazze dalle gambe blu).
Tutte queste occidentali hanno aderito al diktat senza riflettere; insomma, senza rendersi conto che le cattive maestre lanciatrici della moda, direttrici di riviste femminili, stiliste, pierre, in strada al freddo non camminano mai.
Al massimo attraversano il marciapiede tra le loro macchine con autista (taxi se va male) e i portoni, ed esibiscono (esibivano) le gambe nude in interni riscaldati.
Così non vale, viene da pensare.
Anzi non valeva, adesso dopo anni di crisi e critiche tornano i collant. E che collant.
GAMBE A COLORI.
Non quelli in tinta unita (riabilitati ma scontati).
Quelli fantasia, che non si vedevano in così tante versioni dagli anni Sessanta.
Quelli coi classici disegni Pucci, rifatti dalla Wolford a prezzi d’affezione, quelli optical, venduti dalla Dim a 11 abbordabili euro; in mezzo ci sono ghirigori, colori acidi, strisce che vanno in ogni direzione, cerchi, rombi, amebe violette, motivi zebrati-giraffati-leopardati, trompe-l’oeil, qualunque cosa.
A questo importante revival dedica una pagina anche Le Monde.
Il colto quotidiano francese così spiega e autorizza la nuova moda: “Il collant fantasia ritrova la sua legittimità grazie al ritorno degli abiti neri, coi quali fa contrasto.
La moda di questo inverno, gonne corte, gonne pantaloni, bermuda incoraggia poi il loro consumo.” E può darsi.
MANEGGIARE CON CURA.
Quando la temperatura è sotto zero e il tempo è da lupi, la calzamaglia colorata è una tentazione: fa allegria, tira su il morale, fa sentire originali invece che depresse.
Però: il collant fantasia è più difficile (anche se più sano) da portare di una gamba nuda d’inverno. I colori chiari, si sa, non sfinano.
Le forme variabili rischiano di esaltare variamente i difetti.
E soprattutto: se una portatrice sana di collant fantasia ha un partner che preferisce i cataloghi Pucci ai siti porno, potrà indossarli anche la sera.
Altrimenti no, a meno di non voler lanciare messaggi pro astinenza sessuale; il bermudino più collant fantasia va benissimo per le cene tra amiche, si può esibire provocando discussioni e far così cambiare argomento quando qualcuna si lamenta troppo del fidanzato.
Stesso discorso (quasi lo stesso) per i collant colorati e basta: mettono di buon umore, hanno il vantaggio di essere meno clamorosi di quelli con i ghirigori e le amebe, ma non si può pretendere di essere tanto sexy, a portarli.
Però si può fare per allegria, si diceva.
DUE GAMBE, UN DILEMMA.
Con il solito problema, oggetto di infiniti scambi su Avanti Pop: le calze che mettono di buon umore le donne, soprattutto che le tengono al caldo, sono le meno apprezzate dagli uomini etero. Insomma, è difficile trovare qualcuno, almeno da queste parti, a cui piacciano i collant. Alcuni non sono interessati, basta che si tolga.
Altri protestano appena possono: indicando preferenze chiare, sempre le stesse, calze con reggicalze o autoreggenti. Possibilmente (novità) di colore nero.
Solito corollario del solito problema: le portatrici di calze-calze hanno in genere una vita fuori dal talamo: lavoro, amici, eventuali figli ecc.; i partners di dette portatrici le apprezzano molto con le calze-calze, poi danno di matto quando per ragioni di tempo, carenza di alternative immediate (i collant sono tutti smagliati, o non se ne è portato un paio di ricambio) o per tentativi di ingelosimento programmatico le portatrici circolano in autoreggenti o reggicalze nel mondo reale.
Forse la dicotomia calze-collant (nel corso della stessa giornata, in genere) è una metafora della condizione femminile contemporanea.
Ma di quella privilegiata, con lavoro-vita amorosa-soldi da spendere (soprattutto).
Quindi tanto vale non lamentarsi: e comprare calze colorate per divertirsi, e farsi accompagnare in auto fino al portone se ci sono sei gradi sotto zero e si è con qualcuno che odia i collant.
Sono tempi difficili, queste sono micro-complicazioni, non guai.
30 novembre 2005
Maria Laura Rodotà, Corriere della Sera
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