Edilizia, facchinaggio e logistica, agricoltura, badantato, soprattutto, e anche metalmeccanico: il mercato del lavoro della provincia di Piacenza, coi suoi settori di punta, si piazza al primo posto assoluto nella classifica dello Cnel (Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro) riguardo alle sue capacità di assorbimento di manodopera immigrata. Un dato di assoluto rilievo, che insieme ad altri 13 indicatori, concorre a porre il territorio di Piacenza al settimo posto italiano della graduatoria complessiva che ha fotografato (anno 2006) il livello di inserimento socio-occupazionale degli stranieri, dove la regione a più alto potenziale è risultata l'Emilia Romagna. «Il territorio locale - ritiene Bruno Carrà (Centro lavoratori stranieri Cgil) - ha attivato politiche virtuose tra istituzioni e parti sociali. Dal Tavolo del welfare a quello provinciale dell'immigrazione - sostiene Carrà - sono diversi gli strumenti messi in campo per arrivare al dato indicato dalla ricerca in questione, anche se ovviamente ci sarà da fare i conti con la crisi economica globale, e quindi con il fatto che anche il mercato locale restringerà previdibilmente i suoi accessi, per gli stranieri come per gli italiani». Il settimo posto a livello complessivo di Piacenza e delle sue capacità di integrare gli immigrati nel territorio in maniera non occasionale ma regolare, restituisce una lettura più approfondita di ciò che finora è stato conosciuto solamente come insieme di numeri. E cioè 14.537 immigrati residenti nel Comune di Piacenza al 31 gennaio 2009, quasi il doppio quelli che vivono nell'intero territorio provinciale (dati 2007). «I risultati del rapporto Cnel - interviene l'assessore Paola Gazzolo - dimostrano una presenza di stranieri di tipo strutturale, a testimonianza di un territorio che ha offerto finora concrete opportunità occupazionali. Al tema del lavoro si collega quello dell'integrazione dei cittadini stranieri, che ha visto la stesura di un piano provinciale in accordo coi Comuni, i distretti socio-sanitari, i sincacati e le associazioni di categoria». Secondo il report Cnel, Piacenza fa bene nella lotta alla dispersione scolastica (tra le città dove è minore) e pure nel contenimento di fenomeni di devianza. L'indicatore della capacità di assorbimento del mercato lavorativo, che ha posto Piacenza sul primo gradino, si basa sulla percentuale di immigrati (nati all'estero) assunti nel corso del 2006 che risultano al netto di quanti, nello stesso periodo, hanno conosciuto una cessazione del rapporto di lavoro: si tratta di ciò che viene qui denominato anche "saldo occupazionale positivo". Le percentuali così calcolate non equivalgono a nuovi "posti di lavoro" strettamente intesi, giacché qui il dato sugli assunti prescinde dalla durata e dalle caratteristiche contrattuali dell'impiego. Se dunque nel caso di un saldo occupazionale negativo - si può parlare di perdita di posti di lavoro, nel caso di un saldo positivo, si può solo ipotizzare che una parte dei nuovi rapporti di lavoro instaurati nell'anno, e rilevati ancora in essere alla fine dello stesso, sia destinata a durare nel tempo e a incrementare quindi stabilmente il livello occupazionale. Definisce il quadro complessivo di Piacenza l'indicatore di inserimento occupazione (2°), ricettività migratoria (16°), stabilità (13°), fabbisogno lavorativo (6°), impiego di manodopera immigrata (12). Simona Segalini
LIBERTA' del 21 febbraio 2009
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