«Giunta e presidenza del consiglio, porte aperte al centrodestra»
«Un po' di esperienza, un po' di novità», e «un ruolo forte alle donne».
Questi gli ingredienti con cui Roberto Reggi intende costruire la nuova giunta. Così almeno ne ha parlato il giorno dopo la vittoria elettorale. Che è poi il primo del suo secondo mandato da sindaco: ieri mattina la proclamazione ufficiale dell'elezione comunicatagli dalla commissione centrale elettorale, entro 20 giorni va convocato il consiglio comunale, durante il quale il sindaco è chiamato a comunicare la squadra dei dieci assessori. Il mix tra esperienza e novità significa riconferma in parte degli uscenti con l'inserimento di volti nuovi per l'altra parte, tenuto anche conto degli equilibri politici scaturiti dalle urne. E per l'individuazione di questi innesti si cercherà in via preferenziale tra il gentil sesso, lascia intendere il sindaco, così da incrementare la quota rosa in giunta.
Sin qui le donne erano tre - Anna Maria Fellegara, Giovanna Calciati, Manuela Bruschini -, Reggi punta ad andare oltre: «Più di tre? Speriamo, di donne ne abbiamo bisogno, ma dipende anche dalle rose di nomi che mi presenteranno i partiti».
E se al borsino del toto-assessori sembrerebbe perdere quota la Bruschini (Pdci) a differenza delle sue ex colleghe Calciati (Ds) e Fellegara (Per Piacenza con Reggi) papabili per la riconferma, un nome nuovo che pare farsi strada (per l'assessorato alla sport nello specifico) è quello di Sabrina Olivé, diessina, presidente Uisp e componente della giunta del comitato provinciale del Coni. Un'altra figura femminile che secondo qualcuno potrebbe accreditarsi per un posto in giunta è Lucia Rocchi, insegnante oggi in pensione, eletta in consiglio comunale per la civica "Per Piacenza con Reggi". La strada pare invece essersi sbarrata per Rosarita Mannina, l'avvocato liberale già candidata a sindaco di Partecipa Piacenza, alla quale Reggi fino al primo turno sembrava essere ben disposto a offrire un biglietto da assessore. Poi, però, si è apparentata con Dario Squeri e il feeling deve essersi spento, come il sindaco ieri ha lasciato trasparire: «Sì, era sembrato che potessimo accordarci, in realtà lei ha fatto un'altra scelta».
Ciò d'altra parte non significa che la mano tesa rivolta al centrodestra prima e dopo il voto sia già stata ritirata. Anzi, il sindaco insiste sul punto, la strategia delle "larghe intese" ieri l'ha rilanciata alla grande aprendo all'opposizione le porte della giunta e degli incarichi di vertice in consiglio comunale, a partire dalla presidenza dell'assemblea: «Non mi pongo limiti in questo, non ho nulla in contrario ad affidare ruoli di responsabilità pure alla minoranza perché non penso che i bravi amministratori stiano solo da una parte, è chiaro che si dovrà vedere la sincera volontà di collaborare».
Reggi chiede, insomma, che l'eventuale accordo bipartisan che va predicando sui grandi temi per il futuro della città, ma in generale per svelenire il clima politico a palazzo Mercanti, sia fondato sulla lealtà e sull'impegno sincero.
Tutto il contrario di quanto traspare da prese di posizione post-voto come quelle della Lega Nord che preannunciano «dura opposizione dal primo all'ultimo giorno».
«Qui invece credo che occorra durissimo impegno per il miglioramento della città», esorta il sindaco, «se si arroccano su posizioni come queste non va bene, alla gente credo che non interessi il celodurismo o il cinema in consiglio comunale».
Per cui «se di fronte alla mia apertura si pensa di occupare posti di rilievo solo per fare poi della contrapposizione, per il gusto di frapporre ostacoli», allora non ne se parla nemmeno.
Altrimenti «non ho limiti», ha ripetuto Reggi, «solo voglio vedere la sincerità, l'assenza di secondi fini, e occorre trovare le persone giuste, ne parlerò con la mia maggioranza».
Sono in giunta i «posti di rilievo» da offrire all'opposizione, e poi in consiglio comunale, annota il sindaco, dalla presidenza dell'aula (particolarmente ambita non solo per ragioni di prestigio, ma anche perché l'incarico è ben remunerato, al pari di un assessorato) alle presidenze delle commissioni. E in questo ragionamento ci sta, naturalmente, anche Gianni D'Amo, l'ex candidato sindaco dei dissidenti del centrosinistra: «Non mi pongo limiti per nessuno, c'è una minoranza diversificata e poi c'è la componente di D'Amo che per affinità di valori faccio fatica a vedere in minoranza anche se la partita elettorale è lì che lo ha portato».
È consapevole, Reggi, che su questa linea deve peraltro fare i conti anche con la sua coalizione: «Ho dato la mia disponibilità, e ora occorre trovare la convergenza di tutti, anche nella mia coalizione». Gustavo Roccella
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