L'ira di Alberto Squeri: il solito autolesionismo
«Penso che sia immorale sfruttare i soldi pubblici stanziati per organizzare i Venerdì piacentini e poi decidere di boicottarli, magari organizzando manifestazioni contro il Comune: è un'azione in contrasto con gli interessi degli stessi commercianti e che non capisco. Non credo che ci sia più spazio di mediazione, anche perché ci troviamo in una situazione decisamente kafkiana».
Non nasconde sconcerto e anche una certa arrabbiatura, l'assessore comunale al Commercio Alberto Squeri, di fronte alla decisione di un nutrito gruppo di negozianti del centro storico, appoggiata dalle principali associazioni di categoria, di proclamare la serrata dei propri esercizi per il 10 giugno prossimo, prima serata dei Venerdì piacentini edizione 2005.
A Squeri proprio non va giù il “voltafaccia” dell'Unione Commercianti e della Confesercenti, accusate di aver compiuto «un'inversione a 180 gradi», per schierarsi dalla parte degli operatori “ribelli”, dopo la proclamazione della protesta.
«I Venerdì piacentini sono un'iniziativa organizzata dai commercianti stessi, - afferma l'assessore - se li boicottano si danneggeranno da soli. Credo che questa vicenda, purtroppo, sia ancora una volta l'esemplificazione del carattere deteriore dei piacentini, del loro atteggiamento autolesionistico. In queste settimane abbiamo fatto decine e decine di incontri, più volte sono stato ad ascoltare le ragioni dei commercianti: adesso è un problema soltanto loro. Devo purtroppo rilevare che le associazioni di categoria, Unione e Confesercenti, non hanno mantenuto la parola, comportandosi vigliaccamente: si schierano con chi porta avanti la protesta, per evitare di perderne il consenso. Ma erano contrarie fino a un minuto prima dell'annuncio della serrata».
«Un comportamento incomprensibile il boicottaggio - aggiunge l'assessore - anche perché c'è una serata dei Venerdì piacentini organizzata dalla stessa Unione Commercianti. Se vogliono manifestare contro questa amministrazione, che scelgano altri momenti e altre forme». «Considero immorale - conclude Squeri - che si sfrutti una cospicua quantità di soldi pubblici, investiti nei Venerdì, per poi costruirci sopra una manifestazione di protesta».
Ricordiamo che la serrata dei negozi per il 10 giugno era stata annunciata martedì scorso dopo un'assemblea di esercenti del centro storico. Nel mirino della contestazione il nuovo piano urbano del traffico, accusato dai “ribelli” di rendere sempre più difficile la mobilità e gli spostamenti urbani, con conseguenze gravi sul commercio. Ma non più tardi di una settimana fa, l'ipotesi del boicottaggio dei Venerdì piacentini era stata nettamente rigettata da sei degli otto presidenti di comitati di esercenti aderenti “Piacenza al centro”, il soggetto unitario degli operatori commerciali di via. Di mercoledì scorso è la presa di posizione di Unione Commercianti e Confesercenti di dare sostegno alla protesta, con l'annuncio dell'avvio di una raccolta di firme e della possibilità di una manifestazione.
«Sarebbe stato più corretto - è la considerazione fatta dalle associazioni di categoria - non mettere in mezzo i Venerdì piacentini, ma occorre fare clamore quando i riflettori sono accesi».
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