I dati dell'Ufficio statistiche del Comune: al 31 dicembre la popolazione in città risulta essere salita a 99150 unità
Piacenza cresce, grazie agli immigrati. Nel 2004 sfiorata la fatidica soglia dei 100mila residenti
Ben 567 nuovi piacentini residenti nel Comune registrati nel corso del 2004: l'ultimo bilancio demografico, chiuso al 31 dicembre, conferma per il terzo anno consecutivo la crescita della popolazione di Piacenza. Secondo l'Ufficio Statistiche del Comune (assessorato Servizi al cittadino) siamo oggi a quota 99.150 residenti: a reggere le fila dell'incremento, ancora una volta, il saldo di segno più fatto registrare dal movimento migratorio, mentre lo scarto tra nascite e decessi all'ombra del Gotico continua ad essere negativo. Se il trend di crescita proseguirà, il 2005 potrebbe essere la data dello storico ritorno di Piacenza alla fatidica soglia dei 100mila abitanti. Più popolosa di ieri, con sempre più cittadini dai capelli bianchi, ma anche aperta ad attrarre tra le sue fila immigrati provenienti da tutto il mondo, Albania e Marocco in testa, il cui apporto in fatto di cicogne si conferma determinante nella conta dei nuovi nati a Piacenza nel corso del 2004: è la fotografia più recente che descrive i tratti della nostra città. Per rinvenire, in termini assoluti, simili valori numerici della popolazione complessivamente residente nel Comune, occorre fare un salto all'indietro, e precisamente al 1997, che si chiuse con 99.078 abitanti. Il tunnel dell'emorragia demografica era stato imboccato nel 1977, per concludersi soltanto tre anni or sono, nel 2002. Movimento naturale E' quello che descrive l'andamento di nascite e decessi. Nel corso del 2004, a Piacenza, si sono contati 834 lieti eventi (l'anno prima erano stati 835). «Di questi - spiega Raffaella Guelmi (responsabile Ufficio Statistiche e Censimenti del Comune di Piacenza) - 176 riguardano famiglie extracomunitarie». Ovvero, nella conta complessiva, il contributo di nuovi piacentini proveniente dagli immigrati è stato pari al 21,10 per cento. Il bilancio relativo, qui, continua tuttavia ad essere in rosso, fornendo un risultato - se confrontato con i morti - di 303 unità in meno. Movimento migratorio Durante l'anno appena concluso, il numero di nuovi iscritti ai registri comunali dei residenti (3.775, contro i 2.905 «emigrati") conduce ad un saldo positivo di 870 unità. I nuovi iscritti, nell'anno precedente, il 2003, erano stati una cifra sensibilmente superiore a quella di oggi (4.766): ma, in quel caso, a portare in alto la voce, furono le operazioni di regolarizzazione dei residenti seguite alle cancellazioni del censimento. Per lo stesso motivo, il saldo complessivo di crescita della popolazione si evidenziò di gran lunga superiore all'attuale. Popolazione residente L'ultima conta di Capodanno ha dunque messo sul piatto della bilancia demografica 99.150 piacentini: di questi, oltre il 50 per cento (52.159, in termini assoluti), ad appannaggio del “gentil sesso”, primato di genere peraltro mai storicamente scalfito in riva al Po. Stazionario, nell'ultimo anno, l'indice di natalità (8,44): a Piacenza, ogni mille abitanti, si registrano 8 nati, dato confermato nell'ultimo triennio. Matrimoni E' in leggera ripresa a Piacenza la voglia di fiori d'arancio: 310 unioni nel corso del 2004 contro le 291 dell'anno precedente. Ed emerge con prepotenza un dato che fino a due anni fa soltanto non aveva avuto riscontri: i matrimoni civili hanno ormai abbondantemente superato quelli religiosi. Sei coppie su 10, tra quelle che si sono dette si l'anno scorso a Piacenza, lo hanno fatto davanti al sindaco o ad un suo delegato. Tra le ragioni, ancora una volta, la presenza di stranieri tra i residenti, la cui religione spesso non è quella cattolica (oltre a doversi tener conto delle seconde unioni). I matrimoni davanti all'altare, invece, sono stati “soltanto” 124, contro i 186 fiori d'arancio registrati presso un ufficiale di stato civile. Il 2002, per Piacenza, era stato l'anno dello storico sorpasso: mai, prima di allora, i matrimoni religiosi erano andati sotto la quota dei civili. Simona Segalini
Un solo bambino ogni due over 65. I piacentini hanno i capelli bianchi
Ogni due anziani ultrasessantacinquenni, a Piacenza, un bambino di età compresa tra gli zero ed i 13 anni: si spiega così, in parole semplici, l'indice di vecchiaia di una città dove i suoi abitanti coi capelli bianchi rappresentano ormai il 23,87 per cento del totale. A completare il quadro di una comunità che sempre di più, nel suo complesso, avanza anagraficamente, anche l'incremento messo a segno dall'età media dei piacentini (43,42 per gli uomini, 47,99 per le donne), unito al dato relativo ai «grandi anziani» - quelli di età superiore ai 75 anni - voce che da sola riunisce ben 11.432 residenti. Gli oltre 23mila piacentini “over 65” risultano così distribuiti all'interno delle varie fasce anagrafiche: 6.577 sono i residenti di età compresa tra i 65 e i 69 anni, 5.658 quelli che vanno dai 70 ai 74 anni. Altri 4.887 appartengono alla fascia 75-79 anni, ed un'altra quota consistente di piacentini - pari a 3.736 unità - rientra invece tra gli 80 e gli 84 anni. Dagli 85 anni in su gli uffici comunali di Piacenza hanno contato 2.809 persone, e, al loro interno, sono ben 28 gli ultracentenari. E, se gli “over 65” rappresentano oltre il 23 per cento della popolazione, il 50 per cento del totale arriva da piacentini che spaziano fra 30 e 64 anni d'età.
I “single” superano quota 15mila. Sono il 34,5 per cento delle famiglie.
Da soli per scelta o per necessità, i single aumentano nella società e sono più numerosi fra le donne e gli anziani. Lo dicono le statistiche nazionali e le ricerche che tentano di leggere nelle pieghe dei mutamenti sociali in atto, e lo confermano anche i numeri della nostra città. In Italia le persone che vivono da sole sono più di 5 milioni, mentre, secondo i dati dell'anagrafe comunale aggiornati al 31 dicembre scorso, i nuclei familiari formati da un solo componente a Piacenza superano nettamente i 15mila, per la precisione 15mila e 352. Rappresentano il 34,57 per cento del totale delle famiglie piacentine, il 15,63 per cento sull'intera popolazione e soprattutto sono in crescita negli ultimi anni (più 0,57 per cento rispetto al 2003, quando erano 14mila e 926). Nell'insieme naturalmente sono rappresentate tante tipologie diverse: si va dal giovane approdato all'autonomia, appena emancipatosi dalla protezione genitoriale, all'anziano, spesso vittima dell'abbandono sociale e della solitudine; in mezzo, tutti coloro che hanno deciso di non metter su famiglia. A fare luce sul fenomeno è stata una recente indagine del Consiglio nazionale di ricerca (Cnr), secondo cui tra i single italiani, 1,8 milioni sono gli uomini e 3,2 milioni le donne. Nel 1990 il numero era più contenuto, ma anche allora c'era una prevalenza di donne (2,9 milioni contro i circa 1,3 milioni di maschi). Ogni 100 giovani 3 vivono da soli, ogni 100 adulti 7, mentre ogni 100 anziani ben 27. Ma a che cosa è dovuta questa crescita esponenziale dei single? E' l'effetto più evidente sulla famiglia dei cambiamenti in atto nella società. Crescono anche i nuclei monogenitoriali, in cui la presenza di un unico genitore non è più imputabile solo alla vedovanza, ma anche all'aumento di divorzi e separazioni. Per comprendere le dinamiche che hanno interessato la famiglia italiana - sostengono i ricercatori - è necessario considerare i cambiamenti avvenuti nelle relazioni fra uomini e donne e fra le generazioni: il calo della fecondità e della nuzialità, l'aumento dell'instabilità matrimoniale, l'allungamento della vita. Il numero totale di single non sposati è considerevole e più della metà sono celibi e circa un terzo nubili. Nel corso degli anni si è osservato un trend crescente in tutte le aree del paese e nel tempo anche una modificazione nella presenza dei single all'interno delle diverse fasce di età: quelli con meno di 45 anni sono aumentati nell'ultimo decennio e hanno raggiunto il 12 per cento del totale, mentre si è ridotto il numero di famiglie monopersonali formate da adulti maturi. Il profilo delle single è diverso da quello degli omologhi maschili: tra le prime sono fortemente rappresentate le anziane, le pensionate e le vedove, mentre tra i secondi prevalgono i giovani e gli adulti, persone cioè occupate, celibi e con istruzione medio-alta. All'esercito dei single, infine, occorre affiancare la figura in qualche modo speculare: ovvero chi non si decide ad abbandonare la casa dei genitori. Fra il 1990 ed il 2000 la quota di giovani fra i 20 e i 34 anni che vive in famiglia è passata dal 46 per cento a quasi il 60 per cento. La crescita è stata particolarmente significativa fra gli adulti di età compresa tra i 30 ed i 34 anni. Mauro Ferri
L'identikit della comunità straniera: più giovane, più prolifica, in crescita
Più prolifica - con un indice di fecondità che è risultato quasi doppio di quello complessivo - e mediamente più giovane (29,9 anni contro i 45,82 anni del totale): sono i tratti principali dell'identikit che descrive nelle sue coordinate più recenti la comunità degli stranieri immigrati a Piacenza, il cui peso specifico, all'interno del bilancio demografico finale, è giunto nel corso dell'anno appena concluso ad essere pari all'8,14 per cento (contro il 6,70 per cento con cui si era chiuso l'anno precedente). In generale, la quota di stranieri calcolata sul totale dei residenti viaggia ad un ritmo di crescita di oltre 1 punto percentuale all'anno. «La timida ripresa demografica di Piacenza - giudica l'assessore Manuela Bruschini - è sensibilmente sostenuta dalla presenza della comunità straniera residente a Piacenza». «E questo - avverte la Bruschini - conferma sempre di più l'importanza di investire con consapevolezza ed energia su di essa, a partire dal mondo della scuola, dove i piccoli, figli di famiglie d'origine extracomunitaria, sono un bene prezioso». «Proprio in questa prospettiva multietnica e di integrazione - conclude l'assessore - è contenuto il futuro della città». Degli 8.071 stranieri oggi residenti nel Comune, 1.692 sono minori. Le etnie rappresentate a Piacenza provengono dall'intero pianeta: quella albanese, con 1.439 immigrati, continua a detenere lo scettro di microcomunità numericamente più rappresentata nella nostra città, seguita da quella macedone (con 953 cittadini), da quella del Marocco (911, che per anni, in passato, aveva guidato la classifica) e quindi dall'etnia dell'Ecuador, al quarto posto. Comunità, questa, in vigorosa crescita negli ultimissimi anni, e determinata dalla presenza sempre più massiccia di donne provenienti dal Paese del Sud America impiegate a Piacenza come colf o badanti.
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