Nuovi scenari per una città che cambia
In questi giorni stiamo assistendo in rapida sequenza a vicende nazionali che suscitano emozioni, sentimenti e anche un po’ di disorientamento nel cittadino comune.
Dalla vicenda dei politici (di destra e sinistra) inquisiti dalla magistratura, alla vicenda di una Napoli abbandonata dalle istituzioni ; dal caso del diritto di opinione negato (Università La Sapienza) a quello urlato (i blog di Grillo); dal caso del referendum (per la modifica della legge elettorale) prima ammesso e poi congelato, alle recentissime vicende parlamentari con la caduta del governo Prodi ed il tentativo di formarne uno di transizione. Ciascuno di questi casi sottende però un comune denominatore : il distacco sempre piu’ evidente tra il paese reale e quello virtuale, la distanza sempre maggiore tra la gente e la politica (che dalla gente sembra essersi troppo allontanata).
Fortunatamente però questo non accade a livello locale. Infatti contemporaneamente ai fatti nazionali, a livello piacentino sta sempre piu’ affermandosi un concetto diverso, e cioè quello della voglia della gente di partecipare alle scelte di sviluppo del proprio territorio. La nascita di nuove associazioni di cittadini liberi pensatori, gli interventi delle scuole e degli studenti della Facoltà di Architettura sul futuro di Piacenza, la discesa in campo del Forum dell’Urbanistica sono solo alcuni esempi recenti.
La scintilla che ha acceso gli animi dei piacentini è stata la notizia della possibilità di recuperare alla città circa 1 milione di metri quadrati di territorio, le cosiddette “aree militari”, quelle cioè ancora occupate (o in parte dimesse) dal Ministero della Difesa. A fronte di un progetto di delocalizzazione e creazione di un polo militare in posizione territoriale piu’ decentrata e strategica per l’esercito, la città si troverà successivamente a fare i conti con 800.000 mq di nuovo territorio.
La portata di questo evento è di grandissima rilevanza. Ed è opportuno che si faccia in modo, tutti assieme, di sgombrare il campo dall’equazione : aree militari = speculazione edilizia. Bisogna che i piacentini vengano bene informati, per evitare che pochi disfattisti od osservatori maliziosi se non superficiali, facciano prevalere quello che non è. La gestione di questo tema sarà infatti fondamentale per il futuro ed il benessere della nostra città e della nostra gente. Ma per evitare che le scelte siano sbagliate bisogna tutti assieme cambiare mentalità. Piacenza dovrà essere lungimirante per evitare gli errori di scelte precedenti (una centrale elettrica a 500 metri in linea d’aria da Piazza Cavalli, un inceneritore piccolo e così vicino alla città, una tangenziale sud troppo a ridosso di quartieri densamente abitati). Piacenza dovrà cercare prima il suo obiettivo di crescita e sviluppo, e solo successivamente chiedere l’aiuto degli urbanisti (forse anche, come qualcuno vuole, tramite concorso internazionale).
In buona sintesi dobbiamo decidere prima la Piacenza che vogliamo, la Piacenza che vogliamo migliorata, la “Piacenza che verrà”. Non si può infatti dimenticare che la nostra realtà attuale (numerica ed economica), il nostro dimensionamento attuale, non sono in grado di sostenere un cambiamento di così ampia portata. Avremo in uso le aree solo dopo il trasferimento degli stabilimenti militari !! Dovremo quindi decidere prima la nostra Piacenza futura : 150.000 abitanti anziche 100.000 ? nuova residenzialita ? nuova economia insediata sul territorio ? Solo se la gente e gli amministratori (che la deve rappresentare) penseranno e lavoreranno assieme, potremo definire i nostri nuovi obiettivi e scenari ed affrontare poi i due tempi successivi.
Il primo sarà quello del trasferimento degli stabilimenti : dove ? al polo logistico ? in un territorio piu’ decentrato reso accessibile a rotaia e viabilità ma che sia meno impattante sull’inquinamento grazie anche a nuove tecnologie ? Il secondo tempo sarà poi finalmente quello della trasformazione delle “aree liberate”, dove si dovranno rispettare e far convivere i 3 grandi principii che secondo il mio punto di vista sono : la comunità, il territorio ed il suo sviluppo economico, il rispetto dell’ambiente.
Filiberto Putzu Consigliere comunale del Comune di Piacenza
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